Il Garante dei diritti della persona in Consiglio regionale sulla situazione carceraria a Udine
Udine – Il carcere di Udine sta affrontando una situazione di grave sovraffollamento. A fronte di una capienza regolamentare di 95 posti, sono attualmente ospitati 183 detenuti, quasi il doppio. La situazione è stata denunciata dal Garante dei diritti della persona, Enrico Sbriglia, che ha sottolineato i disagi per detenuti e personale, accentuati anche dai lavori di risistemazione attualmente in corso nella struttura.
La direzione del carcere, guidata da Tiziana Paolini, si sta impegnando per mantenere un equilibrio organizzativo nonostante le difficoltà, compresa la necessità di utilizzare spazi non convenzionali per ospitare i detenuti. Sbriglia ha evidenziato che il sovraffollamento rende insostenibile la gestione e rischia di compromettere la sicurezza e la qualità della vita all’interno dell’istituto.
Il Garante ha lanciato un appello per il potenziamento della rete penitenziaria regionale, auspicando la costruzione di una nuova struttura moderna che possa affiancare quella prevista a San Vito al Tagliamento, destinata a sostituire il carcere di Pordenone entro tre o quattro anni. Secondo Sbriglia, una nuova struttura funzionerebbe come un “bacino di espansione”, necessario per far fronte a un flusso di detenuti che non accenna a diminuire.
L’attuale situazione carceraria in tutto il Friuli Venezia Giulia, con l’eccezione dell’istituto di Tolmezzo dedicato ai detenuti del 41 bis e dell’Alta Sicurezza, presenta difficoltà diffuse. Il Garante ha sottolineato che le carceri regionali non possono più basarsi su capienze e infrastrutture pensate oltre un secolo fa, come nel caso del Coroneo di Trieste, costruito nel 1911.
Sbriglia ha inoltre ribadito l’importanza di una pianificazione prospettica, che garantisca il rispetto dei diritti delle persone detenute e la sicurezza dei cittadini. La proposta di un “numero chiuso” per ogni istituto penitenziario potrebbe essere una soluzione temporanea, ma resta prioritario investire in nuove strutture adeguate alle esigenze attuali.