Coldiretti al Brennero: fermare l’invasione di prodotti alimentari stranieri spacciati per italiani
FVG – Per fermare l’invasione di prodotti alimentari stranieri spacciati per italiani che mettono a rischio la salute dei cittadini e il futuro dell’agroalimentare tricolore, migliaia di agricoltori della Coldiretti da tutte le regioni lasciano le proprie aziende per andare a presidiare il valico del Brennero e smascherare il “Fake in Italy” a tavola.
L’appuntamento è per lunedì 8 e martedì 9, a partire della mattina presto, nell’area di parcheggio “Brennero” al km 1 dell’autostrada del Brennero – direzione sud (Austria-Italia). Gli agricoltori della Coldiretti, guidati dal presidente Ettore Prandini, verificheranno il contenuto di tir, camion frigo, autobotti con la collaborazione determinante delle forze dell’ordine.
Un’azione resa necessaria dagli arrivi incontrollati di alimenti dall’estero che spesso non rispettano le stesse regole di quelli nazionali e fanno così concorrenza sleale alle produzioni italiane facendo crollare i prezzi pagati agli agricoltori.
Per l’occasione sarà presentata l’analisi della Coldiretti sul “No Fake in Italy”, con i dati sul fenomeno.
Anche Coldiretti FVG partecipa all’iniziativa
All’iniziativa sarà presente una delegazione anche dal Friuli Venezia Giulia, come ha annunciato il presidente di Coldiretti Pordenone Matteo Zolin.
“Questa iniziativa – ha dichiarato alla stampa il presidente Zolin – è la prosecuzione dell’azione sindacale degli ultimi mesi. Dopo gli incontri sul territorio con la base, la manifestazione a Bruxelles, la presenza al Brennero rappresenta un messaggio e un impegno forte per garantire agli agricoltori una giusta remunerazione dei prodotti agricoli e per questo si chiede il rafforzamento della legge di contrasto alle pratiche commerciali sleali”.
Nei confronti dell’Europa – ha proseguito Zolin – si punta a promuovere una proposta di legge di iniziativa popolare per rilanciare il tema dell’etichettatura che è anche alla base del patto con i consumatori. Coldiretti si rivolgerà a tutti i cittadini dell’Unione europea per raccogliere un milione di firme. La battaglia è quella partita 20 anni fa ed è finalizzata a stanare con tutti i mezzi il falso made in Italy. Un intervento che va rafforzato con lo stop all’ingresso nel territorio italiano dei prodotti contraffatti”.
“Per questo – ha concluso – occorre rendere sempre più trasparente attraverso l’etichettatura il cibo che si porta in tavola sia quello acquistato, sia quello consumato nei ristoranti. Il rispetto del principio di reciprocità gli obblighi imposti ai produttori italiani ed europei devono valere anche per i Paesi terzi”.