Al via “Welfare a Km0” progetto che coniuga benessere dei lavoratori e sostegno alle attività locali

Pavia di Udine – Il progetto “Welfare a Km0” lanciato dal Distretto del Commercio del Friuli Orientale rappresenta una piccola rivoluzione nel modo in cui il welfare aziendale può generare benefici diffusi sul territorio, non solo migliorando il potere d’acquisto dei lavoratori ma, al contempo, sostenendo le piccole e microimprese locali.

Con la partecipazione di 12 Comuni e Pavia di Udine a fare da capofila, l’iniziativa, presentata martedì 8 aprile, trasformerà parte del credito welfare in buoni spesa da utilizzare esclusivamente nei negozi locali, in bar, ristoranti, saloni di bellezza e altre attività che costituiscono il tessuto produttivo della zona.

Il meccanismo è semplice: le imprese possono, da ora, caricare su una piattaforma digitale il credito welfare destinato ai propri dipendenti, permettendo loro di riscattare buoni spesa nei punti vendita aderenti. Beppino Govetto, sindaco di Pavia di Udine e promotore dell’iniziativa, spiega: «Con Welfare a Km0 miriamo a creare un circolo virtuoso in cui il benessere dei lavoratori si traduce in un sostegno diretto alle imprese locali, rafforzando il cuore economico dei nostri piccoli centri.»

L’assessore regionale alle attività produttive ha evidenziato come questo tipo di welfare territoriale non solo contribuisca a rivitalizzare i centri storici e le aree rurali, ma responsabilizzi anche lavoratori e residenti, promuovendo un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo.

In un contesto economico sempre più attento alla valorizzazione delle risorse locali, il progetto traccia un parallelo con il fenomeno delle monete locali. Questi strumenti complementari di scambio, ormai diffusi in diverse realtà italiane, hanno l’obiettivo di mantenere e moltiplicare la ricchezza all’interno di un territorio, incentivando il consumo nei negozi di prossimità e rafforzando il senso di comunità.

Le monete locali, infatti, operando come mezzo alternativo di pagamento, favoriscono la circolazione della moneta all’interno dell’area interessata, riducendo l’esodo di capitali verso le grandi catene commerciali e stimolando la crescita dei piccoli esercenti. In questo quadro, Welfare a Km0 si presenta come un ulteriore strumento per innescare questo processo virtuoso, poiché il credito welfare, convertito in buoni spesa, alimenta lo stesso flusso economico territoriale che le monete locali mirano a potenziare.

L’interconnessione tra questi due modelli – uno sviluppato nell’ambito del welfare aziendale e l’altro basato su una moneta di scambio alternativa – offre ai cittadini la possibilità di godere di maggior benessere personale, mentre le imprese locali ottengono una piattaforma per attrarre clienti e aumentare l’incasso in tempi rapidi. Luca Occhialini, presidente di Banca 360 Fvg e partner del Distretto, sottolinea: «Welfare a Km0 rappresenta un’opportunità concreta per rafforzare il legame tra imprese e territorio, promuovendo una coesione sociale che si traduce in sviluppo economico sostenibile.»

Il Distretto del Commercio Friuli Orientale, che conta circa 43.000 abitanti e una molteplicità di attività produttive – dalle imprese agricole a quelle artigianali, passando per numerose realtà del terziario – si conferma un laboratorio di innovazione economica. Il nuovo modello di welfare propone un approccio integrato: da un lato, la creazione di benessere tra i lavoratori e, dall’altro, il rafforzamento di un tessuto economico locale resiliente e coeso.

Edi Sommariva, manager del Distretto, conclude: «Il nostro progetto è il frutto di ascolto e connessione con le esigenze del territorio. Con un clic, i negozi ricevono liquidità in tempi brevi, alimentando un modello di sviluppo che vede al centro le persone, la loro qualità della vita e il sostegno alle piccole realtà produttive. Si chiude il cerchio di un modello di welfare che, integrato con strumenti come Welfare a km0, fa crescere le comunità e le rende più forti e autonome.»

Un’esperienza pionieristica, destinata a diventare un punto di riferimento per altre realtà regionali, che potrebbe ben riscrivere le regole del commercio locale e del welfare territoriale in Italia.

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