La Procura di Trieste riapre le indagini sul caso “Unabomber”. 11 le persone indagate
Trieste – Il Procuratore capo di Trieste, Antonio De Nicolo ha riaperto le indagini sul caso “Unabomber” e con il Sostituto Federico Frezza ha riesaminato le buste con i reperti e l’intera documentazione riguardante le azioni terroristiche perpetrate in Veneto e Friuli dal 1994 al 2006.
Gli inquirenti confidano che con le tecnologie messe a punto negli ultimi 15 anni si possano fare dei progressi nella ricerca del responsabile dei 28 attentati che per anni hanno seminato il panico e causato danni fisici e materiali a tante persone e cose nel Nord Est.
A distanza di 17 anni dall’ultimo attentato, la magistratura ha iscritto nel registro degli indagati le stesse dieci persone su cui si erano concentrati i sospetti e – qui la novità – ne ha aggiunto uno, nuovo e misterioso.
La Procura ha chiesto al giudice di poter effettuare un incidente probatorio per sottoporre a indagine genetica 10 tra le migliaia di reperti sequestrati nell’ambito delle indagini.
Dalla Procura le notizie che trapelano non si spingono oltre l’asciutta nota in cui si precisa che la richiesta al Gip è stata formulata dal pm Federico Frezza e che il nuovo indagato è “una persona la cui attendibilità appare problematica ed è tutta da verificare”.
L’avvocato Maurizio Paniz, da sempre sostenitore di una riapertura delle indagini, ha riferito che nel registro è stato inserito d’ufficio il nome del suo storico assistito, Elvo Zornitta.
Zornitta, l’ingegnere di Corva di Azzano Decimo (Pordenone) è stato indagato per anni e scagionato quando fu scoperto che la prova principe che avrebbe dimostrato la sua colpevolezza, un lamierino, era diventata tale in seguito alla manomissione da parte di un poliziotto, Ezio Zernar.
Quest’ultimo fu condannato e Zornitta risarcito ampiamente (ma l’Avvocatura dello Stato ha presentato ricorso).
“Era fisiologico che qualsiasi iniziativa avrebbe interessato tutte le persone indagate nel passato, compreso l’ing. Zornitta – ha detto Paniz alla stampa -. Non sapevamo, tuttavia, che le persone coinvolte nell’indagine fossero ben 10”.
Il legale auspica che le persone indagate diano il loro DNA, che i reperti siano stati conservati bene e trasportati in maniera adeguata, tuttavia incrollabile è “la stima nei confronti del Procuratore De Nicolo e del sostituto Frezza”, sono “certo che faranno le cose per il meglio. Magari si riuscisse finalmente a scoprire il colpevole”.
La Procura per prudenza precisa che “nei confronti di nessuna delle undici persone menzionate nella richiesta d’incidente probatorio come ‘persone sottoposte a indagine’ sono stati acquisiti elementi tali da consentire di convogliare le investigazioni in una precisa direzione: sarà l’accertamento genetico, sperabilmente, a portare elementi utili a tal fine”.
Inoltre, le persone che erano state coinvolte in passato sono state iscritte nel registro degli indagati per evitare di incappare in questioni di nullità o di inutilizzabilità.
L’inchiesta è stata riaperta dopo una istanza di Marco Maisano, giornalista, conduttore tv al lavoro su podcast per OnePodcast – e da due donne vittime di Unabomber, Francesca Girardi e Greta Momesso.
Maisano ha lavorato per mesi a OnePodcast su Unabomber e, visionati i reperti, ha trovato un capello bianco su un uovo inesploso e due capelli e peli repertati recuperando un ordigno inesploso a San Stino di Livenza.