Anche l’Azienda sanitaria di Trieste e Gorizia deve fronteggiare la salita dei casi di Covid
Trieste – Prosegue la riorganizzazione delle Aziende sanitarie in seguito all’aumento di casi di Covid-19. È la volta dell’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina (Asugi), che fa fronte ad un’importante ondata di contagi.
In una conferenza stampa indetta da Asugi il 9 novembre svoltasi all’ospedale di Cattinara, il direttore generale Antonio Poggiana ha illustrato la riorganizzazione delle attività sanitarie dovute alla crescita dei ricoveri per coronavirus, che nella stragrande maggioranza dei casi – è stato evidenziato – riguarda non vaccinati.
Così si è espresso il vicegovernatore con delega alla Salute Riccardo Riccardi intervenendo all’incontro con i giornalisti: “I numeri dei contagi nell’area di Trieste costringono a fare una manovra importante di riconversione delle attività ospedaliere e territoriali: ne pagano il prezzo i pazienti non Covid, dato che le attività chirurgiche ordinarie subiscono un inevitabile rallentamento”.
Da ieri sono stati temporaneamente attivati 8 posti letto di osservazione Covid a carico della S.C. Pronto Soccorso e medicina d’Urgenza (con il supporto di personale medico e infermieristico di altri reparti) al 13° piano della torre medica di Cattinara.
Da oggi viene sospesa una serie di prestazioni: all’ospedale Maggiore le attività della Day Surgery, attività programmate delle S.S.C.C. Clinica oculistica e Clinica di chirurgia maxillofacciale e odontostomatologica, visite anestesiologiche ambulatoriali. Rimangono garantite le attività chirurgiche in regime di urgenza.
A Cattinara rimangono operative le attività urgenti e di emergenza, ma vengono sospese le attività programmate del Servizio di Medicina Iperbarica e Subacquea. Altre misure riguardano le prossime giornate: il reparto di Terapia intensiva Covid rimarrà attivo al 12° piano della torre medica, aumentando la dotazione di posti letto a 12, ampliabili a 18 in caso di necessità, mentre la Terapia semi-intensiva (pneumologia Covid) verrà trasferita al 13° piano torre medica, con progressivo aumento dei posti letto fino a 26.
Nel complesso operatorio di Cattinara, in caso di ulteriore aumento dei pazienti Covid che necessitino di cure intensive, le sedute operatorie saranno ridotte dalle attuali 50-52 a 40 a settimana. Clinica chirurgica: verranno chiusi i 10 posti letto di degenza al 14° piano. In Pneumologia chiusura per il reparto di degenza al 13° piano della torre chirurgica; rimarranno attivi 8 posti letto di pneumologia nel reparto di medicina d’urgenza, che ridurrà pertanto i posti letto da 24 a 16. Per quanto riguarda le degenze Covid internistiche, saranno aperti 26 posti letto nella S.C. Medicina Interna di Gorizia ed è prevista l’eventuale successiva conversione delle degenze della SC Clinica medica, con 33 posti letto.
In ambito territoriale la Rsa Cormons rimarrà attiva come Rsa non Covid. A sua volta la Rsa Mademar, di Trieste, vedrà l’ampiamento dei posti letto Covid, dagli attuali 24 a 40.
Nel corso della conferenza stampa c’è stato spazio per le testimonianze di chi guida il lavoro nelle corsie: lo stress a cui è sottoposto il personale impegnato a fronteggiare il Covid, dopo due anni di dure fatiche, e la rabbia per l’impossibilità di dare risposte tempestive a chi deve essere operato, per esempio, alla prostata, per un’ernia o un’anca perché le energie ospedaliere sono drenate dal Covid a causa dei no vax.
“È il prezzo – ha detto Riccardi – di 70mila non vaccinati di Trieste su una popolazione di 230mila abitanti e soprattutto dei cortei: solo quello del 15 ottobre ha creato un focolaio di 200 contagi. Nel legittimo esercizio della propria opinione – ha rilevato il vicegovernatore – c’è il dovere di non pregiudicare la salute di persone responsabili. Oggi più che mai vaccinarsi non è solo un fatto sanitario ma un atto di responsabilità sociale. Tra i non vaccinati dobbiamo distinguere chi non può essere sottoposto alla vaccinazione, chi può essere convinto e chi invece pone in atto comportamenti contro regole che invece devono essere rispettate”.
Riccardi ha concluso con un appello: “In questo momento evitiamo tutto ciò che si può evitare: manifestazioni e cortei con assembramenti. Quando i numeri dei ricoveri si alzano, e lo stiamo vedendo, la situazione si fa complicata”.