Avvelenamento da tallio a Varmo, morta anche la terza persona intossicata
Udine – È morta nella notte tra anche Maria Gioia Pittana, terza componente della famiglia Del Zotto colpita da intossicazione da tallio.
La donna, 87 anni, era la moglie di Giovanni Battista e madre di Patrizia, morti a poche ore di distanza l’uno dall’altra in ospedale a Desio (Monza) il 2 ottobre scorso.
È quanto comunica la Direzione Generale dell’Asst di Monza.La Procura della Repubblica di Monza sta proseguendo nelle indagini sul decesso di Giovanni Battista e Patrizia Del Zotto, padre e figlia di 94 e 62 anni, morti a poche ore di distanza l’uno dall’altra in ospedale a Desio (Monza) per avvelenamento da tallio.
Tutti e 5 i componenti della famiglia erano rimasti intossicati; le altre due persone sopravvissute stanno ancora seguendo la terapia di disintossicazione.
Dopo che gli inquirenti hanno abbandonato l’ipotesi di avvelenamento da guano di piccione, nei giorni scorsi è stata esclusa anche la seconda ipotesi sull’origine dell’avvelenamento: non ci sono tracce di tallio nell’acqua del pozzo artesiano che alimenta la casa di campagna della famiglia Del Zotto a Varmo (Ud).
Il dato era emerso dalle prime analisi dei campioni prelevati dai carabinieri della stazione di Rivignano, della compagnia di Latisana, e dai tecnici e veterinari dell’Azienda sanitaria 3 nell’abitazione, su delega della Procura di Monza. L’acqua è risultata negativa alla presenza della sostanza.
Bisogna attendere ancora per il responso degli accertamenti svolti sugli altri campioni di materiale raccolto nell’abitazione e nelle sue pertinenze, tuttora sotto sequestro. Al vaglio ci sono anche i filtri del condizionatore d’aria.
Tra le sostanze campionate anche una busta di topicida, che si dovrà capire quando sia stato messo in commercio. Da prodotti più recenti è infatti già bandito il tallio.
Il tallio è un elemento chimico, numero atomico 81. È un metallo ed è stato scoperto nel 1861. Si ottiene per lo più come sottoprodotto dalla raffinazione di metalli pesanti ma si trova anche in natura, ad esempio negli escrementi di piccione.
Gran parte della produzione viene utilizzata nell’industria elettronica, in quella farmaceutica e medica. I suoi sali solubili sono altamente tossici e sono stati utilizzati in topicidi e insetticidi ma in molti Paesi l’uso di questi composti è stato vietato o limitato (la Ue ad esempio ne ha proibito l’utilizzo).
Il solfato di tallio è incolore, non ha sapore e si scioglie facilmente in acqua. In passato è stato spesso utilizzato come veleno in diversi casi di cronaca nera. La scrittrice Agatha Christie l’ha usato come arma del delitto in uno dei suoi romanzi.
Il tallio può essere letale sia per ingestione che per inalazione. Ci voglioni circa 20-30 giorni prima che si manifestino i gravi sintomi di avvelenamento, che vanno dalla caduta dei capelli a forti nausee ed in alcuni casi fino al decesso.