Acciaieria in Aussa Corno, associazioni e cittadini esclusi dall’audizione in Consiglio regionale
Trieste – La possibile realizzazione di un’acciaieria nella zona dell’Aussa Corno è al centro della seduta congiunta della II e della IV Commissione permanente, nell’aula del Consiglio regionale, in svolgimento giovedì 21 settembre.
Confcommercio Fvg e Confapi Fvg non sono state convocate tra i gruppi in audizione. Risultano esclusi anche gli organizzatori della petizione contro l’acciaieria, che hanno raccolto circa 24mila sottoscrizioni.
Confcommercio Fvg e Confapi Fvg
«Non pretendiamo di esserci, ma almeno di conoscere se c’è un metodo o una procedura per le convocazioni delle commissioni consiliari della Regione. O se, invece, tutto è lasciato al caso».
Lo dichiarano i presidenti di Confcommercio Fvg, Giovanni Da Pozzo, e di Confapi Fvg, Massimo Paniccia, preso atto del mancato invito da parte della seconda commissione, in seduta congiunta con la quarta, oggi giovedì 21 settembre, sul futuro dell’area industriale dell’Aussa Corno.
«Si tratta di un tema delicato e impattante per il mondo economico e chiediamo dunque di conoscere i criteri in basi ai quali si decide quali associazioni di categoria chiamare al tavolo di confronto e quali invece trascurare – sottolineano Da Pozzo e Paniccia –. Il tema in oggetto, presenti pure gli assessori regionali alle Infrastrutture, Cristina Amirante, alle Attività produttive e Turismo, Sergio Bini, all’Ambiente, Fabio Scoccimarro, coinvolge in maniera evidente anche i comparti del turismo, del commercio e della piccola e media impresa manifatturiera».
«Ci stupiamo dunque di una gestione dell’incontro che denota non solo scarsa sensibilità, ma anche una non conoscenza, da parte di organi importanti del Consiglio regionale, della grammatica economica e istituzionale».
Confcommercio Fvg e Confapi Fvg, a firma dei presidenti, hanno scritto alla Regione esprimendo «rammarico per il mancato rispetto verso le nostre storiche e rappresentative organizzazioni. L’inspiegabile non coinvolgimento delle due associazioni rende l’audizione priva della voce di una rilevante parte del sistema economico regionale».
Il programma prevede l’audizione di un certo numero di portatori di interesse, coordinata da Markus Maurmair (FdI), presidente dell’organismo consiliare che si occupa di Attività produttive, coadiuvato dal leghista Alberto Budai, al vertice della Commissione Territorio e Ambiente.
Prima di dare la parola agli ospiti, Maurmair ha spiegato la scelta di non integrare l’elenco degli auditi, come richiesto dalle Opposizioni, in quanto non previsto dalle regole vigenti: “I firmatari della petizione contro l’acciaieria – ha assicurato il presidente della II Commissione – avranno comunque la possibilità di illustrarne i contenuti in lungo e in largo durante una seduta specifica che dedicheremo alla loro proposta”.
I consiglieri di opposizione contestano la decisione
La promessa non è bastata alla consigliera Rosaria Capozzi. L’esponente del Movimento Cinque Stelle è convinta che l’elenco degli auditi dovesse essere allargato, proprio a norma di regolamento, e per questo motivo ha annunciato la decisione di non partecipare ai lavori della Commissione. Capozzi ha dunque abbandonato l’aula, “indignata dal sentir dire che aumento di emissioni e inquinamento possano essere occasione di sviluppo economico e sociale per il territorio”.
“Abbiamo deciso di non partecipare a una Commissione che ha estromesso arbitrariamente 24mila cittadini firmatari della petizione presentata al Presidente del Consiglio regionale, petizione con cui è stata espressa la volontà popolare di difendere la Laguna di Marano e Grado. Inoltre alla Commissione non sono stati invitati anche enti che hanno partecipato ai tavoli su questo progetto negli ultimi 15 mesi, come l’Ente di decentramento, responsabile della viabilità della zona, il Comune di Terzo di Aquileia a cui erroneamente è stato preferito il Comune di Aquileia e il Cafc”.
“Ci siamo attenuti al regolamento – spiega – quando abbiamo chiesto di integrare l’elenco degli auditi, richiesta rifiutata. Evidenziamo che il presidente Maurmair garante della sua applicazione, deroga allo stesso nel momento in cui presiede la Commissione congiunta, prerogativa spettante al presidente più anziano”.
Capizzi continua: “Abbiamo avuto modo di evidenziare nell’interrogazione depositata che gli studi, ancorché incompleti, evidenziano le tante criticità dell’investimento siderurgico, ma anche delle possibili infrastrutture che andrebbero a modificare la delicata zona protetta speciale e la Punta Sud dell’Aussa Corno”.
“Siamo sinceramente indignati – prosegue ancora la consigliera – di sentirci dire che cementificare 150 ettari di terreno, modificare le foci dei fiumi facendo arretrare gli argini lagunari in una Zona protetta speciale, aumentare il traffico di mezzi sulla strada provinciale 80 da 80 a 3250 al giorno, decuplicare i treni, decuplicare le emissioni di monossido di carbonio e di acido cloridrico in un’area a ridotta ventilazione sono un’occasione di sviluppo non solo economico, ma anche sociale e culturale per la nostra Regione”.
Infine, conclude Capozzi, “il progetto, a differenza di quanto spesso affermato in quest’aula, non solo esiste ma ha anche un nome, Progetto Adria. Restiamo convinti che l’ulteriore stanziamento di 20 milioni per l’infrastruttaruzione non servano, perché già in atto un infrastrutturazione con relativi stanziamenti. Per noi l’area deve essere rinaturalizzata così come nelle considerazioni iniziali”.
Una posizione critica condivisa da Furio Honsell di Open, che ha giudicato “irrituale la scelta di non integrare l’elenco degli auditi con i primi firmatari della petizione: nella legislatura precedente ogni richiesta di questo genere era stata accolta”. Il consigliere ha poi consegnato a Maurmair e Budai “una lettera che mi è stata consegnata dai comitati che in questo momento stanno animando un sit-in fuori da questo palazzo”. Si tratta dei gruppi di cittadini che nei mesi scorsi avevano raccolto 25mila firme (quasi 22mila quelle poi riconosciute formalmente) contro il progetto-acciaieria.
Analoghi gli argomenti di Serena Pellegrino (Alleanza Verdi e Sinistra), che “come vicepresidente della IV Commissione” ha voluto “prendere le distanze dalla scelta di non audire tutti i portatori di interesse. Chiedo ancora di derogare al regolamento formale e di dare voce a quei cittadini”.
L’approfondimento del progetto delle multinazionali Danieli e Metinvest era stato richiesto da dieci consiglieri di Opposizione di cui si è fatto portavoce Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l’autonomia-Civica Fvg.
Dopo aver riepilogato i vari passaggi della vicenda, Moretuzzo ha auspicato “che si faccia finalmente chiarezza su un progetto che è evidentemente da tempo sul tavolo della Giunta regionale”.
“Se il no espresso di recente dall’Esecutivo è legato a criteri ambientali – ha aggiunto il capogruppo di Opposizione – sarò il primo a sottoscrivere questa scelta, ma non mi si venga a dire, come fa l’assessore Bini in un’intervista di oggi, che non ci sono i soldi per fare l’investimento, dopo che a luglio abbiamo votato un assestamento di bilancio da 1 miliardo”.
La risposta dell’assessore
“Ho detto che 250 milioni di soldi pubblici sono risorse importanti, non ho mai detto che non abbiamo risorse di questo tipo”, gli ha replicato Sergio Emidio Bini, assessore alle Attività produttive, che partecipa alla seduta assieme ai colleghi Cristina Amirante (Infrastrutture) e Fabio Scoccimarro (Difesa dell’ambiente). Bini ha rigettato anche le critiche sulla mancanza di investimenti regionali relativi all’area Aussa-Corno.
“Dagli studi in nostro possesso – ha aggiunto l’assessore per spiegare il sostanziale “no” della Giunta – emergono alcuni aspetti: non c’è lo spauracchio dell’inquinamento, ma ci sono criticità relative ai trasporti e in particolare a un impianto ferroviario assolutamente sottodimensionato, con necessità di investimenti per decine di milioni di euro”.