Nell’anniversario dell’attacco di Hamas ad Israele cerimonia di commemorazione e preghiere su invito del papa

Trieste/Udine – Si è svolta lunedì 7 ottobre presso la sinagoga di Trieste la cerimonia di commemorazione dell’attacco di Hamas ad Israele del 7 ottobre dello scorso anno.

A un anno dalla strage di 1200 israeliani da parte di Hamas, la commemorazione è stata organizzata dalla comunità ebraica di Trieste e aperta a tutti i cittadini, con interventi, tra gli altri, del sindaco di Trieste Roberto Dipiazza.

Alla presenza del rabbino capo Alexander Meloni è seguita la cerimonia in ebraico e in italiano e il racconto in video di Angelica Edna Calò Livne, insegnante e scrittrice, testimone dell’attentato.

In rappresentanza del governo, era presente il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani.

Intervento dell’assessore Rosolen

“Oggi la Regione è qui per ribadire ancora una volta come la comunità ebraica di Trieste – al pari di tutte le comunità ebraiche del Friuli Venezia Giulia – costituisca una nostra parte essenziale: la sicurezza, la libertà e la serenità di ciascuno dei suoi componenti sono la sicurezza, la libertà, la serenità dell’intera comunità regionale”.

Lo ha affermato l’assessore regionale all’Istruzione, Università, Formazione, Ricerca, Lavoro Alessia Rosolen, che è intervenuta alla commemorazione in rappresentanza del presidente della Regione Massimiliano Fedriga.

Per la Regione ha partecipato anche l’assessore regionale alla Difesa dell’Ambiente Fabio Scoccimarro.

“Siamo qui oggi – ha ricordato l’esponente della Giunta regionale – per ribadire che Israele rappresenta i confini di quell’Occidente che per noi significa democrazia, emancipazione, tolleranza. Israele è molto più di uno Stato democratico ed indipendente: è simbolo di libertà e di progresso, proprio i valori occidentali messi in discussione dall’eccidio di un anno fa”.

Rosolen ha indicato come “la lunga notte nera popolata da incubi, calata sugli abitanti di Israele, di Gaza e del Libano dopo quel 7 ottobre deve essere considerata il capitolo di una battaglia più ampia tra democrazie e regimi autoritari. E una battaglia in cui non si deve accettare che vengano confusi vittime e carnefici, in cui deve essere chiaro che i nemici più spietati del popolo palestinese sono proprio fra coloro che affermano di difenderlo”.

L’assessore ha citato Primo Levi: “Non so e non mi interessa sapere se nel mio profondo si annidi un assassino, ma so che vittima incolpevole sono stato ed assassino no; so che gli assassini sono esistiti, non solo in Germania, e ancora esistono, e che confonderli con le vittime è una malattia morale o un vezzo estetico o un sinistro segnale di complicità; soprattutto, è un prezioso servigio reso (volutamente o no) ai negatori della verità”.

“L’odio e la violenza dietro al quale si camuffano anche le manifestazioni delle ultime ore, assieme agli imbarazzati silenzi di qualcuno, devono portarci a riflettere, perché in gioco non c’è l’insindacabile diritto di criticare qualcosa o qualcuno ma il dovere di comprendere che quando si manifesta l’antisemitismo allora è la libertà di tutti a rischiare di essere minacciata”, ha concluso Rosolen.

A Udine la preghiera presso la Beata Vergine delle Grazie

L’arcivescovo di Udine, monsignor Riccardo Lamba, ha esortato a cercare sempre il dialogo e il confronto nei momenti di conflitto, sottolineando che “la pace si costruisce insieme, mai da soli.” Durante il suo intervento al Santo Rosario per la pace, celebrato nella Basilica della Beata Vergine delle Grazie, gremita di fedeli, l’arcivescovo ha evidenziato l’importanza della collaborazione per raggiungere la pace. “Pregare per la pace,” ha detto, “significa chiedere al Signore di illuminare i cuori di tutti, affinché ognuno contribuisca alla causa della pace.”

L’arcidiocesi friulana ha aderito all’appello lanciato da Papa Francesco, che ha chiesto una giornata di preghiera e digiuno per la pace, in occasione della memoria della Beata Vergine del Rosario e del primo anniversario dell’attacco di Hamas a Israele. Con il conflitto in Medio Oriente che si intensifica e la guerra in Ucraina ancora in corso, monsignor Lamba ha sottolineato l’importanza di riunirsi davanti all’icona della Beata Vergine per invocare la pace.

L’arcivescovo ha anche parlato della necessità di riconoscere il dolore di chi vive nei conflitti, ricordando che solo ascoltando e comprendendo le ragioni degli altri è possibile costruire un dialogo autentico. Ha concluso il suo discorso invitando i presenti a pregare affinché “il Signore susciti nei cuori dei governanti e delle persone coinvolte nei conflitti il desiderio di pace.”

La preghiera per la pace ha coinvolto diverse comunità del Friuli, che monsignor Lamba ha invitato a unirsi in preghiera anche nelle case, nei luoghi di cura e nelle parrocchie.

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