Alessio Boni nelle vesti di un “Don Chisciotte” tutto da scoprire al Politeama Rossetti

Trieste – Dopo il grande successo ottenuto nel 2021 con “Ludwig. La musica del silenzio”, Alessio Boni ritorna, stasera 31 gennaio alle 20.30 e l’1 febbraio al Politeama Rossetti, nel doppio ruolo di regista e protagonista di “Don Chisciotte”, uno spettacolo liberamente ispirato al romanzo di Miguel de Cervantes Saavedra.

Interpreta una figura fra le più poetiche, amate e delicate della letteratura. Accanto a lui una notevole compagnia: nei panni di Sancho c’è Serra Yilmaz, la bravissima attrice turca divenuta icona dei film di Ferzan Ozpetek, e poi Marcello Prayer, Francesco Meoni, Pietro Faiella, Liliana Massari, Elena Nico.

Anche la resa scenica di Ronzinante di Biagio Iacovelli regalerà al pubblico ammirazione e stupore. La messinscena è accuratissima e fantasiosa grazie all’apporto concertato e armonioso delle scene di Massimo Troncanetti, dei costumi di Francesco Esposito delle luci di Davide Scognamiglio e delle musiche di Francesco Forni.

Nell’adattamento di Francesco Niccolini, il romanzo di Cervantes funge da ispirazione per indagare ampiamente i temi che l’eroe che va “contro i mulini a vento” suggerisce.

«Chi è pazzo? Chi è normale? Forse chi vive nella sua lucida follia riesce ancora a compiere atti eroici» riflette Alessio Boni. «Di più: forse ci vuole una qualche forma di follia, ancor più che il coraggio, per compiere atti eroici. La lucida follia è quella che ti permette di sospendere, per un eterno istante, il senso del limite: quel “so che dobbiamo morire” che spoglia di senso il quotidiano umano, ma che solo ci rende umani».

«L’animale non sa che dovrà morire: in ogni istante è o vita o morte. L’uomo lo sa ed è, in ogni istante, vita e morte insieme» continua il regista. «Emblematico in questo è Amleto, coevo di Don Chisciotte, che si chiede: chi vorrebbe faticare, soffrire, lavorare indegnamente, assistere all’insolenza dei potenti, alle premiazioni degli indegni sui meritevoli, se tanto la fine è morire? Don Chisciotte va oltre: trascende questa consapevolezza e combatte per un ideale etico, eroico. Un ideale che arricchisce di valore ogni gesto quotidiano. E che, involontariamente, l’ha reso immortale».

«Gli uomini che, nel corso dei secoli, hanno osato svincolarsi da questa rete , avvalendosi del sogno, della fantasia, dell’immaginazione,  sono stati spesso considerati “pazzi”» conclude Alessio Boni. «Salvo poi venir riabilitati dalla Storia stessa. Dopotutto, sono proprio coloro che sono folli abbastanza da credere nella loro visione del mondo, da andare controcorrente, da ribaltare il tavolo, che meritano di essere ricordati in eterno: tra gli altri, Galileo, Leonardo, Mozart, Che Guevara, Mandela, Madre Teresa, Steve Jobs e, perché no, Don Chisciotte».

Per biglietti e prenotazioni si suggerisce di rivolgersi alla Biglietteria del Politeama Rossetti agli altri consueti punti vendita, o via internet sul sito www.ilrossetti.it. Informazioni anche al numero del Teatro 040.3593511.

Credit Ph Lucia De Luise

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