Chiusura dello stabilimento Wartsila: accolto il ricorso sul comportamento antisindacale

Trieste – Il Giudice del lavoro del Tribunale di Trieste, Paolo Ancora, ha accolto oggi venerdì 23 settembre il ricorso presentato dai sindacati di categoria in merito al comportamento antisindacale della Wartsila.

La procedura di licenziamento dei 451 dipendenti dello stabilimento di San Dorligo è dunque revocata e inoltre il Gruppo viene condannato al pagamento di 50 mila euro a ciascuna delle sigle sindacali a titolo di risarcimento per danno di immagine, al pagamento delle spese legali e di pubblicazione del decreto su alcuni quotidiani nazionali.

Questo tuttavia non implica che Wartsila non potrà più licenziare; la procedura, però, dovrà ripartire e durerà a questo punto 180 giorni, come previsto dall’emendamento che ha modificato le norme antidelocalizzazione.

Il Giudice ha invece dichiarato inammissibile l’intervento della Regione Fvg.

“Sono estremamente soddisfatto del fatto che le nostre tesi sono state integralmente accolte dal Giudice di Trieste con un provvedimento rapido e molto ben motivato. Speriamo di aver dato un contributo alla soluzione del problema occupazione di Wartsila”. È il commento dell’avvocato Vincenzo Martino, che assiste i sindacati nella vicenda giudiziaria.

“La sentenza del Tribunale di Trieste, che accoglie il ricorso dei sindacati, dimostra che l’approccio di Wartsila era sbagliato, come ripetutamente segnalato all’azienda. Siamo contenti per i lavoratori e ci auguriamo di continuare nello spirito di sistema territoriale unitario emerso nell’ultimo incontro al Mise”. Così il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.

I rappresentanti sindacali territoriali di Trieste di Uilm (Antonio Rodà), Fiom-Cgil (Marco Relli) e regionale di Fim-Cisl (Gianpiero Turus), esprimono “grandissima soddisfazione” per il decreto del giudice. “Sentenza importante, fa giurisprudenza, costituisce un deterrente anche per altre multinazionali”, hanno commentato.

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