Concessioni balneari, aperta gara a Lignano. Tra i criteri, il mantenimento di spiagge libere
Lignano Sabbiadoro (Ud) – Aperta dal 21 agosto la gara per l’assegnazione delle concessioni demaniali delle spiagge di Lignano Sabbiadoro. L’avviso è stato pubblicato sul Bollettino ufficiale regionale (BUR).
La selezione pubblica per l’affidamento di concessioni demaniali marittime con finalità turistico-ricreativa ricadenti nel litorale di Lignano Sabbiadoro si attua tramite la piattaforma telematica della Regione FVG.
Le domande dovranno essere presentate esclusivamente attraverso la Piattaforma E-appalti https://eappalti.regione.fvg.it/web/index.html entro le ore 13:00 del giorno 7 ottobre 2024.
Si tratta, come spiega in una nota stampa il Vicesindaco Manuel Massimiliano La Placa, di 17 concessioni tra stabilimenti balneari, bar e ristoranti e circa 31 ettari di arenile di Sabbiadoro. Queste sono a gara da oggi 21 agosto fino al 7 ottobre, con affidamenti di durata massima di 15 anni.
I criteri per le concessioni
Nell’assegnare le concessioni – aveva chiarito a suo tempo l’assessore regionale al Demanio Sebastiano Callari – saranno privilegiati i criteri del miglioramento dei servizi, della la qualità e degli investimenti da parte degli imprenditori.
La Giunta, nelle linee guida che accompagnano i bandi, ha posto in testa nella graduatoria delle priorità, prima che l’entità della proposta economica, la creazione di offerte turistiche ricreative di grande valore e diversificate.
Nelle linee guida è infatti prevista una valutazione dell’offerta tecnica non inferiore all’80% mentre l’offerta economica vale 20 punti su 100.
Un altro tema centrale è quello della spiaggia libera: “non c’è l’obbligo, ma premieremo in termini di punteggio chi ne prevederà una porzione non inferiore al 10% dell’estensione lineare della spiaggia, assicurando alcuni servizi quali, ad esempio, le pulizie e il salvamento. Si tratta di una scelta politica di civiltà e di inclusività a favore di cittadini”.
Circa gli eventuali diritti di prelazione sulle concessioni balneari, l’assessore Callari aveva chiarito che saranno riconosciuti solo laddove c’è un prevalente interesse pubblico allo svolgimento dell’attività in spiaggia, come nel caso di servizi rivolti a scuole, assistenza sociale, supporto ai disabili o attività connesse alla salute.
Comuni in difficoltà
Il sindaco La Placa, da parte sua, ha parlato di un contesto “normativo e giurisprudenziale molto complesso e seriamente aggrovigliato, con i Comuni lasciati in prima linea con tempistiche strette, in assenza di quei decreti e di quelle norme di completamento della materia che da lungo tempo avrebbero dovuto giungere dai vari Governi rimasti inerti”.
Il vicesindaco ha ricordato che “a ottobre 2023 eravamo già pronti a predisporre i bandi” e che “le pesanti conseguenze delle mareggiate di novembre ci hanno posto davanti alla necessità di prorogare le scadenze” per “procedere con il ripristino dell’arenile”.
Infatti il Consiglio di Stato aveva confermato la scadenza delle concessioni demaniali per le spiagge al 31 dicembre 2023, ma la Regione Fvg aveva fatto richiesta – accolta – di proroga tecnica ad Agcom, l’autorità garante, in seguito alle mareggiate dello scorso autunno.
La proroga ha permesso ai comuni marittimi di prendere tempo per organizzare tavoli tecnici e preparare i bandi di gara. I primi sono proprio quelli di Lignano.
Le aree a bando
Sono interessati dalle gare gli stabilimenti balneari e i pubblici esercizi attualmente in gestione a Li.sa.gest e Ge.Tur , Lido del sole, Bagno Italia, Il Gabbiano, Bagno Lignano, Portofino, Ausonia, Lido City, La Sacca (anche il ristorante), Il giardino e Punta Faro (anche il bar). E ancora il bar Frecce Tricolori, la struttura ludica Mela Gaya e il noleggio natanti Doggy Beach.
L’avviso di selezione e i relativi allegati sono disponibili da oggi sulla pagina
e su
https://eappalti.regione.fvg.it/web/index.html
Le critiche del Codacons
“La gara per l’assegnazione delle concessioni demaniali di Lignano Sabbiadoro è la prova provata del fallimento dei vari governi che si sono succeduti nel tempo e che – evidentemente preoccupati di perdere il loro consenso – non hanno saputo mettere mano alla materia attraverso decreti e norme di completamento di cui si avvertiva forte necessità”. Così una nota del Codacons – Coordinamento delle associazioni per la tutela dell’ambiente e la tutela dei diritti di utenti e consumatori.
“Evitando di decidere, però, questi esecutivi hanno in realtà precipitato il Paese in uno stallo evidente sul fronte delle concessioni balneari. E se neanche sentenze dei tribunali, minacce dell’Ue e pareri dell’Antitrust bastano a smuovere la situazione, nel frattempo – nonostante l’evidente illegittimità delle concessioni – gli stabilimenti sono pure aumentati: +26% dal 2011 a oggi, generando un business da 10 miliardi di euro annui, a fronte di appena 115 milioni di euro incamerati attraverso i canoni dallo Stato”.
“Di questa situazione pagano il conto i cittadini, con le tariffe di lettini, sdraio, ombrelloni, cabine, ecc. che hanno subito costanti rincari nel corso degli ultimi anni”.
In linea generale – rileva il Codacons – per affittare un ombrellone e due lettini durante il weekend in uno stabilimento standard, la spesa media in Italia si attesta tra i 32 e i 35 euro al giorno, con forti differenze sul territorio. Se poi si scelgono spiagge di “lusso”, la spesa supera i 500 euro al giorno e può arrivare a sfiorare i 700 euro.
“Giusto avviare le gare per le concessioni, ma i Comuni sono costretti a farlo in forma sparsa e senza una normativa chiara cui attenersi”, dichiara il presidente del Codacons Carlo Rienzi. “Rimane indispensabile trovare una soluzione con i balneari, altrimenti non si arriverà mai a una conclusione della vicenda”, conclude.
Saperne di più: https://codacons.it/stabilimenti-balneari-concessioni-scadute-il-punto-della-situazione/