Processo per l’assassinio di Giulio Regeni, rimessa in discussione una delle testimonianze

Roma – Durante l’udienza del 19 febbraio 2025 nel processo per il sequestro, la tortura e l’omicidio di Giulio Regeni, un nuovo elemento ha rimesso in discussione le testimonianze raccolte finora.

L’ambasciatore Armando Varricchio, ex consigliere diplomatico del presidente Matteo Renzi, ha trasmesso alla Corte una nota che smentisce quanto dichiarato in aula l’11 febbraio. Dopo aver ricostruito i propri spostamenti tra gennaio e febbraio 2016, Varricchio ha affermato di essere stato in Giappone in quel periodo, escludendo così un suo coinvolgimento nelle comunicazioni sul caso Regeni fino al 31 gennaio.

La Corte ha quindi deciso di trasmettere gli atti alla Procura affinché valuti l’ipotesi di falsa testimonianza e ha disposto l’acquisizione della corrispondenza tra Palazzo Chigi e la Farnesina in quei giorni cruciali. La revisione delle dichiarazioni dell’ambasciatore alimenta ulteriori dubbi sulla gestione della vicenda da parte delle istituzioni italiane e rafforza la richiesta di trasparenza e giustizia per Regeni.

L’udienza proseguirà l’8 aprile 2025 con l’audizione del colonnello Panebianco, mentre il 27 maggio 2025 è stato chiamato a testimoniare l’amministratore delegato di ENI, Claudio Descalzi.

Il caso continua a suscitare interrogativi a livello nazionale e internazionale, evidenziando le persistenti zone d’ombra sulle responsabilità e sulle azioni intraprese in quei giorni decisivi.

 

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