Sequestrati beni per 1,4 milioni di euro ad un truffatore che aveva commesso reati in Friuli Venezia Giulia
Trieste – I Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Trieste hanno recentemente eseguito un decreto di sequestro di prevenzione in applicazione degli artt. 20 e 25 del D.Lgs. n.159/2011 (cd. “Codice Antimafia”) nei confronti di un soggetto ritenuto “socialmente pericoloso” ed attualmente residente a Nettuno.
Quest’ultimo, tra il 2002 e il 2021, risultato abitualmente dedito a vari reati sul territorio friulano quali truffa, ricettazione, riciclaggio e frodi dell’IVA intracomunitaria nel settore delle autovetture di alta gamma, era stato colpito più volte da provvedimenti restrittivi della propria libertà personale.
Il provvedimento di sequestro, emesso dal Tribunale di Trieste – Sezione Penale Misure di Prevenzione, ha riguardato l’intero patrimonio mobiliare e immobiliare del destinatario del provvedimento, costituito, tra l’altro, da disponibilità finanziarie depositate in un conto corrente detenuto in Austria, due immobili di pregio di cui uno con piscina ubicati nelle province di Roma e Latina, cinque autovetture di grossa cilindrata e dieci orologi di lusso per un valore complessivo pari circa a 1,4 milioni di euro.
Le indagini patrimoniali i cui esiti sono stati condivisi dall’Autorità Giudiziaria procedente sono state eseguite dai militari in forza al Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria sull’intero nucleo familiare della persona individuata, evidenziando in tal modo come, a fronte di un elevato tenore di vita osservato, si contrapponessero dichiarazioni fiscali assai esigue: la sproporzione tra il profilo reddituale e gli investimenti effettuati è risultata superiore a 4 milioni di euro nell’arco del ventennio oggetto di indagine.
Le Fiamme Gialle triestine hanno inoltre accertato come i proventi illeciti delle condotte di reato, in parte detenuti all’estero, fossero stati reinvestiti attraverso l’acquisizione di beni mobili e immobili anche per il tramite di società ad hoc facenti capo alla moglie del soggetto pluripregiudicato e ad altri soggetti “prestanome”, assoldati proprio al fine di sottrarsi all’applicazione di ogni misura cautelare reale.
Tale esito investigativo testimonia l’efficacia dell’azione posta in essere dalla Magistratura e dalla Guardia di Finanza nell’aggressione economica ad ogni forma di criminalità, così da restituire in tal modo competitività e legalità al mercato.
Il sequestro di patrimoni illeciti, detenuti in Italia o all’estero, pure sotto forma di “beni rifugio”, assume infatti un valore “sociale” poiché consente di restituire alla collettività le ricchezze accumulate nel tempo dalla criminalità.