Archeologia subacquea: alla scoperta del patrimonio culturale sommerso dal FVG alla Sicilia
Udine – Un viaggio sott’acqua durato un’ora e mezza, quello proposto dal Museo Friulano di Storia Naturale nella serata di giovedì 28 luglio.
Alla conferenza condotta da Massimo Capulli, ricercatore presso il Dipartimento di Studi Umanistici e del Patrimonio Culturale (DIUM) dell’Università di Udine e docente di metodologie della ricerca archeologica, archeologia subacquea e navale del territorio hanno partecipato una cinquantina di persone, tra appassionati di subacquea e di archeologia. Presente anche la direttrice del Dipartimento Linda Borean.
Capulli ha presentato una rassegna dei progetti ai quali ha partecipato dal 2009, anno a partire dal quale la ricerca e la didattica universitaria della regione FVG si è estesa anche al patrimonio culturale sommerso. Tra immagini, video, ricostruzioni con le più sofisticate tecnologie il ricercatore ha esposto le metodologie con cui ha operato nei siti archeologici sommersi.
Relitti di navi e imbarcazioni di ogni epoca (dal II sec. a.C. al XV sec.) nei fondali delle acque di Grado fino alle trasparenti acque del mare dell’antica città di Kamarino in Sicilia, dal letto del fiume Stella ai fondali del Lago di Garda: nella conferenza sono stati presentati i risultati principali degli studi condotti su questi siti. Presentati anche alcuni risultati delle ultime ricerche che proprio in questi giorni si stanno svolgendo nelle acque di Grado insieme alla Soprintendenza dopo che sono riaffiorati dalla sabbia i resti di un’antica imbarcazione.
Spiegazioni dettagliate ed esaustive ma adatte ad ogni fascia d’età accompagnate da aneddoti talvolta divertenti, brevi excursus storici e sulla struttura dei relitti lignei adagiati nei fondali e avvolti dalla sabbia (e talvolta da organismi parassitari che ne favoriscono il deterioramento) hanno animato la serata che si è conclusa con uno spazio dedicato ai quesiti da parte del pubblico.
Un’occasione anche per presentare nuovi sistemi di sorveglianza e protezione dei siti che spesso sono soggetti a bracconaggio: sistemi di sorveglianza remota e reti metalliche fisse sono alcuni tra gli espedienti utilizzati per proteggere i relitti e gli oggetti che essi trasportavano (spesso anfore, laterizi, colonne…).
La conferenza, realizzata nell’ambito di “UdinEstate”, è la prima tra le due a tema acqua organizzate dal Museo Friulano di Storia Naturale; la prossima, intitolata “l’acqua che beviamo”, si terrà giovedì 4 Agosto a partire dalle ore 21 nella sede del Museo Friulano di Storia Naturale. L’ingresso è gratuito ed è richiesta la prenotazione sul sito https://easyplanning.easystaff.it/portale/udine-servizi-comunali/index.php?include=form&servizio=342