Sanità giuliano isontina, liste di attesa ridotte. Asugi ha evaso oltre l’80% delle richieste
Trieste – È stato presentato martedì 8 ottobre a Trieste il monitoraggio dei progetti realizzati da Asugi (Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina) per ridurre le liste d’attesa.
Secondo le verifiche, Asugi ha dato risposta a quasi l’83% delle domande. Per questi progetti la Regione ha investito oltre 3 milioni di euro.
Nel corso della presentazione, cui ha preso parte il direttore generale dell’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina Antonio Poggiana, è stato spiegato che l’intero progetto rientra nelle “Linee annuali per la gestione del Servizio sanitario regionale anno 2024”, che hanno assegnato ad Asugi 3.134.380 euro da utilizzare entro la fine dell’anno.
Risorse che rappresentano una parte del finanziamento di 10 milioni di euro, stanziato dalla Regione proprio per abbattere le liste di attesa.
Prestazioni aggiuntive
Questo finanziamento consente di realizzare una serie di prestazioni aggiuntive garantite da medici, tecnici, personale sanitario e infermieristico di Asugi nell’ambito di circa 90 progetti finalizzati a incrementare la disponibilità di sale operatorie attraverso all’attivazione di sedute pomeridiane e ad aumentare l’attività specialistica ambulatoriale.
Al 30 giugno il monitoraggio ha rilevato un recupero di 170 prestazioni di ricovero programmato e di 20.903 prestazioni di specialistica ambulatoriale, con un costo stimato di circa 1.220.000 euro.
Nel dettaglio, sono stati recuperati 100 interventi in classe di priorità A e 70 interventi in classe di priorità B, C e D. In totale 170 procedure di cui 81 prenotate entro il 2023 e 89 prenotate nel 2024.
Per la parte ambulatoriale, nel secondo semestre sono state erogate 4.929 prestazioni rientranti nel percorso degli screening regionali (anatomia patologica e radiologia diagnostica di secondo livello) e 15.974 prestazioni (prime visite, controlli, prestazioni di diagnostica, di trattamento e terapia, anche finalizzate al paziente oncologico).
Il ruolo del privato accreditato
Sulla base dei dati raccolti, Asugi ha ritenuto opportuno impegnare parte del finanziamento per prestazioni – di ricovero e ambulatoriali – erogate dalle strutture private accreditate.
L’acquisto dal privato accreditato di complessive 11.789 prestazioni ambulatoriali ha permesso di integrare l’offerta assistenziale erogata dalle strutture ospedaliere e territoriali di Asugi, dando risposta al cosiddetto diritto di garanzia, che rappresenta il diritto dell’assistito del sistema sanitario regionale – in possesso di tutti i requisiti necessari – di accedere a prestazioni ambulatoriali di primo accesso entro i tempi massimi di attesa stabiliti dalla classe di priorità, nell’ambito territoriale dell’Azienda sanitaria di residenza.
Se ad aprile, su 869 richieste, erano state erogate 656, negli ultimi mesi il quadro è cambiato radicalmente. Le richieste legate al diritto di garanzia di luglio (457), agosto (684) e settembre (642) infatti sono state tutte evase nei tempi previsti dalla normativa.
Il commento dell’assessore Riccardi
Così l’assessore alla Salute Riccardo Riccardi: “Con oltre 20mila prestazioni erogate in più, l’Asugi ha saputo garantire un’attività aggiuntiva che ha portato all’aumento delle prestazioni del 37%, dando risposte a quasi l’83% della domande. Questo dato dimostra come questa Azienda, al pari delle altre del Friuli Venezia Giulia, sia stata capace di mettere in campo una serie di misure efficaci utilizzando al meglio gli stanziamenti della Regione per l’abbattimento delle liste di attesa”.
Razionalizzare le prescrizioni
“Stiamo andando nella direzione giusta. Non dobbiamo però accontentarci di questi risultati, perché si tratta di una problematica molto complessa che interessa l’intero Paese e di un lavoro lungo e faticoso. Così come – ha sottolineato Riccardi – non dobbiamo rincorrere una domanda che presenta parti rilevanti di inappropriatezza. Questa è la sfida più grande visto che negli ultimi quattro anni l’attività prescrittiva è cresciuta del 44%”.
“Sarebbe un errore pesante organizzare un sistema che finisca per correre dietro a una domanda che presenta dimensioni inappropriate ancora elevate – ha sostenuto l’assessore -. Il rischio, a fronte di una cronica carenza di personale, è quello di lasciare fuori chi ha diritto a queste prestazioni, favorendo invece chi non ha titolo per ricevere determinate risposte di salute urgenti”.
“Ciò sarà possibile – ha concluso Riccardi – se i professionisti del sistema sanitario saranno protetti. È grave che il sistema Italia sia stato costretto a mettere in campo misure restrittive a causa del comportamento di certi cittadini che pretendono prestazioni, alcuni dei quali sicuramente senza diritto. Serve uno scudo penale per proteggere il personale sanitario che deve poter prendere decisioni senza alcun tipo di condizionamento”.