Fiume Tagliamento e sicurezza, enti scientifici e associazioni in Consiglio: forti dubbi sul progetto Dignano
Trieste – Sulla sicurezza del fiume Tagliamento e sul controverso progetto della traversa laminante di Dignano si sono svolte martedì 5 novembre le audizioni in Consiglio regionale, nella IV Commissione, guidata da Edy Morandini (Fedriga presidente).
Il dibattito in Commissione, fortemente partecipato ed animato, ha coinvolto rappresentanti del mondo scientifico, associazioni ambientaliste e di categoria.
La proposta della Regione, volta a mitigare i rischi di piene e allagamenti, è stata messa in discussione per l’efficacia e il potenziale impatto ambientale.
Il Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale (Cirf), promotore di un appello firmato da oltre 800 ricercatori di 35 paesi, ha espresso riserve, ritenendo che l’opera potrebbe violare normative europee, come la Direttiva Quadro sulle acque e la Direttiva Habitat. Secondo il Cirf, un approccio più sostenibile includerebbe la delocalizzazione di edifici nelle aree a rischio e interventi di laminazione “soft” tra Pinzano e Latisana, per permettere al fiume di riappropriarsi dei suoi spazi naturali.
L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) ha aggiunto che è necessaria una valutazione più approfondita sul trasporto dei sedimenti, auspicando un aggiornamento del monitoraggio idrogeologico del Tagliamento. Anche il Presidio Permanente sul Tagliamento ha proposto alternative, tra cui un intervento sul canale Cavrato, la revisione del canale scolmatore di Latisanotta e l’individuazione di aree per esondazioni controllate, senza l’impiego di strutture invasive.
Anche le associazioni ambientaliste – Legambiente, WWF – hanno evidenziato l’importanza di evitare nuove costruzioni nelle aree a rischio idrogeologico e di ripristinare la connettività naturale del fiume, tenendo conto delle sfide imposte dai cambiamenti climatici.
Le associazioni di categoria degli agricoltori, rappresentate da Coldiretti e Confagricoltura, hanno sollevato preoccupazioni sulla gestione delle risorse idriche e sugli effetti delle casse di espansione sui terreni coltivati, sottolineando l’importanza di coinvolgere gli agricoltori nel processo decisionale.
Il Coordinamento regionale proprietà collettiva Fvg ha evidenziato che “gli agricoltori, per legge, devono essere coinvolti in tutti gli interventi progettuali che riguardano il rischio idrogeologico, cosa che finora la Regione non ha fatto”.
Infine, Italia Nostra e altri comitati locali, tra cui Assieme per il Tagliamento, hanno lanciato un appello per ripensare il progetto complessivo, a favore di soluzioni che consentano al fiume di fluire liberamente, con un uso del territorio più consapevole e sostenibile.
La IV Commissione ha quindi raccolto un ampio consenso sulla necessità di gestire diversamente il progetto, anche da parte dei consiglieri regionali di opposizione, invitando ad evitare soluzioni invasive e considerando alternative più rispettose dell’ecosistema fluviale.