Pronto Soccorso di Udine: dopo le dimissioni della dirigente la denuncia del sindacato urgentisti
Udine – Dopo le dimissioni di qualche mese fa del Direttore del Pronto Soccorso dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, sono seguite nei giorni scorsi anche le dimissioni della collega facente funzioni.
AAROI-EMAC (Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani – Emergenza Area Critica) ha diffuso un comunicato per denunciare una situazione definita “insostenibile”. Ecco cosa scrive nella nota AAROI-EMAC.
La nota del sindacato anestetisti rianimatori emergentisti
“Gli operatori dell’emergenza urgenza di questa regione, le società scientifiche e il sindacato AAROI-EMAC da più di un anno avevano pesantemente denunciato la drammatica ingravescente situazione dei Pronto Soccorso di ASUFC e messo in guardia l’amministrazione e l’Assessorato sul possibile rischio di collasso del più grande PS della Regione, quello di Udine”.
“Dopo 5 anni di scelte strategiche completamente sbagliate e fallimentari – proseguono gli anestesisti – di nessuna programmazione, di nessun investimento-fidelizzazione sul personale dipendente, di nessun coinvolgimento di Dipartimenti ed Università, di tante inutili parole e false promesse e con l’unico scellerato, miope, degradante obiettivo di privatizzare selvaggiamente tutti i PS di ASUFC compreso quello di Udine, PS nevralgico, strategico e con una storia passata indiscutibile, dopo le dimissioni lampo di qualche mese fa del Direttore del PS, ora giungono anche le dimissioni della collega facente funzioni, dimissioni per nulla inattese ed assolutamente condivisibili che evidenziano l’insostenibilità di questa aberrante situazione”.
“Turni massacranti – denuncia il sindacato – per mancato governo dei flussi aziendali, più di metà organico medico licenziatosi nell’ultimo anno, personale residuo assolutamente insufficiente ai volumi di attività e sempre meno valorizzato e fidelizzato, entrata di cooperative e gettonisti completamente decontestualizzati dalla realtà aziendale, incontrollati e senza alcuna verifica di titoli e capacità, conseguente inevitabile perdita di qualità del setting clinico, ritardi, segnalazioni, denunce ed avvisi di garanzia, operatori in burn out, alto tasso di assenze stress correlate, stanno inducendo ormai anche gli ultimi medici eroici rimasti, ennesime vittime di un sistema allo sbando totale, ad andarsene da ASUFC”.
Il sindacato esprime “massima solidarietà alla collega dimessasi, massima solidarietà e supporto totale ai colleghi che resistono e richiediamo immediate dimissioni di chi invece è causa di questo ennesimo fallimentare risultato e di chi continua a mistificare la realtà, ignorare operatori e rappresentanze sindacali e sottovalutare dolosamente queste criticità”.
“Vediamo – ribadiscono i rappresentanti dei medici – se anche di fronte a questa pericolosissima situazione, che vede il più grosso Pronto Soccorso della regione senza una guida, senza un progetto serio e senza alcuna programmazione a breve termine, vediamo se l’unica soluzione che verrà proposta e sbandierata dalla Regione sarà nuovamente quella di privatizzare anche quel poco che rimane di professionalità e qualità di sistema pubblico o se addirittura la soluzione sarà quella di chiudere qualche piccolo ospedale e/o qualche doppione di reparti che proprio questo governo regionale ha in questi anni mantenuto ed alimentato, perché bacini elettorali e punti di potere, e che oggi AGENAS, lautamente pagata per fare le pulci al loro stesso operato, indicherà sicuramente di chiudere”.
“Da una parte il Presidente della Regione giustamente esulta in Conferenza Regioni per aver decretato lo stop ai gettonisti e alle cooperative, ottimo risultato nazionale, dall’altra il suo Assessore alla Salute continua a fare a pezzi il nostro sistema sanitario regionale FVG regalandolo ai privati – denuncia il sindacato. – Ieri i centri prelievi e i laboratori, oggi i Ponto Soccorso, domani le Radiologie mentre in Consiglio regionale continua a nascondere la verità delle cose e a dare numeri irreali e gonfiati come a suo tempo già fece con i posti letto di Terapia Intensiva.
“E nel frattempo – conclude AAROI-EMAC – anche i medici argentini, vittima di caporalato sanitario ‘legalizzato’ e sottaciuto dalla Regione, abbandonano il SSR FVG denunciando datori di lavoro e aziende, con destinazione altre regioni dove invece una seria e regolare campagna di assunzioni diretta, regolarizza anche i colleghi stranieri, la loro attività, i loro contratti e le loro retribuzioni, senza spreco di denaro pubblico”.