Avvocato della famiglia Regeni in Egitto in carcere a pochi giorni dall’arrivo dell’ambasciatore
Roma – La Egyptian Commission for Rights and Freedom (Commissione egiziana per i diritti e la libertà) ha confermato che il consulente legale della famiglia di Giulio Regeni al Cairo, Ibhrahim Metwaly, è stato arrestato e ha reso noto che l’avvocato è stato posto in custodia cautelare per due settimane.
“La Procura della Sicurezza dello Stato ha deciso una carcerazione preventiva di 15 giorni per l’avvocato Ibrahim Metwaly”, annuncia l’ECRF sulla sua Pagina Facebook.
“È stata conclusa l’indagine nei suoi confronti per aver pubblicato notizie false. È stato portato in un carcere di massima sicurezza” aggiunge il sito senza fornire altri dettagli.
In un post precedente l’Ecrf ha segnalato che “le forze di sicurezza hanno fatto irruzione nella residenza dell’avvocato a Kafr El-Sheikh”, sul delta del Nilo, “e hanno distrutto il mobilio”.
Domenica 10 settembre l’avvocato Metwaly era stato bloccato all’aeroporto del Cairo dove, nella mattinata del 10 settembre, si stava imbarcando su un volo aereo per Ginevra, dove sarebbe dovuto intervenire a un’assemblea delle Nazioni Unite per parlare di diritti umani.
La scorsa settimana il sito web della Egyptian Commission for Rights and Freedom, che rappresenta legalmente la famiglia Regeni, era stato oscurato assieme ad una serie di altri siti che si battono contro la violazione dei diritti umani in Egitto.
Metwaly da anni porta avanti una campagna contro Al Sisi e il suo governo che, a detta dell’Egyptian Commission for Rights and Freedom, tortura e uccide.
Nel 2013 il figlio di Ibrahim Metwaly era scomparso, ma a differenza di Giulio Regeni non è mai stato ritrovato.
I colleghi dell’associazione si sono detti “molto preoccupati”.
Il fatto accade nell’immediata prossimità della normalizzazione dei rapporti diplomatici tra Italia ed Egitto. Il nuovo ambasciatore, Giampaolo Cantini, assumerà l’incarico al Cairo il 14 settembre, giorno in cui anche il nuovo ambasciatore egiziano si insedierà a Roma.
Il ministro degli Esteri Angelino Alfano il 4 settembre scorso aveva riferito sul caso Regeni davanti alle commissioni Esteri di Camera e Senato riunite a Montecitorio.
Queste le parole di Alfano nell’informativa: “Durante tutti questi mesi è stato mantenuto costante il livello di interlocuzione con i genitori di Giulio. È impossibile per i nostri Paesi non avere un’interlocuzione politico-diplomatica di alto livello. Il nostro obiettivo è giungere alla verità sulle circostanze che hanno portato alla morte di Giulio Regeni. Una verità vera e non di comodo”.
“Il giorno del ritrovamento del cadavere di Giulio Regeni i rapporti bilaterali hanno subito un duro colpo: l’omicidio Regeni è una grave ferita per le nostre coscienze, per tutti noi e per un intero Paese. I magistrati egiziani hanno soddisfatto in modo ancora parziale ma crescente le richieste contenute nelle rogatorie”.
“Inviando al Cairo un diplomatico di comprovato livello come l’ambasciatore Giampaolo Cantini, il governo intende rafforzare l’impegno politico e morale per la ricerca della verità sulla scomparsa di Giulio. Cantini ha ricevuto istruzioni precise, dovrà seguire in via prioritaria le indagini sul caso”.
“La ripresa di un dialogo bilaterale tra Italia ed Egitto è interesse nazionale dell’Italia. Cantini curerà l’intero spettro dei rapporti a partire dalla nostra comunità che conta circa 6000 connazionali residenti. Le indagini dovranno proseguire con vigore, continueremo ad aspettarci piena collaborazione dalle autorità egiziane, lo dobbiamo a Giulio, alla sua famiglia e a tutti noi italiani”.