Tra social, gaming e internet, quali sono i rischi per la Generazione Z?

Una generazione sempre più connessa, con una vita sempre più online e un’esposizione particolare a rischi e pericoli del web. Questa la situazione dei nostri giovani fotografata dal report di Espad Italia in collaborazione con l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR.

Un rapporto dedicato soprattutto alle relazioni tra giovani e gioco d’azzardo, utile però anche a monitorare e a tracciare i comportamenti dei ragazzi di età compresa tra i 15 e i 19 anni. Il dato da cui partire è quello del device: il 97% dei ragazzi, infatti, ne possiede uno e lo usa per connettersi con il suo mondo (chat, social network, ma anche lettura di giornali, informazione, ascolto di musica, siti di intrattenimento). A essere connesse sono soprattutto le ragazze, che impiegano più tempo online, mentre i ragazzi sono concentrati soprattutto sui giochi di ruolo.

Dati interessanti sono anche quelli del progetto “Cittadinanza digitale a Scuola”, una ricerca condotta dall’Associazione MEC insieme alla Regione del Friuli-Venezia Giulia e in collaborazione con il Progetto Prodigi del Movi FVG. Le statistiche, relative al 2021, hanno coinvolto quasi 3 mila famiglie in tutta la regione, per capire i rischi e i pericoli di questa iperconnessione, che vanno dal cyber bullismo alla dipendenza da smartphone, passando per l’adescamento e le truffe economiche.

“Abbiamo la conferma che alcune informazioni basilari come l’età minima per usare Whatsapp o Tiktok non sono conosciute da buona parte dei genitori – spiega Giacomo Trevisan, coordinatore dell’associazione MEC, ai colleghi de Il Friuli – quindi mancano gli strumenti per comprendere alcuni rischi, come ad esempio che Tiktok è un social network a tutti gli effetti e che non può assolutamente essere utilizzato alle primarie. Lo stesso vale per il codice PEGI, che fornisce le età minime dei videogiochi”. L’esempio è quello di un videogioco violento come GTA, che include scene di sesso e di droga e che quindi è vietato ai minori di 18 anni. Risultato delle indagini? Il videogame viene usato anche da bambini della scuola primaria”.

Come si legge in questo articolo, inoltre, è in crescita anche il rischio di gioco minorile. Nel 2021 il 42% degli studenti ammette di aver giocato d’azzardo almeno una volta, con il 10% ad aver scommesse online e il 17% ad aver giocato in luoghi fisici. Il 55% dei ragazzi e il 44% delle ragazze racconta di aver giocato almeno una volta nella loro vita.

Dati preoccupanti, ma che prendono una piega positiva se messi in relazione a quelli del passato: nel 2009 infatti la quota era di oltre il 51%, arrivando al 50% nel 2021. Una percentuale che può sembrare irrisoria e che invece nasconde sforzi e impegno di istituzioni e aziende di gambling, per creare ambienti di gioco sicuri e responsabili.

È questo, infatti, l’obiettivo per la costruzione dell’internet del futuro. Una rete che possa essere veramente a misura di utente, tenendo conto però della sensibilità e delle età di tutti. Soprattutto dei navigatori più giovani.

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