Sacile ricorda Giulia Cecchettin con il flashmob “Per dire Basta!”
Sacile – nella serata di martedì 21 novembre decine di sacilesi si sono ritrovati in Piazza del Popolo sotto la loggia del Municipio di Sacile prendendo parte al flashmob “Per dire Basta!” a partire dalle 18:30. Una serata dedicata al ricordo di Giulia e alla condivisione del proprio pensiero e del proprio messaggio di solidarietà verso tutte le donne che hanno vissuto o stanno vivendo un momento terribile. A pochi giorni dal ritrovamento del corpo della giovane Giulia Cecchettin nei pressi del Lago di Barcis, in provincia di Pordenone, la comunità Sacilese ha voluto rendere omaggio a lei e alle altre 105 donne che quest’anno hanno perso la vita a causa degli uomini che avrebbero dovuto amarle e proteggerle.
Il Comune di Sacile ripropone la campagna “Insieme contro la violenza sulle donne 2023”, con diverse iniziative nelle giornate che precedono o seguono la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, sabato 25 Novembre. Tra i principali eventi vi sono la proiezione del film “C’è ancora domani” con Paola Cortellesi (mercoledì 22) e la quinta edizione della marcia contro la Violenza sulle Donne (domenica 26).
Il flashmob in ricordo di Giulia, dunque, cade in questa settimana per pura coincidenza, ma è l’ennesima opportunità per sensibilizzare tutti riguardo ad una problematica (quella della violenza sulle donne) estremamente importante e attuale. La prima a prendere parola alla manifestazione è stata Maria Balliana, cittadina attiva e giornalista impegnata nel sociale. “Qualcuno mi ha detto che non crede ai flashmob, alle riunioni di persone”: si apre così il discorso di Maria, con una frase smentita dall’enorme partecipazione. Uomini, donne, ragazzi e ragazze, bambini e bambine: alla manifestazione hanno partecipato persone di tutte le età perché il tema della violenza sulle donne è universale e riguarda tutti. Dopo un primo momento di imbarazzo e timidezza generale, i presenti si sono fatti coraggio e hanno espresso i loro pensieri. Grande partecipazione anche da parte dei giovani (principalmente ragazze) che hanno avuto modo di raccontare la loro esperienza, i soprusi ricevuti, le loro storie tra lacrime e sorrisi dati dalla consapevolezza di essersi liberate da un peso opprimente. Ma non solo: messaggi di solidarietà sono arrivati anche da adulti e anziani (donne e uomini). È intervenuto anche l’Assessore alla Cultura sacilese Ruggero Spagnol, addolorato per quanto accaduto ma riconoscente verso i numerosi sacilesi che hanno preso parte all’evento.
La manifestazione è stata anche un modo per ricordare il ruolo attivo dell’associazione Voce Donna, impegnata a difendere le donne vittime di violenza. Quest’anno le donne prese in carico dall’associazione, nella sola provincia di Pordenone, sono oltre 200. “Sono solo la punta dell’iceberg” ha commentato Maria, specificando che includendo le telefonate e le richieste di aiuto il numero sale drasticamente. A colpire è anche il fatto che la violenza riguarda tutte le donne, indipendentemente dalla loro estrazione sociale. Le tematiche presentate al flashmob ricalcano quelle della manifestazione avvenuta il giorno precedente a Pordenone, nella quale erano presenti alcuni esponenti dell’associazione Voce Donna.
Iniziata con l’accensione di una candelina da parte dei partecipanti, la manifestazione è proseguita tra interventi, canti (tra cui il ritornello della celebre canzone di Fiorella Mannoia “Quello che le donne non dicono”), letture di poesie strazianti e citazioni di passi significativi di libri che trattano tematiche inerenti alla violenza sulle donne (una lettura, ad esempio, era tratta dal libro “Il viaggio delle donne” di Alessandra Beltrame). Particolare è stato il minuto di silenzio che, per volere della sorella di Giulia, si è tramutato in un minuto di rumore: i partecipanti hanno fatto tintinnare le loro chiavi e il fruscio metallico ha invaso l’intera Piazza del Popolo.
Tra gli interventi anche alcune dichiarazioni esplicite, tra cui la proposta della creazione di una società con meno testosterone e l’intervento breve ma pungente di una prof.ssa di scienze che recita “e poi dicono che le donne sono il sesso debole… qualcuno provi a partorire e poi ne riparliamo”.
Durata poco meno di un’ora, la manifestazione ha visto alternarsi momenti di commozione, sorrisi, applausi, nella speranza di un futuro migliore dove tutte le donne possano sentirsi sicure, amate, protette.