Truffe Postepay, il vademecum negli uffici postali del Friuli
In distribuzione presso gli uffici postali delle diverse province e comuni del Friuli Venezia Giulia il Vademecum antifrode per i clienti Poste Italiane e PostePay. Si tratta di un libretto in cui sono raccolte semplici regole da seguire per evitare truffe e rischi quando si effettuano operazioni finanziarie, prelievi al Postamat o si utilizza la carta Postepay. La carta ricaricabile, può essere ottenuta in modo rapido e veloce e non necessita di un conto corrente. Proprio per questo è spesso al centro di truffe e raggiri di diverso tipo.
Tra gli ultimi casi, la cosiddetta “truffa del pellet”, a seguito della quale i carabinieri del Comando Provinciale di Pordenone hanno eseguito anche un arresto. La modalità della truffa era la seguente: un annuncio di vendita online per bancali di pellet a prezzo concorrenziale, il pagamento tramite Postepay, dopodiché nessun invio della merce e il disvelamento del raggiro.
Frode con Postepay anche quando si vende
Con il metodo ricarica Postepay, truffato anche un novantenne, che aveva messo in vendita un divano su Internet ed è finito con il versare 1250€ su 5 diverse carte del truffatore. In atto il procedimento penale nei confronti di una coppia di coniugi residenti a Trieste. In questo caso i due hanno attuato proprio la truffa del Postamat, descritta anche nel vademecum delle Poste.
Si tratta di una truffa ai danni di chi mette in vendita un oggetto su Internet. In questo caso la prassi è la seguente, si viene contattati per un oggetto messo in vendita da un potenziale acquirente che si finge interessato. Generalmente questo chiede il numero di telefono per comunicare più facilmente. Dopo un po’ di scambi telefonici invita il venditore a recarsi a uno sportello ATM per ritirare i soldi direttamente sulla carta Postepay. Invece riesce a guidare telefonicamente una o più operazioni di ricarica della sua carta.
Lo stesso accade in altri raggiri, che rientrano nel novero delle truffe Postepay, e che si stanno diffondendo a Gorizia e dintorni. Come si legge sul sito della Questura la truffa del vaglia avviene con la medesima modalità. Il truffato mette in vendita un oggetto online, e viene convinto dal presunto acquirente a recarsi al bancomat di un qualsiasi ufficio postale per riscuotere tramite vaglia postale online. Se il malcapitato obietta che non ha mai usato questo metodo di pagamento, il falso acquirente lo guida passo passo nelle operazioni al Postamat, tramite le quali si fa effettuare una ricarica.
In casi del genere non di rado il finto compratore invia via Whatsapp foto del proprio documento di identità, per rafforzare la fiducia. Può anche andare oltre chiedendo a sua volta l’invio dei documenti, che poi utilizzerà per i propri scopi.
Altre truffe Postepay e come difendersi
Le truffe descritte finora hanno a che fare con operazioni di compravendita online. In questo caso per difendersi è consigliabile utilizzare piattaforme di vendita, come Ebay o Vinted, che fanno da tramite nell’invio e ricezione del denaro. Richiedere sempre pagamenti con metodi tracciabili, non acconsentire mai alla richiesta di invio di foto dei propri documenti e ovviamente mai recarsi al bancomat per eseguire operazioni teleguidate dal potenziale acquirente. Preferire piuttosto, ove possibile, l’incontro di persona e il pagamento in contanti.
Ma le truffe Postepay colpiscono anche con metodi più sottili, ad esempio Sms Spoofing. In questo caso è più complicato scoprire la frode dato che si riceve un messaggio da un contatto falso, che però appare identico a quello ufficiale delle Poste. Nel messaggio che viene percepito come attendibile, viene segnalato un problema relativo al proprio conto o ad accessi anomali. Dunque viene inviato un link con un invito all’azione che determina poi il realizzarsi della truffa.
Il messaggio può essere seguito anche da un contatto telefonico in cui l’operatore si fa comunicare dati relativi alla carta. Si tratta di un tipo di truffa portata avanti da esperti cyber criminali in grado di utilizzare un numero alias. L’unica via per difendersi è ricordare che Poste o banche non chiedono mai ai propri clienti di confermare i dati, e tantomeno lo fanno via SMS. Evitare sempre di cliccare sui link ricevuti, e verificare direttamente sul proprio account, o in ufficio postale, se ci sono problemi.