Da Udine ad Arezzo con “Sport for Peace”, il calcio unisce per un messaggio di pace
Arezzo – In un contesto segnato dalle polemiche attorno alla recente partita di calcio tra Italia e Israele, giocata a Udine il 14 ottobre, oltre sessanta rappresentanti delle istituzioni, del mondo dello sport, delle comunità religiose e della società civile si sono ritrovati lunedì 28 ottobre a Rondine, piccolo borgo in provincia di Arezzo dove sorge la Cittadella della Pace.
L’incontro, promosso da Rondine, associazione impegnata nella promozione della convivenza pacifica, a partire da questa occasione ha lanciato l’iniziativa “Sport for Peace – Avversari sì, nemici mai”. Lo scopo è diffondere un messaggio di dialogo e rispetto reciproco attraverso lo sport, per ribadire che l’agonismo non deve trasformarsi in conflitto.
“Rafforzare il valore della pace, non la polarizzazione”
Franco Vaccari, presidente di Rondine, ha aperto l’incontro ricordando l’importanza di questo momento: “Siete qui per insegnare ai giovani il valore della pace e per mostrare loro che, senza il riconoscimento reciproco, la parola pace rischia di perdere significato.” Ha aggiunto poi come lo sport possa essere un “canale potente per superare il disorientamento e la paura,” sottolineando che “avversari sì, nemici mai” dovrebbe essere un principio fondamentale sia in campo che nella vita.
Dalla partita alla proposta di una Dichiarazione di Pace
La partita Italia-Israele, giocata in un clima di tensione e di sentimenti contrastanti tra i tifosi, è stata il punto di partenza dell’incontro, spingendo i presenti a stendere una dichiarazione d’intenti per unire le forze in azioni concrete per la pace. Vaccari ha dichiarato: “Rondine ha voluto raccogliere il messaggio di questa partita per dare impulso a un progetto che permetta di andare oltre le divisioni e che faccia dello sport un vero servizio alla pace.”
Il sindaco di Udine De Toni
“È stato emozionante oggi vedere un tavolo così numeroso, pieno di giovani, di istituzioni, di rappresentanti religiosi di fedi diverse. La partita tra Italia e Israele dello scorso 14 ottobre si è svolta, purtroppo, in un contesto di conflitto, creando divisioni”. Ha affermato il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni.
“Vedere oggi che quella difficile occasione è stata tramutata in un momento di dialogo e di pace è per noi un grande orgoglio. Noi non dobbiamo lasciarci guidare dalle divisioni, ma cercare sempre la pace in ogni contesto. L’odio porta all’assenza di felicità, alla perdita dei propri cari, al dolore. La guerra porta solo altra guerra. Ecco perchè oggi a Rondine è stata una grande occasione di arricchimento per tutti quanti, un primo passo per iniziare insieme, un percorso concreto per portare il messaggio di pace nelle nostre realtà, partendo proprio dal mondo dello sport.” Ha concluso il Sindaco.
La voce dei giovani: “Non riducete la pace a uno slogan”
Adelina, studentessa kosovara della World House di Rondine, ha condiviso una riflessione profonda: “Vi prego, non riducete la pace a uno slogan. Fate che queste parole diventino azioni.” Tornike, giovane georgiano, ha aggiunto: “Serve il coraggio di uscire dalla logica della polarizzazione, visibile anche nelle controversie legate alla partita, per concentrarsi su ciò che unisce.” I giovani di Rondine hanno così espresso l’urgenza di un impegno sincero per costruire una cultura di pace e rispetto.
Un messaggio di sostegno dalle istituzioni sportive
Alla tavola rotonda erano presenti esponenti del mondo sportivo, come la FIGC, rappresentata da Maurizio Francini, responsabile del Centro Tecnico di Coverciano, che ha sottolineato: “Lo sport, attraverso le sue regole e i suoi valori, rappresenta un’arma contro la divisione e un mezzo per costruire dialogo e convivenza civile”. Anche il presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, Beniamino Quintieri, ha espresso il sostegno al progetto, definendo lo sport “un aggregatore sociale e uno strumento di pace globale”.
Le comunità religiose: “Costruire fiducia attraverso il rispetto reciproco”
L’incontro ha visto una partecipazione attiva delle comunità religiose. Mons. Riccardo Lamba, arcivescovo di Udine, ha ricordato il valore della riconciliazione, mentre Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha parlato della necessità di “guardarsi negli occhi, riconoscendo la dignità altrui”. Anche Izzedin Elzir dell’Unione delle Comunità Islamiche in Italia ha ribadito l’importanza di “superare la visione del nemico e creare un ambiente che permetta ai giovani di costruire fiducia”.
L’impegno delle realtà economiche
Piero Petrucco, vicepresidente reggente di Confindustria Udine, ha proposto di estendere l’iniziativa, trasformandola in un progetto stabile tra Udine e Arezzo: “Vorrei che questo incontro fosse solo l’inizio di qualcosa di solido e duraturo, per far sì che la giornata di oggi diventi un punto di partenza per il futuro”.
Rondine: sport ed educazione come strumenti di coesione
L’incontro si è concluso con un chiaro messaggio: sport ed educazione sono fondamentali per costruire una società più pacifica e coesa. Rondine spera di dare seguito a questo impegno avviando progetti concreti e coinvolgendo scuole, associazioni e realtà sportive per dimostrare che il calcio, anche in situazioni di tensione come quella vissuta durante la partita Italia-Israele, può diventare un simbolo di unità, rispetto e dialogo tra popoli.
Collaborazioni e partecipazioni
Tra le varie sigle e enti che hanno aderito: Fondazione Friuli, Confartigianato Udine, CNA FVG, Legacoop FVG; CiGL FVG; CISL FVG; UR UIL FVG; CGIL Udine; CISL UD; PrimaCassa Credito Cooperativo FVG con il presidente Giuseppe Graffi Brunoro.
Inoltre preziosa la presenza del Rettore dell’Università di Udine, Roberto Pinton e di Chiara Tempo, in rappresentanza del Liceo Percoto di Udine che già da anni ha avviato nell’Istituto una Sezione Rondine adottando il Metodo della Cittadella della Pace e formare gli studenti alla trasformazione del conflitto.
Infine Rappresentanti della Chiesa Evangelica Metodista di Udine, della Chiesa Serbo Ortodossa, (parrocchia di San Stefano Nuovo a Udine), del Patriarcato ortodosso di Costantinopoli, del COREIS – Comunità Religiosa Islamica Italiana.
Presenti inoltre Giovanni Galli, da tempo vicino alla Cittadella e il vescovo mons. Andrea Migliavacca che ha dato il benvenuto nella Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro.
Per saperne di più: https://rondine.org/