“Bella dentro” è l’incontro di due sguardi al femminile nel monologo di Ilaria Marcuccilli al Teatro dei Fabbri

Trieste – Due donne, due storie familiari intrecciate, due destini diversi. Quello di Viola, venticinquenne friulana, che è rinchiusa nel manicomio di Trieste. E quello di Marianne, che ha lo stesso nome della sua nonna acquisita, la fotografa Marianne Strobl, che fotografò il manicomio di Trieste nel 1959. È l’incontro di due sguardi al femminile, tra donne visibili e invisibili, di “Bella dentro”, il monologo di Ilaria Marcuccilli prodotto da La Contrada in scena il 3 e 4 marzo alle 20.30, al Teatro dei Fabbri di Trieste, per la rassegna di teatro contemporaneo AiFAbbri2.

Ilaria Marcuccilli racconta la storia di queste due donne in un monologo, accompagnata dalla voce narrante di Nikla Petruška Panizon. «Tutto prende avvio dalla storia di Viola», afferma l’autrice. «Quando, per un periodo, mi sono ritrovata nella condizione di stare ferma a letto, mi sono domandata: e se non mi alzassi più? Così ho pensato a tutte le persone abbandonate che in quel letto si ritroverebbero a morire, gli outsider ai margini che o sopravvivono, o soccombono a se stessi. Così è affiorata nella mia mente l’immagine di Viola, una donna rinchiusa in manicomio che decide che il suo letto diventerà tutto il suo mondo. Ho creato questa donna che decide, pur nel punto di blocco totale, di ritrovare la sua libertà dentro quel limite, il letto, dal quale imparerà a volare».

«Nella mia storia avevo bisogno però anche di qualcuno che potesse osservarla. Ho immaginato che una persona passasse di lì e la vedesse. Studiando tra il materiale di San Giovanni ho trovato un opuscolo che ne raccontava la storia dal 1908 al 2008. Lì ho visto anche delle fotografie delle quali, fino appunto al 2008, non si sapeva l’origine: l’autore era indicato come tale “Herr Strobl”. Dalla calligrafia della firma autografa, però, avevo intuito che Strobl fosse una donna: era appunto Marianne, come ho poi letto in alcuni articoli del 2013. In quell’opuscolo si diceva anche che, delle 35 lastre fotografiche realizzate nel manicomio da Strobl, negli archivi ne erano rimaste solo 31. Allora ho viaggiato con la fantasia, immaginando che le lastre mancanti fossero state rubate e che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, la nipote acquisita di Marianne Strobl decidesse di andare a recuperarle a San Giovanni. È proprio a quel punto che vede Viola alla finestra. Le scatta una foto. E racconta».

Biglietti in vendita presso la biglietteria del Teatro (Via del Ghirlandaio, 12 • tel. 040.390613/948471), presso TicketPoint (Corso Italia, 6/c • tel. 040.3498276), sulla App gratuita della Contrada e on line sui siti contrada.it e vivaticket.it.

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