Caldo record e siccità, l’invito dei sindaci ad evitare ogni tipo di spreco di acqua

Trieste – Mentre è allerta rossa nei campi al Sud per il rischio incendi ed anche per l’aggravarsi della siccità che sta devastando le coltivazioni, dal grano all’olio d’oliva fino ai pomodori, anche sull’altipiano carsico scatta l’allarme siccità.

I sindaci dei Comuni di Duino Aurisina, Sgonico e Monrupino, Igor Gabrovec, Monica Hrovatin e Tanja Kosmina, hanno diffuso una nota in italiano e sloveno per invitare la cittadinanza ad evitare ogni tipo di spreco di acqua.

L’invito è motivato dal perdurare di una situazione di siccità, con caldo intenso e temperature via via più elevate e assenza di precipitazioni significative.

Una situazione resa nota da una informativa dell’ Acquedotto del Carso, società partecipata responsabile dell’ organizzazione e la gestione del servizio idrico. L’Acquedotto ha segnalato ai Comuni dell’Altipiano un uso elevato dell’acqua per far fronte ai fabbisogni idropotabili e soprattutto irrigui.

Dunque, i sindaci raccomandano alla cittadinanza “un utilizzo della risorsa acqua, incluse le derivazioni di acque superficiali e sotterranee, in modo parsimonioso, sostenibile ed efficace, limitandone il consumo anche al fine di evitare inutili sprechi”.

Gabrovec, Hrovatin e Kosmina raccomandano di controllare il corretto funzionamento dei propri impianti idrici e irrigui, adottare i dispositivi e le tecnologie che limitano lo spreco d’acqua.

Nel Sud Italia situazione drammatica

Spostandosi a Sud la situazione è nettamente peggiore. Le alte temperature che continuano ad assediare il Meridione rendono sempre più drammatici gli effetti della mancanza di pioggia in un 2024 che in Italia è stato sino ad oggi il più caldo mai registrato sul territorio nazionale con una temperatura di 1,47 gradi superiore alla media storica.

Alla profonda crisi per i coltivatori si aggiunge il rischio per il Paese di un forte aumento dei prezzi dei generi alimentari.

Sicilia

L’emergenza resta grave in Sicilia con gli animali rimasti senza cibo e acqua e i campi arsi dalla mancanza di pioggia, mentre aumenta il pericolo di incendi con 5800 ettari di terreni già andati a fuoco da inizio luglio.

Molte aziende hanno addirittura rinunciato a raccogliere il grano – fa sapere la Coldiretti -, mentre in alcune zone la produzione è stata letteralmente azzerata, con un crollo medio comunque superiore al 50% del raccolto. Ma l’assenza di pioggia sta colpendo anche gli alberi da frutto e minaccia vigne e uliveti, per un danno stimato in oltre 2,7 miliardi di euro.

Ad aggravare gli effetti della siccità anche l’incapacità ad investire su un sistema infrastrutturale capace di non far disperdere l’acqua e in grado di garantire alle aziende la sopravvivenza.

Puglia

Situazione drammatica anche in Puglia dove il caldo africano con picchi fino a 43 gradi brucia frutta e verdura nei campi e dimezza le produzioni in campagna, con le ‘scottature’ delle angurie per il solleone e le piantine di pomodori in stress idrico con eccessi di fioritura.

È da profondo rosso la stima della produzione di olive prevista in calo di oltre il 50%, mentre sono già più che dimezzate le produzioni nei campi che rischiano di svuotare gli scaffali, dalle ciliegie al grano fino al miele, ma anche la produzione di grano per fare pane e pasta è crollata di oltre il 50% per effetto della prolungata siccità che ha stretto tutta la regione in una morsa per mesi causando il taglio delle rese.

La crisi idrica ha determinato – spiega Coldiretti Puglia – un calo drastico di foraggio verde nei pascoli con l’aggravio dei costi per l’acquisto di mangimi per garantire l’alimentazione degli animali nelle stalle.

Basilicata

In Basilicata sono quasi 200 gli ettari andati a fuoco da inizio luglio ma la situazione è drammatica soprattutto per la siccità con Coldiretti che stima danni per quasi mezzo miliardo di euro tra calo di produzione, aumento dei costi e perdita di quote di mercato.

Sul fronte dei cereali il calo produttivo medio si aggira sull’80% dei raccolti, con un danno grave soprattutto per il grano duro per la pasta. La regione vanta circa un decimo degli ettari coltivati a livello nazionale.

A picco anche la produzione di foraggi per gli animali, con una perdita intorno al 70% del totale. Pessime anche le prime stime per la produzione di olio d’oliva, dove il calo si aggira tra il 50 e il 75%, mentre per il vino ci si aggira intorno al -40%. A rischio anche la produzione della frutta tardiva.

Sardegna

La siccità morde anche in Sardegna con cali produttivi che interessano ormai tutti i settori, dai cereali all’ortofrutta, dopo i problemi causati dagli incendi nei giorni scorsi.

Tra le azioni di solidarietà messe in campo le Donne Coldiretti hanno donato un camion di foraggio a una allevatrice che ha avuto i terreni bruciati dalle fiamme attraverso l’antico rito della “sa paradura”, letteralmente “la riparazione”, una pratica sarda nata originariamente tra i pastori: quando a uno veniva rubato il gregge, gli altri gli donavano una pecora ciascuno per permettergli di ricominciare l’attività.

Calabria

Gli incendi minacciano anche la Calabria dove da inizio luglio sono andati a fuoco 3800 ettari, tra aree boschive e uliveti, ma pesa soprattutto la morsa della siccità.  I problemi principali si registrano per pomodori, peperoni, angurie oltre alla cascola delle olive. C’è forte impegno di agricoltori e allevatori nel prevenire gli incendi, uniti al “Piano droni” voluto dalla Regione Calabria che sta aiutando a prevenire i roghi dolosi.

Sovranità alimentare a rischio

Con il Sud soffocato dalla siccità occorre – secondo Coldiretti – accelerare sulla realizzazione del piano di invasi con pompaggio e cambiare passo sulla gestione della risorsa idrica, senza la quale tutti i record del cibo made in Italy e la stessa sovranità alimentare del Paese sono a rischio per gli effetti sempre più violenti dei cambiamenti climatici.

 

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