Il Consiglio regionale approva la manovra di bilancio. Opposizione: dimenticati i cittadini in difficoltà

Trieste – L’ultima manovra di bilancio della XII legislatura, dotata di risorse per 5,077 miliardi di euro, 2,9 dei quali destinati alla sanità, è stata approvata a maggioranza (26 sì, 19 no delle opposizioni e l’astensione di Walter Zalukar) lo scorso venerdì 16 dicembre dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia al termine di quattro giornate e oltre 40 ore di lavori d’Aula.

Soddisfazione del governatore Massimiliano Fedriga

“Autonomia e investimenti: questi i due cardini sui quali ha ruotato l’azione politica e amministrativa della Regione nell’arco dell’intera legislatura. Un impegno che oggi ci consente di licenziare una legge di stabilità senza precedenti, le cui risorse contribuiscono a offrire risposte sempre più puntuali alle esigenze del tessuto economico e sociale del Friuli Venezia Giulia”.

Lo ha dichiarato il governatore Massimiliano Fedriga in Consiglio regionale, a chiusura dei lavori sulla finanziaria.

“Rinegoziare i patti finanziari con Roma – ha ricordato Fedriga – ha portato a dimezzare l’importo del contributo straordinario alla finanza pubblica, attestato nel 2018 a circa 800 milioni di euro, consentendo in tal modo di trattenere e reinvestire più risorse sul territorio. Perseguire l’autonomia non significa infatti solo puntare al riconoscimento di ulteriori competenze, ma non può prescindere – ha sottolineato ancora il Governatore – dal riconoscimento di maggiori margini operativi sul piano finanziario”.

Nel proprio intervento, il Governatore ha successivamente posto l’accento sul tema degli investimenti, “decisivi per consegnare al Friuli Venezia Giulia progetti in grado di guardare, con un orizzonte di medio e lungo periodo, non al tornaconto politico di una singola fazione bensì all’interesse delle prossime generazioni. Quando parliamo di una programmazione pluriennale in ambito sanitario con risorse quintuplicate, o del progetto dell’Hydrogen Valley, ci riferiamo infatti – secondo Fedriga – a una precisa volontà di questa maggioranza di perseguire tale ambizioso obiettivo”.

Proprio sul versante energetico, Fedriga ha rimarcato “la necessità, non solo per la nostra Regione ma per l’intero occidente democratico, di liberarsi dal giogo delle frizioni geopolitiche che, a fasi alterne, condizionano la capacità di approvvigionamento e, al contrario, di orientare la propria azione verso il conseguimento di un’autosufficienza”.

Nel merito della legge di stabilità, il Governatore ha inoltre evidenziato, tra le molte, misure specifiche quali lo Sport bonus, lo sconto del 50% sul Tpl per gli over 65, l’incremento delle risorse di “Dote famiglia” che andranno a beneficiare la platea di richiedenti di circa 200 euro in più a nucleo, i contributi per il fotovoltaico alle imprese e i 20 milioni per lo sconto benzina.

Il relatore di minoranza Roberto Cosolini

“Da una manovra straordinaria in termini di risorse, dovute al concorso di diversi fattori tra cui un gettito fiscale decisamente superiore alle aspettative, ci sembrava doveroso dare un sostegno, una ‘restituzione’ ai contribuenti che fanno parte delle fasce deboli e che si troveranno di fronte a un 2023 ancora più difficile. L’abbattimento e l’azzeramento dell’addizionale Irpef per le famiglie in difficoltà poteva essere una risposta, che però la Giunta Fedriga e il Centrodestra hanno scelto di non dare”.

Lo afferma in una nota il consigliere regionale Roberto Cosolini (Pd), relatore di minoranza per l’Aula del disegno di legge 183 Legge di stabilità 2023, dopo la bocciatura dell’emendamento attraverso il quale il suo Gruppo chiedeva l’abbattimento dell’addizionale Irpef regionale.

“Di fronte a quest’ultima Stabilità della legislatura – commenta Cosolini (Pd) -, abbiamo presentato proposte senza alcuna apertura dal Centrodestra: la prima, in termini di impatto per i cittadini, sulla quale ci siamo sentiti dire che siamo tutti d’accordo ma senza arrivare poi a nulla di concreto, riguardava la protezione delle fasce della popolazione economicamente più deboli attraverso un intervento sull’addizionale Irpef”.

“A fronte delle cifre in ballo – è la sua conclusione – ritenevamo possibile agire con forza, con un investimento di circa 50 milioni, azzerando l’addizionale Irpef per i redditi fino a 15mila euro e riducendola allo 0,7% per quelli fino a 28mila euro e il mantenimento dell’aliquota base dell’1,23% per redditi superiori a 28mila euro. Nulla da fare, il Centrodestra si è arrampicato sugli specchi per bocciare la nostra proposta, che avrebbe aiutato molte famiglie della nostra regione”.

Movimento 5 Stelle

“Il Gruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale ha votato contro gli strumenti di bilancio approvati ieri sera dall’Aula. Il voto a questa manovra è pari ai nostri emendamenti accolti: zero”.

Così il commento in una nota del consigliere pentastellato e relatore di minoranza della manovra, Cristian Sergo, all’indomani.

“Questa chiusura non è una novità – fa prsente Sergo -, eppure spesso le nostre idee, a distanza di qualche anno, diventano realtà sotto forma di proposte di Giunta o di maggioranza. Evidentemente si tratta di misure e interventi di buon senso che non hanno nulla di ideologico”.

“È proprio grazie alle nostre iniziative – ricorda – che le famiglie possono godere dello sconto del 50% sul trasporto pubblico locale per gli studenti, ora ampliato anche agli over 65 come chiedevamo dal 2019. Lo stesso vale per le agevolazioni al conseguimento delle patenti per gli autisti, in modo da venire incontro alle carenze di organico delle aziende del trasporto pubblico locale. Così come lo Sport Bonus nasce da una nostra proposta. E l’elenco nel corso degli anni sarebbe lungo, dai ristori a seguito dei crac delle cooperative all’istituzione dell’Osservatorio antimafia”.

“Abbiamo modi diversi di intendere l’amministrazione regionale rispetto al Centrodestra – rimarca l’esponente M5S – e visioni diametralmente opposte su vari temi, a cominciare dall’ambiente. Il presidente Fedriga vanta un raddoppio delle risorse ma il doppio di zero è sempre zero, tanto più che l’assessore Scoccimarro considera una grande manovra di transizione ecologica i 60 milioni spesi per la benzina”.

“Abbiamo affrontato una manovra da oltre 5 miliardi e viene considerato un grande sforzo l’intervento sulla ‘dote famiglia’ – conclude Sergo -. Ma in regione abbiamo 216mila persone sotto i 10mila euro di reddito e servirebbero 108 milioni per dare a ciascuno di loro anche solo 500 euro all’anno. Per fortuna esistono misure nazionali come il Reddito di cittadinanza per fornire loro un vero sostegno”.

Cittadini per il presidente

È un giudizio insufficiente, quello dato dal Gruppo regionale dei civici di Tiziano Centis e Simona Liguori in una nota del suo presidente: “Come temevamo, anche l’ultima legge di bilancio rivela l’andamento di questi cinque anni di governo Fedriga: non ci sono risposte concrete ai tanti problemi della nostra regione, che rimangono irrisolti o addirittura si sono ingigantiti, a partire dalla sanità”.

Per Centis “ci sarebbe stato bisogno di una spinta importante per affrontare la crisi. Tutti i segnali dicono che è alle porte un periodo economicamente difficile per le imprese, i lavoratori e le famiglie. Servivano strumenti per una reale terza ripartenza, ma questi non si sono visti, neanche in questa manovra di bilancio: non risolve i problemi della sanità, non dà sufficiente attenzione ai problemi ambientali e idrogeologici, non offre risposte adeguate alle fasce più deboli che rischiano di dover pagare più di altri gli effetti della crisi”.

Centis ci tiene a sottolineare come, dove c’è stata collaborazione, alcuni risultati si sono visti: “E’ stata apprezzabile la disponibilità della Giunta a trovare soluzioni nei confronti dei Comuni, soluzioni a cui si è arrivati anche attraverso l’interlocuzione portata avanti dai consiglieri regionali che hanno sostenuto le istanze del territorio. E in alcuni casi ci sono stati risultati positivi, come lo sblocco dei fondi per il Museo del territorio di San Vito e l’assegnazione di contributi ai Comuni al fine di garantire la continuità dei servizi erogati in relazione alla spese energetiche”.

“A mancare, più di tutto, è una politica efficace sui temi della sanità, sistema che ha perso sempre più terreno. I nodi che questo governo regionale prometteva di risolvere – conclude l’esponente delle Opposizioni – si sono sempre più ingranditi: dai tempi d’attesa ormai inaccettabili alla conseguente fuga dei pazienti, dalla carenza di personale sanitario alle difficoltà dei medici di famiglia e di continuità assistenziale, dai pronto soccorso sempre più in crisi ai punti nascita a rischio. E’ ciò con cui dobbiamo fare i conti alla fine di questa legislatura”.

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