L’area aquileiese passa dallo Stato alla Regione tramite la Fondazione. 20 milioni in 10 anni per il sito

Aquileia (Ud) – Le aree archeologiche, il Museo archeologico nazionale ed altri immobili afferenti al comprensorio aquileiense sono stati conferiti in uso dallo Stato alla Fondazione Aquileia per una gestione unica e coordinata dell’intera area, patrimonio dell’Umanità Unesco dal 1998.

Questa la novità prevista nel rinnovo dell’accordo, siglato mercoledì 14 febbraio a Roma, tra il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e la Regione Friuli Venezia Giulia per la valorizzazione del patrimonio culturale della città di Aquileia.

Con la firma è stato aggiornato e prolungato di ulteriori dieci anni il documento sottoscritto nel 2008 e con esso, contestualmente, anche lo statuto della Fondazione, attraverso l’introduzione di alcune modifiche.

Nel dettaglio, la competenza gestionale passa, come in precedenza, dal ministero alla Fondazione attraverso la fattispecie del conferimento in uso.

L’attuale provvedimento riguarda i seguenti beni immobili e le collezioni conservate all’interno degli stessi: il Museo archeologico nazionale e i relativi magazzini, compresi i complessi di ex casa Sverzut e della ex stalla Sverzut e dell’immobile attualmente occupato dalla Direzione del museo; il Mueso Paleocristiano; l’immobile ex Brunner in via Roma; il Fondo ex Sandrigo a est del fiume Natissa; il Fondo ex officina Moro tra foro e ex Essiccatoio; la Cripta scavi, angolo sud-est, sulla base di un protocollo d’intesa da stipularsi con l’Arcidiocesi di Gorizia.

Per quel che attiene alla tempistica di questi passaggi, entro i prossimi tre mesi si provvederà alla consegna dei beni immobili (aree e fabbricati), mentre entro un anno si procederà alla consegna delle collezioni, anche con atti separati, previa redazione di specifico inventario delle stesse effettuato da parte della Fondazione con la collaborazione del Ministero.

Di particolare rilevanza la presa in carico del Museo archeologico nazionale, che detiene reperti di altissimo livello ed è uno dei musei più grandi della regione. Relativamente all’ex Casa Brunner, si tratta di un immobile già in parte ristrutturato che, con un ulteriore intervento, potrà essere destinato a divenire una sede espositiva di significativo pregio.

In riferimento alla governance della Fondazione, il cambiamento più sostanziale è determinato dal piano di subentro della Regione alla Provincia di Udine che, tra due mesi, verrà soppressa nell’ambito della riforma regionale degli Enti locali.

Il Consiglio di amministrazione quindi sarà composto da due membri nominati dall’Amministrazione regionale (uno a decorrere dalla chiusura dell’Ente provincia), uno dal Ministero, un altro dal Comune di Aquileia e un ultimo infine designato dagli altri partecipanti.

La svolta di questo accordo, come è stato spiegato dalla Regione, può essere definita un salto di qualità rispetto al documento del 2008 che rappresentava già di per sé uno strumento all’avanguardia, in quanto la Fondazione Aquileia è stata la prima in Italia a sperimentare il conferimento in uso dei beni da parte del Ministero.

Fin da subito, con un’organizzazione che permetterà una gestione unica e armonica del sito, sarà possibile, ad esempio, istituire un biglietto unico, in modo da consentire al turista di visitare in maniera più comoda e funzionale l’intero patrimonio archeologico, i Musei e le mostre connesse.

Inoltre potrà essere realizzata la messa in rete del Museo archeologico con gli altri musei regionali, dandogli un’ulteriore valenza da un punto di vista promozionale e creando un circuito virtuoso.

Sul fronte delle risorse viene confermato l’impegno economico della Regione, con uno stanziamento di 20 milioni di euro nel decennio, che per le prossime due annualità verrà così frazionato: 1 milione nel 2018 e 3 milioni nel 2019, in considerazione dell’attuale ampia disponibilità finanziaria della Fondazione.

Soddisfazione è stata espressa dalla Presidente della Regione Dobora Serracchiani: “La competenza su una delle più importanti aree archeologiche d’Italia è stata trasferita dallo Stato al Friuli Venezia Giulia, attraverso un accordo che rappresenta un altissimo riconoscimento dell’autonomia e delle capacità gestionali della Regione anche in materia di beni culturali”. Lo ha affermato la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, che ha sottoscritto oggi a Roma con il ministro ai Beni e Attività culturali Dario Franceschini il rinnovo dell’accordo tra Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia per la valorizzazione del patrimonio culturale della città di Aquileia, la cui area archeologica è stata dichiarata patrimonio dell’Umanità nel 1998 dall’Unesco.

“Si perfeziona oggi un lungo e costruttivo dialogo – ha indicato Serracchiani – tra la Regione e il Ministero che ha portato a un’operazione senza precedenti per le dimensioni complessive dei conferimenti. Dopo dieci anni di attività la Fondazione Aquileia e la Regione hanno meritato questo riconoscimento, a compimento di un percorso virtuoso che da qui in avanti potrà proseguire e accelerare, favorendo la crescita del sito e lo sviluppo complessivo del territorio. Ciò anche in virtù della possibilità di investire direttamente le entrate derivanti dai musei”.

La presidente ha ringraziato “i vertici della Fondazione e i soggetti istituzionali, a cominciare dall’Amministrazione comunale, che hanno contribuito all’affermazione di Aquileia come punto di riferimento culturale”, e ha rivolto un “vivo e personale ringraziamento al ministro Franceschini che, nel corso della legislatura, ha sempre avuto attenzione per il Friuli Venezia Giulia e le risorse culturali del nostro territorio, da Miramare a Palmanova, da Cividale a Aquileia”.

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