Il Comitato No Ovovia presenta 10.350 firme nella sede di rappresentanza del Parlamento europeo
Trieste – Il Comitato No Ovovia ha organizzato a Roma, presso la sala delle Bandiere nella sede di rappresentanza del Parlamento Europeo, una conferenza stampa per la consegna al Parlamento europeo delle 10.350 firme contro l’opera che, se realizzata, collegherebbe la città di Trieste con l’altipiano carsico.
Alla conferenza, svoltasi lo scorso 15 marzo, hanno preso parte qualificate rappresentanze nazionali delle Associazioni ambientaliste e dei parlamentari europei e nazionali, che hanno evidenziato l’interesse, l’attenzione e l’impegno affinché le finalità del programma Next Generation EU, e in particolare quelle riguardanti lo sviluppo sostenibile, non vengano stravolte con progetti inutili, impattanti e insostenibili come è quello dell’assurda opera prevista a Trieste.
«In questi due anni il Comitato NoOvovia, forte dell’appoggio e del consenso da parte dei cittadini e delle associazioni e partiti aderenti, ha attivato varie iniziative per far conoscere ai medesimi il progetto della Cabinovia – dichiara William Starc, Coordinatore del Comitato -. Inizialmente avevamo proposto un referendum, per il quale avevamo raccolto le firme necessarie in un paio d’ore, ma è stato negato dall’amministrazione attuale. Abbiano allora manifestato il dissenso della Cittadinanza con eventi di mobilitazione, assemblee, conferenze stampa, cortei. Oggi presentiamo l’appello, firmato da 10.350 persone in sole tre settimane, con il quale si chiede al Parlamento Europeo di rivedere il finanziamento concesso per questo progetto inutile, impattante e insostenibile».
«Lo facciamo a Roma – ha proseguito Starc -, richiamando l’attenzione del Governo che in questa fase ha facoltà e responsabilità di fermare l’opera. Ribadiamo in questa autorevole sede che la battaglia intrapresa va al di là del progetto della cabinovia: di fronte a una scelta calata dall’alto, stravolgendo le normative che riguardano i procedimenti dell’urbanistica e quelli inerenti l’approvazione delle opere pubbliche, l’impegno è per riaffermare la necessità di ascolto, trasparenza e partecipazione, elementi fondanti di una corretta amministrazione pubblica, che qualora non vengano rispettati stravolgono i principi su cui si basa una sana Democrazia».
«Nell’appello rivolto al Parlamento europeo abbiamo voluto portare l’attenzione sulle motivazioni per cui ci opponiamo all’opera, che purtroppo sono comuni a molti altri progetti finanziati col PNRR in Italia – Ha proseguito Gabriella Robba, architetta componente del Comitato No ovovia, che ha mostrato le foto dei luoghi interessati -. Verrebbero arrecati danni al patrimonio di archeologia industriale del vecchio porto austroungarico, soggetto a tutela della Soprintendenza, e al paesaggio, oltre al danno ambientale irreversibile a un bosco sito di Natura 2000».
Ha concluso gli interventi dei rappresentanti del Comitato Elena Declich, in rappresentanza delle famiglie che saranno espropriate per la realizzazione dell’opera. «Gli abitanti non sono mai stati informati preventivamente per discutere il progetto e ad oggi nessuno degli amministratori che portano la responsabilità di questa scelta si è mai prestato a un confronto pubblico con noi. La situazione sta generando grande indignazione e sfiducia nella pubblica amministrazione, causando malessere, stati d’ansia, depressione tra i residenti più prossimi al tracciato, che vedono pure ignorate le garanzie di legge per rappresentare le proprie opposizioni durante le fasi procedimentali necessarie all’approvazione del progetto.»
Alla conferenza stampa sono intervenuti i rappresentanti nazionali delle associazioni impegnate nel ricorso al TAR, Stefano Raimondi per Legambiente e Dante Caserta per il WWF, oltre a numerosi rappresentanti politici: la senatrice Tatiana Rojc, l’europarlamentare Sabrina Pigniedoli, Alessandro Cocicello del Partito Animalista Italiano, l’europarlamentare Elisabetta Gualmini, la responsabile ambiente del PD Annalisa Corrado, il vicepresidente dell’European Free Alliance Roberto Visentin, la consigliera regionale del Patto per l’Autonomia Giulia Massolino, il portavoce di Adesso Trieste Leo Brattoli. Anche l’Osservatorio Civico PNRR, iniziativa di Action Aid, ha portato una testimonianza con Alberto Panpalone, così come Rossella Muroni è intervenuta in rappresentanza dell’Associazione Ri-Generazioni.
«La palla ora passa al Parlamento europeo, che dovrà analizzare la petizione, e naturalmente al Governo, oltre che a livello locale a Regione e Comune – conclude William Starc -. Invitiamo le istituzioni, a tutti i livelli, a intervenire nelle loro possibilità per fermare la realizzazione di quest’opera inutile, impattante e insostenibile. Non è troppo tardi per rimediare!»