Parenti di Matteo Demenego fanno causa al Viminale: chiesta chiarezza sulle responsabilità

Trieste – A cinque anni dalla tragica sparatoria avvenuta il 4 ottobre 2019 nella Questura di Trieste, in cui persero la vita gli agenti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, la famiglia di Demenego ha avviato una causa civile contro il Ministero dell’Interno, con l’obiettivo di far luce su possibili responsabilità istituzionali che avrebbero potuto contribuire alla morte dei due agenti.

Demenego e Rotta furono uccisi con la pistola di un collega, sottratta da Alejandro Augusto Stephan Meran, poi assolto in ogni grado di giudizio per incapacità di intendere e volere.

L’episodio aveva messo in evidenza presunte criticità nei dispositivi di sicurezza in dotazione alla Polizia, in particolare le fondine utilizzate dagli agenti.

Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (SAP), ha ricordato come già all’epoca il sindacato avesse denunciato i problemi legati alle fondine. “Due giorni prima dell’omicidio, avevamo ricevuto una risposta ufficiale dal Dipartimento che confermava i malfunzionamenti,” ha dichiarato Paoloni.

In quella tragica giornata, i due agenti indossavano fondine di tipo diverso: una appartenente al lotto difettoso, l’altra scelta come sostituzione ma anch’essa ritenuta non sicura. “Abbiamo sempre sospettato che le fondine abbiano avuto un ruolo importante nella dinamica dell’evento,” ha aggiunto Paoloni, sottolineando che questa problematica sarà oggetto della causa civile.

Il SAP sta ora valutando la possibilità di affiancare la famiglia di Demenego nel procedimento civile. “Esprimiamo la nostra piena solidarietà e vicinanza ai familiari dei colleghi che, a oggi, non hanno avuto giustizia,” ha affermato Paoloni. “Vogliamo che venga fatta piena chiarezza su quanto accaduto e che si giunga a una verità definitiva.”

 

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