Col trucco degli agenti immobiliari si introducevano nelle case e rubavano preziosi: arrestati
Trieste – Si erano introdotti con l’inganno a casa di persone anziane a Trieste ed avevano rubato oggetti preziosi. La Polizia di Stato di Trieste nei giorni scorsi ha rintracciato la coppia di ladri a Sirmione (Bs) e l’ha posta agli arresti domiciliari, dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Procura di Trieste per il reato di furto aggravato in concorso.
Si tratta di due cittadini italiani, un uomo ed una donna rispettivamente del ’65 e del ’71, entrambi residenti in provincia di Cuneo.
Il furto
Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Trieste hanno effettuato accurate indagini a seguito di un episodio di furto in un’abitazione di via Diaz in data 18 marzo u.s. di una signora triestina del 1946, fermata per strada dai due soggetti che le avevano chiesto in un primo momento informazioni relative ad eventuali case in vendite nella zona.
La signora aveva fornito informazioni sul proprio cognome e sulla residenza e aveva consentito agli indagati di farsi accogliere in casa e ad asportare, con la scusa di dover usare il bagno, preziosi in oro per un totale di circa 5.000 euro.
Le indagini
L’analisi degli investigatori ha evidenziato come in data 1° febbraio u.s., a Siena, un’altra signora del 1944 era stata raggirata con la scusa di informazioni su appartamenti in vendita nello stabile della vittima e, una volta convinta a farsi ospitare in casa, i soggetti sono riusciti a sottrarle tre preziosi orologi da uomo.
Dalle descrizioni fornite dalla vittime è apparso chiaro che la coppia potesse essere la stessa, quindi analizzando i transiti veicolari registrati dai lettori targhe presenti nei due comuni è emersa una vettura in particolare, una Fiat Panda a noleggio, presente in entrambe le località in circostanze di tempo compatibili con la commissione dei furti, che ha attirato l’attenzione della Squadra Mobile.
Le indagini si sono quindi concentrate sui conducenti dell’auto a noleggio. In questo modo gli investigatori hanno scoperto che la coppia di indagati è accusata di aver commesso analoghi furti nelle province di Verona e Imperia con il medesimo sistema.
Il riscontro fotografico con l’archivio patenti e le telecamere cittadine hanno permesso alle vittime di riconoscere gli autori dei furti, consentendo alla Squadra Mobile di richiedere una misura di custodia cautelare concessa dalla Procura di Trieste.
I due autori dei furti sono stati quindi posti agli arresti domiciliari presso la loro abitazione in provincia di Cuneo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.