Adriatica di Speleologia: svelate centinaia di metri di nuove gallerie del fiume Timavo sotterraneo

Trieste – Gli speleologi della società Adriatica di Speleologia, superando gli ultimi ostacoli nella grotta Luftloch, hanno scoperto, lo scorso 23 marzo, un nuovo tratto del Timavo sotterraneo in un intenso periodo di ricerche, scoperte ed esplorazioni, proseguito durante l’estate con ulteriori traguardi.

Gli straordinari risultati sono stati presentati nei giorni scorsi dal gruppo dell’Adriatica, guidato dal presidente della società, lo speleologo Marco Restaino. A raccontare l’esperienza, il portavoce dell’associazione, Paolo Guglia. 

La nuova grotta, la terza in territorio italiano a raggiungere le acque del misterioso Fiume, attraversa un’enorme caverna a più di 300 metri sotto la superficie.

La storia delle esplorazioni

La prima cavità legata al Timavo ipogeo a essere scoperta, è stata la grotta di Trebiciano nel 1841, in seguito a scavi effettuati per trovare una soluzione ad una Trieste in grande espansione e bisognosa di acqua. La risorsa non è stata poi sfruttata per problemi tecnici all’epoca irrisolvibili, ma questa scoperta ha dato i natali alla ricerca speleologica, che poi si è diffusa in maniera organizzata in tutto il mondo.

Ci sono voluti, poi, più di 150 anni per scoprire una nuova cavità che raggiungesse il Fiume (nel 1999) e più precisamente la grotta Lazzaro Jerko, a Monrupino. In seguito, è stato necessario aspettare ancora un quarto di secolo di duro lavoro per aprire un nuovo mondo sotterraneo nella grotta Luftloch.

Sei mesi pieni di sorprese

Dopo il 23 marzo, le discese per esplorare e mappare il percorso del fiume, hanno dato delle grandi sorprese. È stato indispensabile portare un canotto, con cui avanzare nelle lunghe gallerie completamente allagate.

Verso “monte”, da dove arriva il fiume nella grande caverna, si è potuto avanzare per quasi un centinaio di metri, raggiungendo un nuovo ambiente quasi totalmente occupato da un grande lago.

La sorpresa più grande è arrivata, però, procedendo verso valle, dove il fiume si incanala in una galleria grande come la “Sandrinelli”.

Col puntatore laser, la misurazione dava almeno cinquanta metri, per poi andare fuori scala. È stato necessario attendere il periodo estivo con il fiume in magra per poter navigare in questa galleria in totale sicurezza. Il passaggio sembrava non finire più e i cinquanta metri previsti inizialmente si sono rivelati essere quasi cento.

Per proseguire si è poi dovuto ormeggiare e sbarcare dal gommone. Davanti agli esploratori si è svelata una nuova grande galleria, larga venti,  alta venti e lunga settanta metri, che termina con un profondo lago che cela nuovamente il percorso segreto del fiume.

Mancano solo 200 metri

A conti fatti, nella grotta Luftloch si può seguire il Timavo per quasi 300 metri, ma non è finita qui. Le esplorazioni subacquee di questa estate nella grotta di Trebiciano hanno aggiunto, infatti, ulteriori 300 metri di percorso sommerso, avvicinandosi sempre di più alla grotta Luftloch.

Anche se fisicamente le due grotte sono ancora distinte, il tratto mancante è di circa 200 metri e le prossime esplorazioni punteranno proprio a congiungere le due cavità.

Nei prossimi anni, infatti, l’obiettivo del programma di ricerca “Timavo System Exploration” sarà proprio quello di unire le due grotte, creando un sistema unico dove sarà possibile seguire il percorso sotterraneo del Timavo per oltre due chilometri.

 

 

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