Blitz della Polizia nei “Centri Massaggi Cinesi” di Pordenone: chiuse sette attività irregolari

Pordenone – Nel pomeriggio del 25 ottobre, gli agenti di varie divisioni della Polizia di Stato hanno sottoposto a controlli amministrativi un gruppo di “Centri Massaggi Cinesi” di Pordenone.

Sono state riscontrate numerose violazioni in materia di autorizzazioni amministrative. In seguito agli accertamenti sono stati chiusi sette “Centri massaggi”:

Centro Massaggi, Piazza Celso Costanti 7;
Centro Relax Venere Viale delle Grazie 5;
Centro Massaggi,Via Carnaro 1, Fraz. Torre;
Centro Massaggi Lavanda, Viale della Libertà 25;
Centro Massaggi, Viale della Libertà 51;
Centro Massaggi Sole d’oro, Via Udine 98;
Centro Massaggi, Viale Trento 32 E 34.

Tutti e 7 i centri massaggi erano dotati di varie strumentazioni compatibili con l’attività di centri estetici, ma sono state riscontrate numerose e gravi carenze dal punto di vista igienico-sanitario in ognuno dei centri ispezionati, in violazione di qualunque regolamento di edilizia privata ed urbanistica sono stati riscontrati strutturali modifiche intese alla realizzazione di pareti e camere.

Emblematica al riguardo quanto trovato nel centro massaggi di viale Trento dove all’interno erano state realizzate tre camere, con predisposizione all’interno di ognuno di esse di letti matrimoniali da una piazza e mezzo.

Inoltre, sono state riscontrate irregolarità lavorative, infatti all’interno di uno dei “centri massaggi” sono state trovate della cittadine cinesi in qualità di lavoratrici in nero.

Accertata anche assenza di formazione professionale in materia di abilitazione alla manipolazione e pratica di tecniche di massaggiatore.

Riscontrate anche sistemazioni d’uso non rispettose, come nel caso di un centro massaggio che risulta essere ancora una “macelleria”, trasformata ed adattata in una struttura per massaggi abusiva.

I provvedimenti di chiusura sono quindi stati notificati nella nottata scorsa in Questura a cura del personale della Divisione Polizia Amministativa.

Le 10 ragazze cinesi, aventi un età ricompresa tra i 20 e 30 anni sono state accompagnate in Questura e sottoposte a fotosegnalamento e l’Ufficio Immigrazione della Questura ha già avviato i rispettivi iter amministrativi per la revoca dei permessi di soggiorno.

Gli accertamenti proseguono anche in ordine alla regolarità e titolarità dei contratti di locazione degli stabili all’interno dei quali era esercitata l’attività; gli abusi si protraevano da diversi anni.

Trovati anche flussi di denaro e di trasferimenti economici verso i paesi di origine.

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