Accessibilità e disabilità: che cosa dice la normativa

Per garantire l’accessibilità a tutte le persone, comprese quelle con disabilità, la normativa attualmente in vigore prevede delle misure minime per le piattaforme elevatrici per disabili. Vediamo che cosa dice nel dettaglio.

Gli edifici di nuova costruzione: che cosa dice la normativa

Sebbene in molti punti la normativa vigente sia poco chiara, per la piattaforma elevatrice dimensioni minime bisogna fare un distinguo tra gli edifici pubblici e privati. Se si tratta di un edifico a uso residenziale, e quindi di tipo privato, la larghezza deve esser di almeno 95 cm e la profondità 130 cm. Se un edifico, invece, è pubblico le dimensioni minime sono 110 cm di larghezza e 140 cm di profondità. In ambo i casi, la luce delle porte non può esser la di sotto dei 180 cm. La norma in essere specifica anche la portata del carico. Una piattaforma in un edifico nuovo deve supportare 450 kg almeno di peso.

Significa che un nuovo edifico deve sempre rispettare la normativa e non può esimersi dal seguire le indicazioni date. Il progettista deve conoscere la normativa e progettare l’edifico con tali misure per non vedersi bloccato il progetto con un conseguente problema di tempistiche, finanziamenti e simili. Assicurarsi che la normativa sia rispettata per ogni capitolo dalla conformità degli impianti fino alle misure per le piattaforme per i disabili, è fondamentale e da non prendere mai sotto gamba.

Gli edifici preesistenti: che cosa indica la legge

Come già detto nel paragrafo precedente, ci sono due categorie ben distinte per la normativa in merito alle dimensioni minime di una piattaforma per i disabili. La seconda di queste due categorie riguarda gli edifici già costruiti, cioè che esistevano prima dell’introduzione della norma. Per riassumere in poche parole, le dimensioni sono minori.

La ragione sta nel fatto che negli edifici nuovi si possono prevede spazi più ampi mentre in quelli vecchi spesso è necessario adattarsi alla situazione che c’è. I vani scale sono ridotti e quindi è difficile installare sistemi di servoscale grandi come quelli delle nuove costruzioni.

Inoltre, quando si parla di edifici costruiti precedentemente la remotiva, non vi è alcuna distinzione in merito alla destinazione d’uso. Infatti, edifici privati residenziali e pubblici sono equiparati. Una piattaforma elevatrice per i disabili deve avere misure minime di 80 cm per la lunghezza, 120 cm di profondità e luce netta delle porte di almeno cm 75.

Purtroppo, tutte le buone intenzioni del legislatore di tutelare le persone con mobilità ridotta sono oscurate dalla legge di mercato. I centimetri in un’edifico non possono esser sacrificati e quindi tali obblighi sono derogabili in base alla situazione. Il progetto viene analizzato e può esser approvato anche con piattaforme più ridotte in certe situazione.

Tuttavia, l’ideale sarebbe sempre abbondare con le dimensioni delle piattaforme per garantire la fruibilità di tutti gli spazi e abbattere le barriere architettoniche. Si può prevede che in un futuro non troppo lontano, per fortuna, finalmente si presenterà maggiore importanza temi come questi, assieme al risparmio energetico.

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