Conclusa l’allerta meteo arancione, livello fiumi in calo. Attenzione alta per prossime perturbazioni
FVG – Si è appena conclusa l’allerta meteo arancione sulla nostra regione. Il livello dei fiumi e dei torrenti è salito in breve tempo, superando in alcuni bacini, come quello dell’Isonzo, i livelli di guardia. Al momento le piene sono in calo.
Si sono tuttavia verificati allagamenti, smottamenti e frane, pur in misura contenuta rispetto ai nubifragi di quest’estate. Le mareggiate hanno provocato danni ingenti sul lungomare di Barcola, la riviera balneabile di Trieste.
Anche nelle prossime settimane permane il rischio piene per il verificarsi di precipitazioni record che il terreno, dopo un lungo periodo di caldo e siccità, fa più fatica ad assorbire. Il risultato sono alberi abbattuti, allagamenti e smottamenti a macchia di leopardo.
Il fine settimana vede una pausa nel maltempo, ma tra lunedì 30 e martedì 31 ottobre – segnala Arpa FVG – passerà un altro fronte intenso con Scirocco e poi Libeccio sulla costa.
Ispra Ambiente sul rischio idrogeologico
Secondo Ispra ambiente in Italia oltre 9 comuni su 10 (il 93,9% del totale) hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico per frane ed alluvioni.
La situazione è in via di peggioramento a causa del cambiamento climatico in atto, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, il rapido passaggio dal sole al maltempo e precipitazioni brevi ed intense.
Il cambiamento climatico si abbatte su un territorio fragile a causa della cementificazione e dell’abbandono con l’Italia che ha perso quasi 1/3 (30%) dei terreni coltivati nell’ultimo mezzo secolo.
La superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari. Questo ha prodotto effetti negativi sulla tenuta idrogeologica e sulla capacità produttiva del Paese, con conseguente maggiore dipendenza agroalimentare dall’estero.
L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli: si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture e sulla gestione delle acque.