Giornata del Ringraziamento: salvaguardare la terra per difendere l’integrità del territorio

Gemona del Friuli (Ud) – Coldiretti celebra a Gemona del Friuli la 73ª Giornata del Ringraziamento agricolo, evento di origini antiche che Coldiretti dal 1951 ha ripreso e diffuso in tutta Italia per rendere grazie del raccolto dei campi, fare un bilancio dell’annata in corso e chiedere la benedizione di quella nuova. Dal 1974 la Giornata è inserita nel calendario liturgico nazionale.

L’appuntamento è in programma domenica 12 novembre alle 10.30 nel Duomo Santa Maria Assunta di Gemona del Friuli. Dopo il ritrovo alle 10 nella Loggia del municipio, la Santa Messa sarà presieduta da monsignor Valentino Costante, presenti il direttore regionale di Coldiretti Fvg Cesare Magalini, il presidente di Coldiretti Udine Cristiano Melchior e le responsabili di Giovani Impresa Udine Greta Minisini e di Donne Impresa Udine Elena Tavano.

Sabato 11 e domenica 12 in piazza del Ferro, Gemona ospiterà il mercato di Campagna Amica.

Salvaguardare la terra

«Come ogni anno la Giornata del Ringraziamento servirà a sottolineare l’importanza di salvaguardare la terra – dichiara il direttore regionale Cesare Magalini – e di valorizzarla nella maniera più rispettosa possibile, con innovazioni tecniche che aiutino la transizione ecologica, che si fa con e non contro gli agricoltori».

Intanto Coldiretti segnala le criticità a cui sta andando incontro il settore agricolo: è stato l’ottobre più bollente di sempre, con una temperatura superiore di oltre 3,15 gradi la media storica del mese, ad aumentare i danni del maltempo, con precipitazioni record che il terreno, dopo un lungo periodo di caldo e siccità, non è riuscito ad assorbire. Sono i risultati di una elaborazione della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr che rileva le temperature in Italia dal 1800.

Su un territorio reso più fragile dalla siccità prolungata si sono abbattuti fino ad ora nel solo mese di novembre ben 90 eventi estremi tra trombe d’aria, bufere di vento e bombe d’acqua concentrate soprattutto nel centro Italia, secondo il monitoraggio della Coldiretti su dati Eswd (European Sever Weather Database), provocando dispersi e vittime per le quali si esprime profondo cordoglio.

Crisi dell’agricoltura equivale a crisi del territorio

A causa della cementificazione e dell’abbandono l’Italia ha perso quasi 1/3 (30%) dei terreni agricoli nell’ultimo mezzo secolo, con la superficie agricola utilizzabile che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari ed effetti sulla tenuta idrogeologica del territorio per la minore capacità di assorbimento dell’acqua in eccesso.

Il risultato è che in Italia oltre 9 comuni su 10 in Italia (il 93,9% del totale) secondo l’Ispra hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico per frane ed alluvioni anche per effetto del cambiamento climatico in atto, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, il rapido passaggio dal sole al maltempo e precipitazioni brevi ed intense.

L’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne.

L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli.

Si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque.

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