Abbattimento dei tigli a Pordenone: raccolti 28mila euro per spese legali, chiesto accertamento età degli alberi
Pordenone – Legambiente Pordenone continua a sostenere il ricorso contro l’abbattimento dei tigli dell’ex Fiera mentre cresce il sostegno all’associazione ambientalista e ai comitati e cittadini che si battono contro il provvedimento e chiedono un progetto meno invasivo, rispettoso del luogo e della storia della ex Casa del Balilla.
Ad oggi sono stati raccolti complessivamente oltre 28.000 euro per le spese legali, prima per il ricorso al Tar del Friuli Venezia Giulia e adesso in vista di quello al Consiglio di Stato.
Il circolo “Fabiano Grizzo“, attivo e presente sul territorio pordenonese sin dal 1987, è stato giudicato dal Tar «poco rappresentativo per l’esiguo numero di soci, molti residenti fuori Pordenone», eppure i cittadini continuano a far riferimento all’associazione ambientalista per portare avanti il ricorso e per il pagamento delle spese legali. Nel frattempo, in tanti, per reazione alla sentenza, hanno chiesto di tesserarsi.
Dopo un’attenta valutazione, visto il rischio che la presenza del circolo Legambiente potrebbe portare a un annullamento dell’intero appello al Consiglio di Stato, si è deciso che a firmare formalmente l’azione legale questa volta saranno solo i cittadini residenti nell’area dell’ex fiera, il cui interesse è stato ritenuto legittimo dal Tar.
Il circolo Legambiente tuttavia continua a raccogliere i fondi necessari attraverso il proprio IBAN e la piattaforma di crowdfunding e, all’assemblea della prossima primavera, conformemente alle regole del Terzo settore, verrà resa pubblica una relazione specifica con tutte le spese e le entrate relative ai ricorsi.
È già stato inviata al Consiglio di Stato, dopo aver tentato invano, una seconda volta, il dialogo con il Comune di Pordenone per concordare l’esame dell’età dei tigli, la richiesta di realizzare questo accertamento tramite dendrocronologia, quale azione preliminare all’appello.
Rispetto a questa domanda, fa sapere Legambiente, in passato il Comune ha affermato, senza produrre alcuna prova, che gli alberi sono stati sostituiti nel corso degli anni e non sarebbe possibile accertarne l’età.
Da parte sua, la Soprintendenza regionale aveva dichiarato che le alberature avevano più di settant’anni.
Se si accertasse che anche solo una parte delle piante destinate a essere abbattute hanno più di settant’anni, sarebbe l’ulteriore conferma di quanto i ricorrenti affermano da mesi, cioè che il parco urbano di cui è previsto l’abbattimento è un bene vincolato in base agli articoli 10 e 12 del d.lgs. 42/2004, al pari della ex Casa del Balilla e del complesso, nel suo insieme, per la documentata pertinenza al complesso immobiliare vincolato e per i pareri resi dalle due Soprintendenze che, a prescindere da ogni altra considerazione, si esprimono anche sul parco.
I ricorrenti chiedono quindi al Consiglio di Stato di sospendere la sentenza emessa dal Tar di Trieste e gli atti impugnati nel giudizio di primo grado, fino all’accertamento tecnico preventivo sull’età dei tigli.