Cambiamenti climatici, il futuro è nelle nostre mani: lo dice il rapporto 2021 dell’IPCC
Ginevra – L’ultimo rapporto dell’IPCC Working Group I (Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici) dal titolo “Climate Change 2021: the Physical Science Basis”, approvato venerdì 7 agosto a Ginevra (Svizzera) da 195 governi membri dell’IPCC, non lascia dubbi: variazioni significative nel clima si rilevano in ogni regione e in ogni fascia climatica della Terra.
Molti dei cambiamenti climatici evidenziati nel report sono senza precedenti da migliaia, se non da centinaia di migliaia di anni, e alcuni dei cambiamenti già in corso, come il continuo aumento del livello del mare e le ondate di calore intenso, sono irreversibili e resteranno tali per centinaia o migliaia di anni.
Tuttavia, secondo il gruppo di ricerca che ha curato lo studio – composto da 234 scienziati di 195 Paesi, riuniti dal 26 luglio scorso sia in presenza che virtualmente -, riduzioni forti e continuative delle emissioni di anidride carbonica (CO2) e di altri gas serra limiterebbero il cambiamento climatico.
Mentre i benefici per la qualità dell’aria arriverebbero rapidamente, ci potrebbero volere invece almeno 20-30 anni per vedere le temperature globali stabilizzarsi.
I progressi nelle scienze climatologiche ci aiuteranno
Il rapporto del Gruppo di Lavoro I è la prima parte del Sesto Rapporto di Valutazione (AR6) dell’IPCC, che sarà completato nel 2022.
La relazione è frutto di importanti progressi nella climatologia ed in particolare nella scienza dell’attribuzione, vale a dire la comprensione del ruolo del cambiamento climatico nell’intensificazione di specifici eventi meteorologici e climatici come le ondate di calore estreme e gli eventi di precipitazioni pesanti.
“Questo rapporto riflette sforzi straordinari in circostanze eccezionali – ha detto Hoesung Lee, presidente dell’IPCC. – i progressi nelle scienze climatologiche forniscono un contributo inestimabile ai negoziati sul clima e al processo decisionale”.
Il surriscaldamento sarà sempre più veloce
Il rapporto fornisce nuove stime sulle possibilità di superare il livello di riscaldamento globale di 1,5°C nei prossimi decenni, e avverte che – a meno che non ci siano riduzioni immediate, rapide e su larga scala delle emissioni di gas serra – limitare il riscaldamento a circa 1,5°C o addirittura 2°C sarà fuori dalla nostra portata.
Sempre secondo lo studio, le emissioni di gas serra provenienti dalle attività umane sarebbero responsabili di circa 1,1°C di riscaldamento dal 1850-1900. In media, nei prossimi 20 anni, la temperatura globale dovrebbe raggiungere o superare 1,5°C di riscaldamento. Questa valutazione si basa sulle migliori serie di dati di osservazione sul riscaldamento storico e sugli ultimi risultati della comprensione scientifica della risposta del sistema climatico alle emissioni di gas serra causate dall’uomo.
“Questo rapporto è un monitoraggio puntuale della realtà – ha detto il co-presidente del gruppo di lavoro I dell’IPCC, Valérie Masson-Delmotte. – Ora abbiamo un quadro molto più chiaro del clima passato, presente e futuro, che è essenziale per capire dove siamo diretti, cosa si può fare e come ci possiamo preparare”.
Ogni regione deve prepararsi a cambiamenti climatici diversi e crescenti
Molti aspetti del cambiamento climatico dipendono direttamente dal livello di riscaldamento globale, ma ciò che le varie popolazioni sperimentano è spesso molto diverso dalla media globale. Ad esempio, il riscaldamento sulla terraferma è maggiore della media globale, ed è più del doppio nell’Artico.
“Il cambiamento climatico sta già influenzando ogni regione della Terra, in molteplici modi. I cambiamenti che sperimentiamo si accentueranno con ogni ulteriore riscaldamento”, ha detto il co-presidente del gruppo di lavoro I dell’IPCC, Panmao Zhai.
Il rapporto prevede che nei prossimi decenni i cambiamenti climatici saranno sempre più evidenti in tutte le regioni. Per 1,5°C di riscaldamento globale, ci saranno sempre più ondate di calore, stagioni calde più lunghe e stagioni fredde più brevi. A 2°C di riscaldamento globale, gli estremi di calore raggiungeranno più spesso soglie di tolleranza critiche per l’agricoltura e la salute.
Non si tratta però solo di temperatura. Il cambiamento climatico sta portando molteplici variazioni di clima in diverse regioni, che aumenteranno tutti con un ulteriore riscaldamento. Questi includono cambiamenti nei regimi di umidità, nei venti, nella neve e nel ghiaccio, nelle aree costiere e negli oceani.
Il cambiamento climatico sta intensificando il ciclo dell’acqua. Questo porta piogge più intense e inondazioni associate, così come una più intensa siccità in molte regioni.
Il cambiamento climatico sta influenzando i modelli delle precipitazioni. Alle alte latitudini, è probabile che le precipitazioni aumentino, mentre si prevede che diminuiscano in gran parte delle regioni subtropicali. Sono attesi cambiamenti nelle precipitazioni monsoniche, che varieranno a seconda della regione.
Le aree costiere vedranno un continuo aumento del livello del mare per tutto il XXI secolo, contribuendo a inondazioni costiere più frequenti e gravi nelle aree basse e all’erosione costiera. Eventi estremi di variazioni del livello del mare, che prima si verificavano una volta ogni 100 anni, potrebbero verificarsi ogni anno entro la fine di questo secolo.
Un ulteriore riscaldamento amplificherà lo scioglimento del permafrost e la perdita di copertura nevosa stagionale, lo scioglimento dei ghiacciai e delle lastre di ghiaccio e la scomparsa del ghiaccio marino artico estivo.
I cambiamenti nell’oceano, incluso il riscaldamento, le ondate di calore marine più frequenti, l’acidificazione degli oceani e la riduzione dei livelli di ossigeno sono stati chiaramente collegati all’influenza umana. Questi cambiamenti influenzano sia gli ecosistemi oceanici che le persone che dipendono da essi e continueranno almeno per il resto di questo secolo.
Per le città, alcuni aspetti del cambiamento climatico possono essere amplificati, incluso il calore (dato che le aree urbane sono di solito più calde dei loro dintorni), le inondazioni dovute a forti precipitazioni e l’aumento del livello del mare nelle città costiere.
Per la prima volta, il Sesto Rapporto di Valutazione fornisce una valutazione regionale più dettagliata del cambiamento climatico, includendo un focus sulle informazioni utili che possono informare la valutazione del rischio, l’adattamento e altri processi decisionali, e un nuovo quadro che aiuta a tradurre i cambiamenti fisici del clima – caldo, freddo, pioggia, siccità, neve, vento, inondazioni costiere e altro – in ciò che significano per la società e gli ecosistemi.
Queste informazioni regionali possono essere esplorate in dettaglio nel nuovo Atlante Interattivo (https://interactive-atlas.ipcc.ch/), così come le schede regionali, il riassunto tecnico e il rapporto di base.
L’influenza delle attività umane sul clima
“È chiaro da decenni che il clima della Terra sta cambiando, e il ruolo dell’attività umana sul sistema climatico è indiscusso”, ha detto Masson-Delmotte.
Il rapporto mostra anche che l’azione dell’uomo ha ancora il potenziale per determinare il futuro corso del clima. Ci sono chiare evidenze che l’anidride carbonica (CO2) è il principale motore del cambiamento climatico, anche se anche altri gas serra e inquinanti atmosferici influenzano il clima.
“Stabilizzare il clima richiederà riduzioni forti, rapide e sostenute delle emissioni di gas a effetto serra, e raggiungere emissioni nette di CO2 pari a zero. Limitare altri gas serra e inquinanti atmosferici, specialmente il metano, potrebbe avere dei benefici sia per la salute che per il clima”, ha concluso Zhai.
Immagine: screenshot da https://interactive-atlas.ipcc.ch/