Crisi Electrolux: firmato l’accordo per i Contratti di solidarietà, ma il futuro resta incerto

Il 17 ottobre, a Mestre, è stato siglato un importante accordo quadro per l’utilizzo dei Contratti di Solidarietà (CdS) negli stabilimenti italiani di Electrolux, multinazionale svedese leader nella produzione di elettrodomestici.

L’accordo, che prevede 12 mesi di CdS difensivo, coinvolge quattro stabilimenti: Cerreto d’Esi (AN), Forlì, Porcia (PN) e Solaro (MI). Rimane invece escluso lo stabilimento di Susegana (TV), dove vengono prodotti frigoriferi da incasso e che non prevede né cassa integrazione né CdS, ma sta invece affrontando difficoltà legate alla mancanza di personale.

Orario ridotto a 6 ore con 2 di solidarietà

L’intesa prevede per molti operai il passaggio ad un orario di lavoro ridotto: una combinazione tra giornate lavorative accorciate e giornate completamente coperte dal Contratto di Solidarietà. In alcuni casi, l’orario giornaliero è stato ridotto a 6 ore di lavoro e 2 di solidarietà.

Questa misura, pur rappresentando un tentativo di salvaguardare temporaneamente l’occupazione, non risolve i problemi strutturali che stanno affliggendo gli stabilimenti Electrolux.

La situazione è preoccupante non solo per la riduzione dei salari degli operai, ma soprattutto per la scarsa attività produttiva che, a lungo termine, potrebbe mettere a rischio la sostenibilità stessa delle sedi italiane del gruppo.

I sindacati hanno espresso preoccupazione per la mancanza di un piano industriale chiaro e a lungo termine, che possa offrire una prospettiva di ripresa anziché portare a una progressiva dismissione degli impianti.

L’allarme dei sindacati

I sindacati FIOM CGIL, FIM CISL e UILM già da tempo hanno espresso preoccupazioni per un mercato europeo degli elettrodomestici che sta vivendo uno dei periodi più difficili degli ultimi anni.

Nel 2024, le vendite di apparecchiature sono scese a 78,5 milioni, rispetto ai 99,3 milioni del 2021. Questo calo ha avuto un impatto diretto sugli stabilimenti italiani, con la produzione che continua a ridursi. Ad esempio, lo stabilimento di Porcia, che produce lavatrici, chiuderà l’anno con 685mila pezzi, in netto calo rispetto alle previsioni di 700mila.

I dati mostrano un calo significativo proprio nei segmenti di alta gamma, che rappresentano una parte importante delle produzioni italiane. Inoltre, il valore medio degli elettrodomestici venduti è diminuito, segno di una guerra al ribasso sui prezzi, che aggrava ulteriormente la situazione. Le previsioni per il 2025 non sono più incoraggianti, con volumi stabili o in calo in molti degli stabilimenti coinvolti.

L’importanza di un intervento delle istituzioni

La responsabile Lavoro del PD Fvg, Valentina Francescon, ha commentato l’accordo, evidenziando come, pur essendo positivo l’utilizzo degli ammortizzatori sociali per mantenere i livelli occupazionali, queste misure non possono essere una soluzione a lungo termine. “Senza un piano industriale e prospettive concrete, questi interventi rischiano di essere solo palliativi”, ha dichiarato.

Francescon ha poi sollecitato la Giunta regionale e il Governo a prendersi le proprie responsabilità e ad affrontare in modo deciso una crisi che si protrae da troppo tempo, causando incertezza tra i lavoratori e difficoltà economiche dovute alla riduzione di orari e salari.

Lo stabilimento di Susegana e la gestione del personale

Nonostante le difficoltà generali del gruppo, lo stabilimento di Susegana (TV) sembra essere un’eccezione. Qui la produzione di frigoriferi prosegue senza interruzioni, e non sono previsti né contratti di solidarietà né cassa integrazione. Tuttavia, lo stabilimento soffre di una scarsità di personale, in particolare di figure tecniche, a causa di un alto numero di dimissioni. Per far fronte a questa carenza, la direzione di Porcia ha iniziato a valutare l’opzione di trasferire temporaneamente alcuni operai a Susegana a partire da novembre.

Debolezze del settore manifatturiero

La crisi di Electrolux mette in evidenza le debolezze strutturali del settore manifatturiero italiano e la necessità di interventi rapidi e strategici. L’accordo sui Contratti di Solidarietà rappresenta solo una soluzione temporanea, che non può bastare a garantire la tenuta occupazionale e produttiva a lungo termine. Il futuro degli stabilimenti italiani del gruppo dipenderà dalla capacità di Electrolux e delle istituzioni di elaborare un piano industriale che punti a una vera ripresa, evitando il rischio di dismissioni e ulteriori sacrifici per i lavoratori.

 

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