“Femminicidio: le parole da non dire”: contro la violenza di genere investire in educazione e cultura
Trieste – Si è svolta mercoledì 15 novembre presso la sede della Giunta della Regione Friuli Venezia Giulia una conferenza stampa in materia di comunicazione di genere dal titolo “Femminicidio: le parole da non dire”.
“Per contrastare la violenza di genere e il femminicidio è fondamentale puntare sulla formazione sia per le nuove generazioni sia per i giornalisti che devono usare i termini che le donne hanno scelto per rappresentare l’omicidio di una di loro proprio perché donna”.
Lo ha dichiarato l’assessore a Formazione e Pari opportunità del Friuli Venezia Giulia, Loredana Panariti, intervenendo all’incontro.
Panariti ha sottolineato la necessità di “continuare a investire sull’educazione culturale perché le parole sono la base della cultura e quindi usare i termini giusti permette di raccontare le storie delle vittime che, troppo spesso, non vengono messe in evidenza. Bisogna rafforzare l’educazione sentimentale delle persone, a partire dalle scuole, e su questo fronte il ruolo dei media è importante perché la libertà di scelta delle donne è un principio che deve sempre essere difeso”.
Panariti ha ricordato che la violenza sulle donne “è un fenomeno di primo piano e il termine femminicidio non deve essere usato perché mediaticamente d’impatto ma perché dietro di esso si trova un percorso lungo più di vent’anni, quando le donne hanno deciso di nominare questa molto triste realtà per rendere visibile il fenomeno, spiegarlo e potenziarne la prevenzione”.
In merito l’assessore ha precisato che “vanno rinforzate le azioni positive di sostegno alle vittime di violenza e l’attività di formazione che ci permette di usare le parole corrette per descrivere queste situazioni, perché il vocabolario è il primo motore di cambiamento del mondo”.
Un tema ripreso dalla presidente della Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo e donna, Annamaria Poggioli, la quale ha spiegato che “la maggior parte delle violenze psicologiche, verbali ed economiche si verificano all’interno delle mura domestiche e arrivano anche alle violenze sessuali e fisiche che purtroppo spesso culminano anche nella nostra regione nei femminicidi, come dimostra il fatto che nella sola provincia di Pordenone dal 2015 al 2017 ci sono stati 4 delitti di questo tipo. Inoltre, è in aumento anche il numero di bambini che si trovano ad assistere a fenomeni di violenza”.
Sull’argomento i rappresentanti dell’Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia, Paola Dalle Molle e Mattia Assandri, e dell’Associazione della stampa, Fabiana Martini, hanno rimarcato lo sforzo profuso dalla propria categoria professionale per lo sviluppo di precise regole deontologiche che fissano l’importanza della tutela dei soggetti deboli nei casi di cronaca (in particolare quando sono coinvolti minori), ma anche il rilevante investimento effettuato nell’organizzazione dei corsi d’aggiornamento professionale, molti dei quali incentrati proprio su tematiche di natura deontologica.
Francesca Colombi, assessore del Comune di Gradisca d’Isonzo, dove la scorsa settimana si è verificato un caso di femminicidio, ha infine annunciato che sabato 25 novembre nella città isontina verrà organizzata una marcia in memoria della vittima, Migena Kellezi.