Celebrato alla Risiera di San Sabba il Giorno della Memoria 2022

Trieste – Il Giorno della Memoria 2022 è stato celebrato alla Risiera di San Sabba – Monumento nazionale, unico campo di sterminio nazista con forno crematorio in Italia – con una cerimonia a cui hanno partecipato l’assessore regionale alle Autonomie locali e alla Sicurezza Pierpaolo Roberti, il commissario del Governo Annunziato Vardé, il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, che ha tenuto il discorso inaugurale ed altri sindaci ed autorità civili e religiose. Presenti i Gonfaloni di Trieste, di Muggia, della Regione FVG e di Duino – Aurisina e San Dorligo della Valle – Dolina.

Corone d’alloro sono state deposte in apertura da parte di Regione FVG, Prefettura e Comune di Trieste, rispettivamente con l’assessore regionale Pierpaolo Roberti, il prefetto e commissario di Governo Annunziato Vardè e il sindaco Roberto Dipiazza e dai diversi rappresentanti delle Associazioni e dei gruppi che hanno partecipano alla cerimonia, svoltasi nel rispetto delle disposizioni anti Covid.

Altre cerimonie del Giorno della Memoria hanno visto la presenza dell’Amministrazione regionale a Gorizia, Monfalcone, Pordenone e Udine. L’assessore regionale al Patrimonio Sebastiano Callari è intervenuto alle commemorazioni tenutesi al Cippo dei Deportati a Monfalcone e in piazzale Martiri della Libertà a Gorizia, l’assessore alle Finanze Barbara Zilli era presente al Tempio Ossario e in viale della Vittoria a Udine, mentre l’assessore alla Cultura Tiziana Gibelli ha preso parte alla cerimonia in piazza Maestri del Lavoro a Pordenone.

I discorsi dei sindaci alla Risiera di San Sabba

Così il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza: “Questa cerimonia ha certamente la sua dimensione storica, legata al dramma della Shoah, in cui onoriamo tutte le vittime del nazismo e fascismo. Ma celebrare la memoria del passato non deve essere una funzione consolatoria, il Giorno della Memoria non deve essere confinato a ciò che è stato, non deve diventare una fotografia in bianco e nero, ma deve ricordare a tutti noi di non dimenticare; perché solo cosi’ possiamo costruire qualcosa di positivo per il futuro”.

Il sindaco Dipiazza ha ricordato ancora come “la nostra città, da sempre punto di incontro tra religioni e culture, è stata sfregiata nel 1938 dalla promulgazione delle legge razziali da parte di Mussolini in piazza Unita’. In questa stessa piazza, nel settembre del 2018, l’Amministrazione comunale e la Comunità ebraica hanno apposto un’epigrafe vergata sulla pietra con scritto “Ricorda quello che ti fece Amalek quando eri in cammino”, l’archetipo dell’ anti ebraismo gratuito ed irrazionale, della valenza disgregatrice della guerra, della negazione della pace e della compiutezza”.

“Insieme alla Comunità ebraica – ha proseguito il sindaco – abbiamo da tempo intrapreso un percorso di ricordo e verità, caratterizzato anche da momenti simbolici molto significativi come la deposizione delle pietre d’inciampo a ricordo dei cittadini prelevati e deportati nei campi di concentramento e sterminio. Martedì scorso abbiamo ricordato anche i commissari Feliciano Ricciardelli e Giovanni Palatucci; quest’ultimo è stato l’ultimo questore italiano di Fiume, “Giusto tra le Nazioni”, “Servo di Dio” e “Medaglia d’oro al valor civile”, deportato a Dachau per aver salvato la vita a più di 5 mila ebrei”.

“Se è vero che questo mosaico della memoria rappresenta una lacerante ferita, è anche vero che le pietre d’inciampo sono un faro di speranza per il futuro. Camminando per la nostra bella città – ha concluso il sindaco Roberto Dipiazza – i nostri passi si imbattono in esse e questa presenza ci aiuta a ricordare; perché come ha scritto Primo Levi “Coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo”.

All’intervento del sindaco di Trieste Roberto Dipiazza è seguito quello del sindaco di Sgonico Monica Hrovatin, letto dal vicesindaco di Sgonico Igor Cernjava, in quanto la prima cittadina si trova in quarantena. “Ricordiamo oggi – questo uno dei passaggi del testo – i milioni di uomini, donne e bambini innocenti, di fede ebraica e non solo, che per nome del male assoluto hanno perso la vita perché tacciati di colpe che non avevano, perché in quel periodo storico bisognava trovare un nemico comune per rafforzare il proprio nazionalismo”. “Ora – ha detto ancora Cernjava leggendo il testo di Hrovatin- abbiamo tutti noi l’obbligo morale di tenere il timore della Memoria”, citando infine Primo Levi “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”.

La cerimonia ha visto quindi la celebrazione dei riti religiosi. Per la comunità cattolica il rito è stato officiato dall’arcivescovo mons. Giampaolo Crepaldi, per la comunità ebraica dal rabbino capo Paul Alexandre Meloni, per la comunità serbo-ortodossa da padre Raško Radovic, per la comunità greco-orientale dall’archimandrita Grigorius Miliaris, per le comunità evangeliche avventista, elvetica, luterana e metodista dal pastore Aleksander Erniša.

Durante la cerimonia ci sono stati alcuni momenti di tensione quando il consigliere comunale Ugo Rossi, della lista 3V (Vaccini vogliamo verità), senza indossare la mascherina, prima ha cercato di forzare il blocco di ingresso e poi ha minacciato di denunciare gli agenti di polizia.

Consegnate le onorificenze

Al termine dell’evento in Risiera si è tenuta la consegna delle onorificenze assegnate dal Presidente della Repubblica a tre deportati deceduti in campi di sterminio nazisti nel 1945.

Le medaglie d’onore sono state ritirate da Maria Romana Cartelli, per il padre Gio Batta Cartelli, nato a Tramonti di Sopra, internato a Leopoli, Limberg e Wietzendorf; da Lucio Mirkovich, per il padre Vittorio, di Trieste, internato a Wurzburg; e da Lucia Sirocco, per il padre Giovanni, nativo di Cervignano del Friuli, deceduto a Dachau.

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