Al via il progetto “1954 – Trieste dopo l’America”: cinema, musica e parole per raccontare la Trieste a stelle e a strisce

Trieste – Una rassegna cinematografica a base di documentari, spy-stories girate a Trieste e film d’epoca ritrovati e restaurati, da “I nostri giorni americani” (2014) di Chiara Barbo e Andrea Magnani a “La campana di San Giusto” (1954) di Ruggero Maccari. Uno spettacolo swing con il trio de Les Babettes, un concerto jazz con l’orchestra del Conservatorio Tartini, una tavola rotonda e una mostra fotografica con scatti che hanno fatto la storia, come il famoso “Bacio” di Ugo Borsatti, che immortala il saluto commosso tra un giovane soldato americano e una “mula” triestina. Sono le principali iniziative, tutte a ingresso libero, parte del progetto “1954 – Trieste dopo l’America”, ideato dal Circolo della Cultura e delle Arti e realizzato con il supporto della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e delle Fondazioni Casali per celebrare il settantennale del ritorno di Trieste all’Italia e ricordare i nove anni di amministrazione anglo-americana che lo precedettero, influenzando profondamente la vita artistico-culturale ed economico-sociale della città.

Negli anni dal 1945 al 1954 infatti la città giuliana si nutrì delle nuove influenze artistiche e culturali giunte da oltreoceano: la musica swing e il jazz, il cinema americano, con i suoi film e le sue star, le avanguardie artistiche e la letteratura a stelle e strisce, il baseball. Fu un periodo particolarmente fertile per la città, che il Circolo della Cultura e delle Arti ci tiene particolarmente a raccontare, perché proprio in quegli anni vide la luce per volontà di Giani Stuparich – era il 17 febbraio 1946 – e mosse i primi passi, muovendosi agilmente tra le istanze di italianità, di cui si fece portatore, e le innovazioni artistiche, culturali e scientifiche portate dagli occupanti anglo-americani. “1954 – Trieste dopo l’America” è un progetto che si avvale delle partnership di Teatro Rossetti, Conservatorio Tartini, Università degli Studi di Trieste, Associazione Italo-Americana del FVG e TV Koper-Capodistria.

Si partirà dunque lunedì 21 ottobre alle 18, nella nuova sala “Trieste 1954” del Teatro Rossetti, che ospiterà anche le proiezioni cinematografiche, con la conversazione “La vita degli americani a Trieste durante l’AMG” a cura di Karoline Steckley e Denise Tecchio (Associazione italo-americana FVG): le relatrici prenderanno spunto dalle conversazioni avute con veterani e donne che hanno sposato americani, condividendo racconti e aneddoti che illustrano l’impatto di quel periodo sulle vite personali e sulla comunità locale, visto dagli occhi di chi a quell’epoca era un bambino o una bambina.

Alle 18.20 ci sarà la proiezione del film documentario “I nostri giorni americani” (Pilgrim, 2014), di Chiara Barbo e Andrea Magnani, che raccoglie, tramite interviste a chi era giovane all’epoca e immagini di repertorio, la storia e l’eredità della presenza americana a Trieste in quegli anni cruciali. Si chiuderà alle 19, con un altro docufilm firmato da Barbo e Magnani, “Le ragazze di Trieste” (Pilgrim, 2008), che ripercorre invece le storie di quelle giovani triestine che negli anni ’50 lasciarono Trieste per emigrare negli Stati Uniti.

Martedì 22 ottobre invece, alle 17, sarà la volta della tavola rotonda cuore del progetto, ospitata nel Ridotto del Teatro Verdi, dal titolo “1954: Trieste dopo l’America. Tra richiamo alla tradizione e spinte all’innovazione”, in cui una serie di illustri studiosi tratteranno non soltanto del “periodo yankee” di Trieste, ma anche di quanto accadde alla città dopo l’annessione all’Italia, sui vari fronti, dall’economia all’arte e alla cultura. Introdotti dal presidente del CCA Piero Paolo Battaglini, si alterneranno gli interventi dei professori Raoul Pupo (storia), Maria Cristina Benussi (letteratura), Paolo Quazzolo (teatro), Gianluigi Gallenti (economia), Margherita Canale Degrassi (stile musicale), del maestro Romolo Gessi (arte e musica) e di Alessio Bozzer (cinema). Con Pupo si esplorerà l’entusiasmo popolare che contrassegnò il ritorno all’Italia di Trieste, ma anche la normalità che ne conseguì, con la città non più al centro dell’attenzione nazionale. Con Benussi si analizzerà come proprio in quel periodo la letteratura triestina riprese vigore, grazie a Saba, Bettiza, Mattioni, Quarantotti Gambini, Magris, Tomizza, riposizionandosi in un contesto cosmopolita e iniziando ad ascoltare anche le voci di scrittori sloveni, come Boris Pahor. Con Quazzolo si rammenterà l’inizio, il 22 dicembre del 1954, delle attività del Teatro Stabile “Città di Trieste”, l’odierno Stabile del Friuli Venezia Giulia, e il suo apparentamento con il Circolo della Cultura e delle Arti. Ma si parlerà anche di musica e musicisti, con Gessi e Canale Degrassi, ricordando come in quegli anni a Trieste nacquero circoli di musica jazz, che si affiancarono al repertorio lirico e classico offerto nei teatri e nei salotti musicali cittadini. Sul fronte cinematografico, evidenzia Bozzer, l’epoca fu caratterizzata da una grande vivacità e varietà, con la nascita di cineclub e riviste specializzate: per la sua particolare situazione, Trieste ebbe la peculiarità di presentare sia pellicole americane che opere russe, che arrivavano attraverso la Jugoslavia. Infine l’economia: con Gallenti si discuterà di come, per reinserirsi nel tessuto economico nazionale, Trieste abbia fruito di un significativo intervento pubblico nell’economia, cercando nel contempo un nuovo ruolo per le sue tradizionali vocazioni portuali, marittime, mercantili e assicurative e sviluppando un’economia di confine.

A questo nutrito incontro a più voci, alle 18.30, seguirà lo spettacolo “Swingin’ … or nothing” del trio swing Les Babettes: le voci di Eleonora Lana, Chiara Gelmini e Anna De Giovanni, accompagnate da Alessandro Scolz al piano, Francesco Cainero al contrabbasso, Marco Vattovani alla batteria e Francesco Minutello alla tromba, ripercorreranno brevemente la storia del jazz e la scena triestina del secondo dopoguerra, tra immagini, aneddoti e musica.

Mercoledì 23 ottobre ci si sposterà ancora: nella Sala Tartini del Conservatorio, alle 18.30, è in programma il concerto dell’orchestra jazz del Tartini. Ancora, lunedì 28 ottobre alle 11, nella sede del CCA (via Besenghi 16), si inaugurerà la mostra fotografica d’immagini d’epoca riferite a quel periodo, per poi proseguire il 6, 7, 13 e 14 novembre nuovamente al Rossetti, all’insegna della cinematografia, con  la proiezione di altri due documentari (“Trieste 1954” e “Anni di Celluloide”, entrambi per la regia di Giampaolo Penco) di due spy-stories girate in quegli anni a Trieste (“Corriere Diplomatico”, film del 1952 di Henry Hathaway e “Vagone letto per Trieste”, del 1948 per la regia di John Paddy). La rassegna si chiuderà con la proiezione, dopo la metà di dicembre, di due film ritrovati e restaurati, che saranno presentati da Sergio Germani: “Trieste mia!”, del 1951, di Mario Costa, e “La campana di San Giusto”, del 1954, di Ruggero Maccari.

Il programma completo della  manifestazione è disponibile su www.circoloculturaeartits.org/.

 

 

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