Castello in Festa, Caneva immersa nel Medioevo domenica 11 giugno
Caneva – Musiche medievali, campane e tamburi squarciano il silenzio che solitamente regna sulle rovine del Castello di Caneva. Domenica 11 giugno le rovine del Castello hanno fatto da scenario all’annuale rievocazione storica: quest’anno i partecipanti (attori, figuranti, artigiani tutti vestiti in abiti medievali) e il pubblico si sono calati nell’antico 1339. L’evento è organizzato dalla Pro Castello di Caneva nell’ambito delle Giornate Medievali, che quest’anno cadono il week-end del 9-11 giugno, giunte alla venticinquesima edizione.
“Il Castello in Festa”, manifestazione giunta ormai alla cinquantottesima edizione, è una rassegna di cultura, storia, musica, enogastronomia, serate danzanti ed una rievocazione storica, il tutto ambientato nel borgo castellano.
Tra gli appuntamenti principali di quest’anno vi erano la Cena Medioevale (dove è possibile gustare piatti e sapori tipici del XIX secolo) e la Giornata Medioevale (domenica 11 giugno, giornata clou dell’evento). Da non perdere anche il Convegno a carattere storico di giovedì 15 giugno (XVIII edizione) e la degustazione di prodotti tipici a base di Figo Moro da Caneva domenica 18.
Castello in festa: una domenica immersa nel Medioevo
La Giornata Medioevale è sicuramente l’appuntamento più atteso dai canevesi e dai turisti che raggiungono il Castello, situato alle pendici di un rilievo, a circa 200 metri di dislivello dal paese, dominando l’intera pianura sottostante, a piedi, in bicicletta o grazie anche al servizio bus-navetta gratuito. La giornata è densa di eventi: in mattinata il Castello si anima e vengono aperte le botteghe dove gli artigiani mostrano le attività tipiche del tempo: lavorazione delle pelli, tessitura, lavorazione del legno, creazioni di saponi, di aromi e spezie e persino i rompicapi utilizzati al tempo nei momenti di svago.
Successivamente gli spettatori prendono posto nell’ampio cortile del Castello per assistere alla rievocazione storica: attori, figuranti e ballerini in abiti medievali ogni anno propongono vicende (realmente accadute o leggende) del luogo e legate al Castello e al territorio canevese. Quest’anno è stata “messa in scena” la favola della “Bella Teresina” ambientata nel 1339: la giovane fanciulla rifiuta di sposare il figlio del Re Ottone e scappa nei boschi; quest’ultimo comanda di trovare la fanciulla (che deve ricevere una punizione esemplare) entro tre giorni, altrimenti i nobili canevesi sarebbero stati giustiziati. La popolazione comincia un’affannosa ricerca ma della Teresina non c’è traccia; i tre giorni stanno per scadere e la giovane, alla fine, decide di consegnarsi. È pronta a morire ma il figlio del Re Ottone decide di salvarla e sposarla.
Dietro ogni storia c’è un enorme lavoro storiografico
L’associazione Pro Castello Caneva conserva, come afferma Davide Perin, presidente della stessa, “una serie di storie che alterniamo negli anni, anche se ogni tanto ne vengono proposte di nuove, riguardanti fatti storici avvenuti a Caneva. Tutte tranne quella di oggi, che è una leggenda e che quindi ha dei fondamenti veri, tra cui i personaggi; è una fiaba che si raccontava a Caneva e l’abbiamo rinnovata, immaginando che fosse realmente accaduta”.
Dietro ogni rappresentazione c’è un attento lavoro di ricerca storiografica e studio delle tradizioni, usi e costumi per garantire agli spettatori una rappresentazione realistica e verosimile, che possa immergere il pubblico nel secolo nel quale è ambientata la scena. “C’è un lavoro enorme di ricostruzione da parte nostra, c’è un lavoro enorme da parte di un gruppo di donne, che si chiama Gruppo Sartoria Pro Castello, che in venticinque anni ha cucito oltre centocinquanta vestiti, tutti fatti a mano, dopo un attento studio degli abiti del 1200/1300 proprio per dare realismo alla storia. Sono tutti studiati in base a libri e documenti” continua il presidente della Pro Castello.
Tra i discorsi in dialetto locale e il rumore metallico delle spade durante i combattimenti, echeggiano musiche medievali e non solo: come spiega Davide Perin “durante la rievocazione inseriamo anche delle musiche o colonne sonore non dell’epoca, anche se non è realistico; però ci permettiamo questa piccola scelta, perché, come al cinema, serve per conferire pathos ed enfasi alla storia. Ad esempio, se c’è una scena drammatica e una persona muore, si esegue lo “Stabat Mater”.
La Pro Castello e la salvaguardia del Castello di Caneva
Promotrice dell’evento è l’APS (Associazione di Promozione Sociale) Pro Castello Caneva. L’associazione non nasce per animare il Castello ma le sue origini sono molto più nobili. “La pro Castello nasce nel 1964 per salvare il Castello dalle due cave vicine. Negli anni ’60 i responsabili dell’estrazione mineraria avrebbero voluto abbattere il Castello per proseguire gli scavi.
La Pro Loco nasceva proprio come movimento popolare per salvare il Castello. Nel 1964 si chiama Comitato del Castello; partono le prime piccole manifestazioni qui al Castello in estate (del tipo polenta e muset in Castello). Nel 1978 l’associazione viene istituzionalizzata e resa Pro Loco. Nel 2019, con la Riforma del terzo settore, diventa Pro Loco Castello di Caneva APS” spiega il presidente Davide Perin. Oggi lo scopo della Pro Loco è la valorizzazione del paese e la salvaguardia del Castello.
Come nasce, quindi, l’idea della rievocazione storica? Entra in gioco un personaggio chiave, Luciano Borin (giornalista, storico, conosce nel dettaglio la storia di Caneva e del Friuli): uniamo un grandissimo appassionato ed un luogo storico ed ecco che nasce l’idea di rievocare i principali eventi memorabili del territorio canevese. Ad oggi l’annuale rievocazione , una tra le moltissime in regione, è un momento di convivio, un luogo di ritrovo per appassionati e curiosi, o semplicemente un’occasione per mangiare in sagra con la famiglia; il tutto con un comune denominatore: il Medioevo.