Avevo detto NO! A Staranzano un’ampia rassegna per riflettere sulla violenza di genere

Staranzano (Go) – Forte l’impegno del Comune di Staranzano in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. “Avevo detto NO! – La violazione del corpo e dell’anima nelle donne vittime di violenza” è il titolo dell’articolata rassegna che l’Assessorato alla Cultura del Comune di Staranzano, in collaborazione con l’Associazione “Da donna a DONNA” e il Laboratorio Teatrale “La Barraca” e con il prezioso contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, propone dal 22 novembre al 3 dicembre per riflettere sulla violenza di genere.

A impreziosire l’immagine grafica della rassegna è un’opera di Nicoletta Leghissa, dal titolo “Futuri possibili”. La composizione si suddivide in due elementi: il passato e il futuro, l’oppressione (il ramo di rosa con le spine) e la libertà (le farfalle). A unire i due elementi è il nido, simbolo di affetto e protezione, che però può trasformarsi in una gabbia, luogo di sopruso e dolore. Le farfalle rappresentano la metamorfosi, l’occasione – per ogni donna che ha subito violenza – di rinnovarsi e rinascere.

Martedì 19 novembre, nel corso della presentazione che si è svolta a Staranzano, il Sindaco Marco Fragiacomo e l’Assessore alla Cultura e alle Pari Opportunità Giuseppina Gambin hanno illustrato il programma della rassegna e, soprattutto, le motivazioni e l’urgenza di porre l’attenzione sull’argomento.

L’esordio dell’accorato intervento dell’Assessore Gambin – anima della rassegna – si è concentrato sul titolo, scelto con cura: “Avevo detto NO!. Perché il rispetto comincia proprio dalla parola, dal linguaggio. Una locuzione forte, che imporrebbe la volontà di affermazione di sé; ma il verbo al passato lascia trasparire come questo rispetto sia tutt’altro che acquisito e scontato, anche negli scambi quotidiani. Sottolineo – continua Gambin – come il percorso della rassegna prenda il via dalla restituzione della sofferenza dell’oggi per chiudersi, invece, con il mondo antico e la mitologia, ricca di stereotipi non ancora superati: perché per contrastare e soprattutto prevenire la violenza è necessario un atteggiamento fluido, costruttivo, che considera e analizza i mutamenti al fine di trovare soluzioni”.

Ad aprire la rassegna, infatti, venerdì 22 novembre alle 18.00, nella Sala Peres del Palazzo Municipale (Piazza Dante Alighieri 26), è l’inaugurazione dell’installazione artistica “Com’eri vestita? – Rispondono le sopravvissute alla violenza sessuale”, a cura del Centro Antiviolenza di Milano “Cerchi d’acqua”, fra i fondatori dell’Associazione Nazionale dei Centri Antiviolenza D.i.Re. (Donne in Rete Contro la Violenza), attivo dal 2000 nel contrastare la violenza alle donne e le conseguenze che questa comporta.

A inaugurare la mostra, con un intervento dedicato agli stereotipi che continuano ad affliggere chi subisce violenza, sono Veronica Dordei, operatrice del Centro Antiviolenza “Da donna a DONNA”, e la giornalista Fabiana Martini.

La mostra rimane aperta fino al 3 dicembre con il seguente orario: da lunedì a sabato, ore 10.00-12.00 e 15.30-18.30; domenica ore 10.00-12.00.

Sabato 23 novembre il messaggio della rassegna esce dalla sede istituzionale e invade le strade. “Mi hanno voluto sprofondare. Breve itinerario attraverso la negazione della dignità delle donne” è l’eloquente titolo delle letture itineranti alle quali danno vita, a partire da Piazza Dante Alighieri, con inizio alle ore 15.30, le ragazze e i ragazzi del Laboratorio Teatrale “La Barraca”; al loro fianco, a intersecare le parole con la musica, l’arpista Agnese Puzzi, dell’Associazione Culturale Musicale “Incontro”.

In caso di maltempo la performance ha luogo presso la Sala Peres.

Lunedì 25 novembre, alle ore 18.00 presso la Sala Peres, spetta al Prof. Francesco Stoppa, psicologo e psicanalista che insegna Psicopatologia della Famiglia presso l’Università Lateranense di Roma, già docente e supervisore d’équipe presso diversi servizi psichiatrici e di salute mentale, approfondire il tema della violenza di genere nell’ambito del talk “Uomini che odiano le donne. Perché mai?”.

La sera di venerdì 29 novembre, presso la Sala Peres, con inizio alle ore 20.30, il contesto è quello dell’investigazione e della giustizia. “Sulla scena del crimine: storie di femminicidio e violenza sulla donna” è la conferenza che vede protagonista Linda Pontoni, criminologa investigativa e forense, specializzata in Criminal Profiling e Tecniche di Profilazione. Modera l’incontro Alessandro Bozzi, dottore di ricerca in criminologia e docente di diritto penale e penitenziario, nonché scrittore (Sospetti maestri è il suo libro più recente, edito da Musicaos Editore).

Sabato 30 novembre, sempre alle 20.30 presso la Sala Peres, la riflessione sulla violenza di genere si affida alla potenza espressiva della letteratura e del teatro.

“Senza. Riflessioni per nuove metamorfosi possibili” è il titolo della rappresentazione teatrale in forma di reading ideata e interpretata dalla bravissima Luisa Vermiglio, autrice e attrice monfalconese che coordina numerosi progetti di formazione e divulgazione teatrale, dedicati in particolare alle nuove generazioni.

Di tutt’altro registro l’appuntamento che chiude la rassegna. Martedì 3 dicembre, alle ore 18.00 in Sala Peres, è la volta di Marco Bergamasco, docente di Italiano e Latino presso il Liceo “Buonarroti” di Monfalcone e seguitissimo youtuber (@bergayoutube è il suo canale dedicato alle lingue antiche e moderne). A lui il compito di raccontare, nel talk “I miti antichi e gli stereotipi sulle donne”, molte delle situazioni che ancora oggi caratterizzano la condizione femminile: il silenzio, l’impossibilità di agire, la necessità di sopportare. Numerosi episodi della storia romana, così come molti miti antichi, ci consegnano i ritratti di vere e proprie eroine.

A integrazione e in sinergia con quanto proposto dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Staranzano, la Pro Loco ha deciso di spendersi personalmente, realizzando dei volantini volti a sensibilizzare e offrire aiuto a tutte le donne che non hanno il coraggio di denunciare, per portarli in tutti i luoghi pubblici (negozi, bar, biblioteche, sale) e iniziare un dialogo aperto con la comunità.

Anche la Biblioteca Comunale di Staranzano ha elaborato uno scaffale tematico, adatto a tutte le età e rivolto a ogni genere di lettore, così da attirare l’attenzione di ogni cittadino sull’approfondimento di questi temi.

Anche i ragazzi, infine, sono protagonisti di questa importante campagna di sensibilizzazione (e con loro i lungimiranti docenti): alcune classi dell’ISIS BEM Brignoli-Einaudi-Marconi di Staranzano hanno realizzato un articolato percorso di ricerca, su diverse tematiche, finalizzato al contrasto della discriminazione e della violenza di genere.

Di grande attualità gli argomenti sui quali le ragazze e i ragazzi del BEM, guidati dai loro docenti, hanno svolto la propria indagine: i diritti ancora negati alle donne in molti Paesi del mondo, la drammatica questione delle mutilazioni genitali, la vicenda di Artemisia Gentileschi (pittrice del Seicento protagonista di uno dei primi processi per stupro), gli stereotipi di genere, l’educazione sessuale nelle scuole, la normativa sulla violenza di genere, il gaslighting, la dipendenza affettiva. E diversi gli output attraverso i quali gli studenti restituiranno contenuti e obiettivi del loro lavoro: esposizioni in PowerPoint, testi narrativi, video, file audio a carattere letterario e perfino un reading.

Tutti gli appuntamenti della rassegna sono a ingresso libero.

Ulteriori informazioni sul sito web e sul profilo Facebook del Comune di Staranzano.

La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne

Istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999, la Giornata commemora le sorelle Patria, Maria Teresa e Minerva Mirabal, coraggiose attiviste politiche della Repubblica Dominicana, che vennero brutalmente uccise il 25 novembre del 1960 per ordine del dittatore Rafael Trujillo. Soprannominate mariposas (farfalle), le sorelle Mirabal denunciarono i crimini della dittatura e gli orrori di una cultura machista che non concedeva alle donne l’occupazione di uno spazio pubblico e politico. Il 25 novembre 1960 le tre mariposas vennero torturate e uccise dai sicari di Trujillo e i loro corpi gettati in un dirupo per simulare un incidente.

 

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