Chiusura di due consultori familiari a Trieste, proteste della cittadinanza
Trieste – Dopo la comunicazione ufficiale dell’ASUGI (Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina) relativa alla riorganizzazione dei Consultori familiari a Trieste, martedì 23 gennaio si sono svolti in città quattro “flash mob” di fronte ad altrettante sedi oggetto di variazioni da parte dell’Azienda.
Così aveva comunicato ASUGI il 19 gennaio: “a partire da mercoledì 24 gennaio i cittadini potranno fare riferimento alle sedi di Via Stock 2 e via Valmaura 59 oltre che alle sedi periferiche di Aurisina, Muggia e San Dorligo della Valle – Dolina. I cittadini già in carico alle sedi di via San Marco e via Sai potranno rivolgersi rispettivamente alle sedi di via Valmaura e via Stock. Chi ha già un appuntamento verrà contattato dagli operatori consultoriali. Il resto della popolazione potrà rivolgersi alla sede scelta”.
Le motivazioni della protesta
Ecco quanto riferisce il Comitato di Partecipazione dei Consultori Familiari: “siamo stati invitati dal Direttore generale dell’ASUGI, dott. Antonio Poggiana. All’incontro erano presenti il Direttore generale dott. Poggiana, il Direttore sociosanitario dott. Antonini, la direttrice di struttura complessa dott.ssa Wolf.
Ci è stato comunicato che a far data da mercoledì 24 gennaio verranno chiuse la sedi dei Consultori familiari di via San Marco (San Giacomo) e di via Sai 7 (San Giovanni)
Il Comitato ha espresso totale disaccordo sulle decisioni prese da ASUGI, sulla mancanza di applicazione della normativa e di ascolto dei bisogni della cittadinanza, sulla repentinità di una chiusura che fino a poche settimane fa veniva presentata come una “ipotesi progettuale”, sulla mancanza di informazione preventiva e con adeguato tempo di preavviso sia alla cittadinanza che all’utenza e ai servizi interessati. Abbiamo ribadito che quella che chiamano “riorganizzazione” è per noi e per la cittadinanza un effettivo depotenziamento di servizi che invece devono essere diffusi e potenziati.
Abbiamo chiesto quale fosse l’atto formale e scritto di chiusura delle 2 sedi
con relativo piano di riorganizzazione dei Consultori Familiari ma ci è stato risposto che non c’è alcun atto.
Dal 1° maggio 2023 ad oggi sono state numerose le iniziative pubbliche a favore del mantenimento delle 4 sedi consultoriali nell’area cittadina e del rilancio dell’offerta di cura per le donne, adolescenti e famiglie nei Consultori Familiari.
Il Comitato, oltre ad essere contrario alla riduzione delle 2 sedi (via S. Marco- San Giacomo e via Sai – S. Giovanni), si è battuto, si batte e continuerà a battersi prima di tutto per:
- il rinforzo delle équipe multi professionali: attualmente nonostante le dichiarazioni fatte dalla direzione di ASUGI di garantire il turn over del personale e di potenziare le équipes (ribadito anche nell’incontro di oggi) non sono state ancora sostituite 2 ostetriche, 1 ginecologa e 1 assistente sociale, né risulta sia stato fatto alcunché per reperire questo personale;
- il mantenimento e l’incremento di sedi diffuse nel territorio, per facilitare l’accesso della cittadinanza anche quella più fragile e vulnerabile e per favorire l’integrazione con i servizi sociale e sanitari, le scuole, le associazioni di volontariato e le altre risorse locali.
La legge nazionale indica che ci dev’essere una sede di Consultorio familiare ogni 20mila abitanti! Con la chiusura delle sedi di San Giacomo e di San Giovanni nel territorio del Comune di Trieste ci sarà una sede ogni circa 100mila abitanti.
Verrà meno così la garanzia di fornire tutti gli interventi previsti dalle leggi in materia e richieste dai cambiamenti sociali in tutte le sedi di Consultorio familiare, sia nel Comune di Trieste che nei Comuni dell’area Giuliana.
A Muggia è presente solo un cosiddetto “Consultorio ginecologico” che non esiste come definizione in nessuna normativa, solo per far figurare che rappresenti il Consultorio familiare.
Anche la sede di Aurisina non manterrà tutte le attività prima erogate in quel territorio.
Purtroppo, su nessuno di questi e di molti altri aspetti ASUGI ha inteso confrontarsi con le organizzazioni della società civile a partire dai diritti e dai bisogni effettivi delle cittadine e dei cittadini. Ci è stata riferita da parte dei cittadini e delle cittadine difficoltà a reperire informazioni dirette su quanto stava avvenendo. Le cittadine e i cittadini che ci hanno contattato o che abbiamo incontrato in tutte le iniziative hanno fatto una domanda comune: “perché chiudere servizi che funzionano? Perché invece di migliorarli si riducono le sedi?”
A queste legittime domande non sono state date da ASUGI risposte soddisfacenti, né azioni sono state messe in atto per informare e confrontarsi con la cittadinanza sui contenuti e i modi di ciò che al momento sembra essere in realtà un impoverimento dei servizi anziché un potenziamento.
Ad esempio la petizione per fermare la chiusura delle 2 sedi ha raccolto più di 6mila firme e a questo proposito l’assessore Riccardi ha commentato che non ha importanza “qualche firma” rendendo chiara la poca considerazione che ha delle cittadine e dei cittadini che si esprimono, che vogliono partecipare e ai quali sarebbe tenuto a rispondere.
Il Comitato ha più volte fatto presente anche nelle sedi istituzionali oltreché nella corposa campagna informativa alla cittadinanza, che con l’accorpamento in due soli sedi cittadine i Consultori non vengono né rinforzati, né saranno in grado di avvicinarsi di più ai bisogni delle persone, senza contare il disagio di doversi spostarsi verso sedi più lontane, riducendo di fatto opportunità di accesso e questo disagio sarà ancora più forte per chi è più fragile.
L’accorpamento dei Consultori Familiari e la riduzione delle sedi cittadine ostacola l’accesso ai servizi, aumentando le difficoltà per le persone a partire dalle cittadine e cittadini maggiormente vulnerabili. Tutto questo è stato anche rilevato in numerosi e autorevoli studi e linee guida sia nazionali che internazionali.
Il Comitato, insieme alle associazioni, ai movimenti, ai gruppi, alla cittadinanza tutta continuerà la battaglia per i Consultori e per dei servizi sanitari universali, accessibili, potenziati e diffusi sul territorio.