Il concerto del 1° maggio ricorda Lorenzo Parelli, il giovane friulano morto durante uno stage lo scorso anno
Roma – Il Concerto del Primo Maggio a Roma è iniziato con un omaggio a Lorenzo Parelli, il ragazzo di 18 anni morto nel gennaio 2022 durante uno stage per l’alternanza scuola-lavoro.
Lorenzo fu schiacciato da una putrella d’acciaio di 150 chili che gli cadde sulla testa nell’ultimo giorno di tirocinio nello stabilimento della Burimec di Lauzacco di Pavia di Udine.
Il giovane era al quarto anno di studi di meccanica industriale al Centro di formazione professionale dell’Istituto salesiano Bearzi di Udine.
Assieme a Lorenzo Parelli sono stati ricordati anche Giuseppe Lenoci e Giuliano De Seta.
Giuseppe Lenoci, 16 anni, è morto il 14 febbraio 2022, vittima di un incidente stradale sul furgone aziendale mentre era impegnato anche lui nel percorso di alternanza scuola-lavoro. Era iscritto al corso triennale del centro di formazione professionale Artigianelli di Fermo.
Giuliano De Seta, 18 anni, è morto il 16 settembre 2022, travolto da una pesante lastra di ferro durante uno stage all’interno della Bc Service di Noventa di Piave (Ve). Era iscritto alla quinta classe dell’istituto tecnico Da Vinci di Portogruaro (Ve) e aveva iniziato lo stage nell’ambito del progetto di alternanza scuola-lavoro.
Sul palco della piazza romana di S. Giovanni c’erano la mamma di Lorenzo, Maria Elena Dentesano e il papà, Dino Parelli.
“Lorenzo – ha detto la conduttrice Ambra Angiolini, – muore durante l’orario scolastico e questo nemmeno la Costituzione poteva prevederlo. Paga con la vita, senza ancora essere stato pagato da nessuno. Siamo su questo palco per consegnarvi qualcosa di importante: La carta di Lorenzo, abbiatene cura”.
La Carta di Lorenzo è un manifesto sui principi fondanti per imporre la cultura della sicurezza nei luoghi di formazione e di lavoro, voluta perché tragedie come quella di Lorenzo non si ripetano più.
I genitori commossi hanno ricordato Lorenzo che, hanno detto, “lo scorso anno ha aperto un capitolo nuovo della nostra storia. La sicurezza non ha un colore e una bandiera, è di tutti, è una responsabilità collettiva di ognuno di noi. Se Lorenzo fosse qui ci direbbe che la vita è la cosa più sacra che abbiamo e dobbiamo onorarla al meglio”.