Carovana dei ghiacciai di Legambiente: nevai in forte crisi, ma il Montasio segna una rara nota positiva

Roma – Il 2024 si conferma un anno difficile per i ghiacciai delle Alpi italiane, con perdite significative di spessore su gran parte del territorio montano. Nonostante le abbondanti nevicate tardive della scorsa primavera, le temperature record dell’estate e la crisi climatica in corso hanno accelerato la fusione dei ghiacci, causando danni irreversibili agli ecosistemi alpini. È quanto emerge dal quinto report di Carovana dei Ghiacciai, presentato da Legambiente in collaborazione con il Comitato Glaciologico Italiano e CIPRA Italia.

Tra i ghiacciai del settore alpino nord-orientale, si registrano alcune delle situazioni più critiche: il ghiacciaio del Careser, nel gruppo Ortles-Cevedale, ha perso in media 190 centimetri di spessore, mentre i ghiacciai della Vedretta Lunga e della Vedretta di Ries, in Alto Adige, hanno subito riduzioni tra 1,5 e 2 metri.

L’eccezione del Montasio in Friuli Venezia Giulia

Un dato in controtendenza arriva dal ghiacciaio del Montasio, in Friuli Venezia Giulia, che registra un incremento di 200 millimetri di acqua equivalente. È una delle pochissime note positive dell’intero arco alpino e sottolinea l’importanza di monitorare e proteggere anche le aree che mostrano segnali di resilienza.

Crisi climatica e biodiversità: effetti a catena

La fusione dei ghiacciai non riguarda solo il paesaggio: le conseguenze sono drammatiche per flora, fauna ed ecosistemi. Specie come il camoscio, l’ermellino, la lepre bianca e la pernice bianca soffrono per la perdita di habitat e la diminuzione di risorse alimentari, specialmente in primavera. Anche piante rare come l’Artemisia genipi e il ranuncolo glaciale sono minacciate dalla progressiva riduzione delle aree proglaciali, mentre il bosco avanza sostituendo gli spazi un tempo occupati dai ghiacciai.

Eventi estremi e nuovi rischi

Il report evidenzia come i 146 eventi meteorologici estremi registrati nel 2024 abbiano ulteriormente aggravato la situazione. Tra le regioni più colpite spiccano Lombardia, Veneto e Piemonte, mentre fenomeni come le polveri sahariane, portate dalle perturbazioni primaverili, hanno accelerato la fusione dei ghiacciai.

Proposte di azione

Per affrontare questa emergenza, Legambiente presenta un pacchetto di 12 proposte per una road map europea, mirata a proteggere i ghiacciai e la biodiversità alpina. Tra le azioni prioritarie, l’associazione sottolinea la necessità di:

  1. Monitorare e proteggere gli ecosistemi glaciali.
  2. Prevenire l’overturismo e promuovere un turismo responsabile.
  3. Rafforzare le politiche europee per tutelare il 30% del territorio alpino entro il 2030.

Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, dichiara: “Ignorare quanto sta accadendo in alta quota significa esporre il nostro pianeta a rischi insostenibili. È urgente lavorare su politiche di mitigazione e adattamento, coinvolgendo comunità locali, ricercatori ed esperti”.

Il caso del ghiacciaio del Montasio dimostra che, con interventi tempestivi e mirati, è possibile mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Tuttavia, la strada per salvare i giganti bianchi delle Alpi è ancora lunga e richiede uno sforzo collettivo su scala internazionale.

 

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