Cimice asiatica, è tempo di bilanci: nei frutteti perdite dal 40 al 100 per cento
FVG – Finita l’estate, gli agricoltori fanno la conta dei danni provocati dalla cimice asiatica, una varietà di questo insetto estremamente resistente che si è diffusa negli ultimi anni in Italia con la complicità dei commerci globalizzati e dei cambiamenti climatici.
“Quella della cimice asiatica è un’emergenza assoluta che va affrontata stanziando risorse adeguate da parte del Governo e intervenendo pure sulla normativa europea che vieta gli aiuti di stato per le calamità non da quarantena”.
Lo sottolinea la Giunta di Confagricoltura facendo il punto su questa calamità naturale che sta creando danni enormi ai frutteti, soprattutto al Nord, di pesche, nettarine, susine, ciliegie, mele, pere, nocciole (su cui si sono riscontrate perdite che vanno dal 40 al 100 per cento del prodotto), nonché ad alcune coltivazioni erbacee e orticole.
La Giunta di Confagricoltura, nel commentare positivamente la pubblicazione nella G.U. del 5 settembre del DPR n. 102 del 5 luglio scorso – che prevede la possibilità di introdurre specie non autoctone – sollecita il ministero dell’Ambiente ad approvare in tempi brevi il decreto che deve definire i criteri per l’immissione dell’antagonista naturale ovvero la vespa samurai (Trissolcus japonicus, originaria dell’Asia orientale) che depone le uova direttamente in quelle della cimice.
“I frutticoltori in particolare – osserva il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – sono stremati e sconfortati dalla situazione drammatica in cui versa il settore ortofrutticolo e sollecitano provvedimenti di urgenza, sia per indennizzare le imprese a causa della perdita dei raccolti, sia per coprire i costi legati alla lotta di questo dannoso insetto”.
Su quest’ultimo aspetto la Giunta di Confagricoltura – ricordando che al momento non esiste una unica soluzione idonea per contrastare la cimice – invita a rafforzare le azioni di ricerca e trasferimento delle conoscenze per combattere questo insetto altamente polifago, caratterizzato da una elevata capacità di diffondersi in relazione al fatto che si riproduce con due generazioni all’anno (con 200-300 uova per generazione) ed ha una lunga durata della vita adulta.
“È ora di ridare prospettive economiche all’intero comparto frutticolo – conclude la Giunta -. A sette anni dalla prima rilevazione in Italia della cimice occorre accelerare la predisposizione di un piano nazionale articolato di contrasto, attivando, come già richiesto, una task force interministeriale che gestisca in maniera rapida ed efficace l’emergenza, alla quale Confagricoltura e già fin d’ora disponibile a fornire il proprio contributo”.