Il Tagliamento, ultimo fiume naturale d’Europa, minacciato da grandi opere: l’allarme degli ambientalisti

Udine – Lo scorso 17 luglio è entrata in vigore la Legge europea sul ripristino della natura, la Nature Restoration Law, che prevede, tra l’altro, di ripristinare la continuità fluviale per 25.000 km di corsi d’acqua nell’Unione europea. Si appellano a tale normativa le associazioni regionali per la difesa del fiume Tagliamento.

Le associazioni e il progetto regionale

“Il Friuli Venezia Giulia, proponendo nuove opere trasversali al Tagliamento, si pone in netto contrasto con questa norma, andando ad alterare la continuità dell’ultimo fiume dell’Europa occidentale che ancora conserva questa caratteristica”.

È quanto sostengono in una nota diffusa il 27 agosto i rappresentanti regionali delle associazioni a difesa dell’ambiente Legambiente, WWF e Lipu, e l’associazione Foce del Tagliamento odv, che si stanno mobilitando contro il progetto della Giunta riguardo al tratto che scorre all’altezza di Dignano (Ud), nel medio corso del fiume.

Il danno paventato si riferisce alla recente proposta di demolizione del “vecchio” ponte di Dignano (risalente a circa 100 anni fa) a favore di una nuova opera, un ponte associato ad una traversa laminante con luci mobili a paratoie piane, che avrebbe come obiettivo quello di prevenire forti piene a valle.

Il Tagliamento – proseguono le associazioni – è noto come “Re dei fiumi alpini”: il fiume che attraversa il Friuli viene studiato da università ed enti di ricerca in Italia e all’estero, proprio per l’elevata qualità ambientale del suo medio corso.

Ultimo fiume naturale delle Alpi, conserva caratteristiche altrove ormai perdute e per questo rappresenta un patrimonio, non solo per le popolazioni rivierasche, ma per tutta l’Europa e, soprattutto, per le generazioni future.

La Regione FVG e l’Autorità di Bacino propongono, invece, nuove grandi opere, proprio nel medio corso del fiume: infrastrutture che ne interromperebbero la continuità e l’integrità, con conseguenze inevitabili a monte e a valle, per l’ambiente, il paesaggio e i benefici economici che il fiume offre per il solo fatto di scorrere libero (i cosiddetti “servizi ecosistemici”).

La Regione FVG ha peraltro investito fondi europei per il ripristino dei Magredi a monte del ponte di Dignano, in un’area protetta della rete Natura 2000.

Per le associazioni a difesa dell’ambiente, danneggiare irrimediabilmente il Tagliamento nel suo tratto più prezioso, per ridurre il rischio di alluvioni a valle, non può essere l’unica soluzione possibile.

“Va superata la logica della grande opera “salvifica” – è la tesi delle associazioni – , vanno considerate tutte le alternative possibili e analizzati con attenzione benefici e impatti che, oltre a quella idraulica, includano tutte le componenti dell’ecosistema fluviale lungo l’intera asta del Tagliamento”.

“Una decisione – concludono – che avrebbe conseguenze così rilevanti per le comunità rivierasche, particolarmente legate al fiume anche dal punto di vista culturale, richiede l’attivazione di un processo di partecipazione e dialogo. Non può essere una decisione calata dall’alto e non condivisa con i territori”.

Per saperne di più leggi l’articolo a cura di Mario Tozzi su La Stampa del 18 luglio: Tozzi_LaStampa

Le ragioni della Regione

Ecco invece quanto sostiene la Giunta regionale in una nota diffusa lo scorso 16 luglio.

“Il primo obiettivo della Giunta regionale è quello di analizzare la possibilità di riunire in un’unica opera la traversa laminante con luci mobili a paratoie piane e un nuovo ponte viario, in grado di superare gli attuali limiti imposti sul ponte di Dignano in ragione della vetustà del manufatto”.

È quanto viene nuovamente ribadito, nella generalità presentata dagli assessori alla Difesa dell’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile, Fabio Scoccimarro, e alle Infrastrutture e Territorio, Cristina Amirante, approvata dalla Giunta odierna. “La soluzione prospettata consentirebbe di contemperare le esigenze di pubblica incolumità e di sicurezza idraulica previsti dal Pgra – specificano gli assessori – e, al contempo, di completare l’assetto viario già realizzato con la variante in Comune di Dignano ed in corso di realizzazione con la bretella di Barbeano in Comune di Spilimbergo”.

“Il documento, approvato con delibera 530 dell’11 aprile 2024, ha consentito un primo approfondimento ed evidenziato alcune criticità che la realizzazione della traversa laminante potrebbe comportare, considerata anche la prossimità con il ponte esistente – aggiungono i due esponenti della Giunta regionale -. Da queste prime evidenze, sono state avviate una serie di interlocuzioni tra la Direzione centrale Difesa dell’ambiente energia e sviluppo sostenibile, la Direzione Infrastrutture e territorio, la società FVG Strade e la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia”.

“Il confronto con i territori e i sindaci è fondamentale, ma – chiude Scoccimarro – le opere definite assieme al viceministro Gava, alla Regione Veneto e all’Autorità di bacino distrettuale (competente per la pianificazione strategica per la mitigazione del rischio idraulico del bacino idrografico) sono frutto di analisi e studi tecnici e scientifici. Non è più accettabile ogni forma di strumentalizzazione volta a ingannare i cittadini per un mero e marginale consenso di voti; al contrario, è bene assumersi la responsabilità di un’opera giusta per amore del Friuli e della sua gente”.

Per saperne di più guarda il servizio su Rai regione

(Immagine da Satellite NASA, fonte: Wikimedia Commons)

Print Friendly, PDF & Email
Condividi