In corso gli esami di maturità per oltre 9000 studenti del FVG: “un normale passaggio obbligato”
Pordenone – Sono in corso in questi giorni gli esami di maturità per oltre 9000 studenti del Friuli Venezia Giulia. Nonostante gli enormi cambiamenti culturali, da quando esiste l’esame di Stato per il compimento degli studi superiori – che l’anno scorso ha compiuto 100 anni, fu infatti introdotto nel 1923 – c’è sempre molta aspettativa non solo per i giovani studenti ma anche per le famiglie e non solo.
Radio, giornali, notiziari online e televisioni hanno diffuso ampiamente le tracce della prima prova e gli argomenti delle seconde prove.
Alcuni commentatori hanno osservato che la “matura” è un vero momento di democrazia per la scuola, specie la prima prova, che vede tutti gli indirizzi di studi cimentarsi con le stesse tracce.
E gli studenti, cosa ne pensano e come lo vivono? Lo abbiamo chiesto ad un “testimonial” d’eccezione, il più giovane dei nostri redattori, che presso ilfriuliveneziagiulia ha svolto il suo PCTO (Percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento) con successo: Patrick Zoldan, maturando presso il liceo Pujati di Sacile (Pn). Ecco cosa ci racconta:
“Non sono mai stato una persona “emotiva” o comunque vicina ai “riti” e alle tradizioni studentesche (penso ad esempio alla famosissima notte prima degli esami che passerò come una normalissima notte… dormendo) e quindi vedo l’esame come un normale passaggio obbligato a cui tutti siamo sottoposti. Cercherò, come ho sempre fatto nella mia carriera scolastica, di dare il meglio di me ma nello stesso tempo mi conforta pensare che non sarà un punteggio a definire la persona che sono (e, mi sento di dire, nemmeno la mia preparazione)”.
“Ritengo dunque che l’esame di maturità non serva ai docenti (quattro dei quali nemmeno mi conoscono) a porre fine al mio percorso scolastico ma serva a me (allo studente in generale) per terminare una fase della mia vita e cominciarne, finalmente, un’altra. Ed ecco che le prove scritte diventano delle “normalissime” verifiche (un po’ più lunghe del solito) e la prova orale un’interrogazione personalizzata dove non parlo solamente degli altri (autori, filosofi, fisici, matematici e artisti) ma anche di me stesso, di ciò che ho fatto e di ciò che mi piacerebbe fare”.
“È normale ed è giusto avere una buona dose di ansia (soprattutto per il colloquio orale); questa non deve però prendere il sopravvento perché andrebbe ad intaccare non solo il risultato ma anche la nostra percezione di un’esperienza che ci rimarrà impressa per tutta la vita. A prescindere dal risultato penso che la maturità vada goduta, in ogni suo aspetto, fino all’ultimo”.
In bocca al lupo Patrick da tutta la redazione!