Terrorismo e chiusura del Canale di Suez, penalizzati i porti del Mediterraneo orientale
Trieste – Il Porto di Trieste rischia di vanificare la ripresa dei traffici rilevata nel mese di ottobre a causa di un probabile stop di tre settimane dovuto alla chiusura del Canale di Suez.
Nei primi dieci mesi del 2023, Trieste ha movimentato complessivamente 46.761.195 tonnellate di merce, con una perdita dell’1,51% rispetto allo stesso periodo del 2022.
Nel mese di ottobre, tuttavia, il quadro è tornato positivo se paragonato con lo stesso mese del 2022, sia per i contenitori (+5,31%), sia per il traffico ferroviario (+1,41%).
Con il Canale di Suez fermo a causa delle minacce terroristiche degli Houthi, gruppo armato sciita, la situazione si fa critica per i porti del Mediterraneo Orientale.
È il presidente dei porti europei Zeno D’Agostino a tracciare un quadro a fosche tinte. I noli, calati dopo la pandemia, sono ora “già quasi al raddoppio” – segnala D’Agostino – una dinamica che favorisce gli scali del Nord Europa a danno del Mediterraneo.
A questa situazione di incertezza si affianca un altro fattore penalizzante, cioè l’entrata in vigore da gennaio 2024 dell’Emission Trading Scheme europeo. Per quanto riguarda Trieste “avremo almeno tre settimane di stop”, rileva D’Agostino.