Bilancio regionale, per la sanità quasi 3 miliardi. Opposizioni: non garantita la tenuta del sistema

Trieste – Circa 2 miliardi e 900mila euro: questo l’ammontare destinato alla Sanità della manovra di bilancio regionale in corso di approvazione in Consiglio. Oltre 110 milioni di euro in più rispetto allo stanziamento della precedente finanziaria e legge di Stabilità collegata del 2022.

“La programmazione degli investimenti negli ultimi 5 anni – ricorda il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia Riccardo Riccardi ammonta a oltre 1 miliardo di euro contro i 212 milioni di euro della legislatura precedente. Risorse strategiche che ci porteranno, come tutti auspichiamo, a superare la fase della pandemia”.

“Rilevanti sono gli investimenti nella sanità territoriale, per circa 240 milioni, un valore di oltre 10 volte più alto di quello della precedente legislatura, che sommava 22 milioni – ha continuato Riccardi -; estremamente rilevante la quota legata alla parte indistinta all’interno della quale sono contenute le misure di contrasto all’obsolescenza tecnologica, che vedranno finanziamenti per circa 350 milioni contro i 126 milioni della precedente legislatura”.

“Tutti gli indicatori danno un andamento straordinario della disponibilità di risorse per il sistema salute: il Fondo sanitario regionale si attesta a oltre 2,5 miliardi di euro, con un aumento di circa 50 milioni rispetto allo scorso anno – ha aggiunto ancora Riccardi -. La spesa per il sociale aumenta di 3 milioni raggiungendo circa 200 milioni di euro; circa 65 milioni di euro solo per l’esercizio 2023 sugli investimenti. Dati che portano complessivamente, nella programmazione di fine legislatura, a investimenti per oltre un miliardo di euro negli ultimi 5 anni”.

Riccardi ha sottolineato come non sia in atto in alcun modo un processo di privatizzazione: “puntiamo alla ricerca di un equilibrio che ci consenta di dare risposte in termini di efficienza, di aggressione delle liste di attesa e delle fughe dei professionisti dal settore pubblico. Queste problematiche sono fortemente condizionate da un dato storico che vede la spesa pro capite dell’assistenza privata accreditata a 221 euro in questa Regione, contro la media nazionale di 400 euro, in Veneto di 334 euro, nelle Provincia Autonoma di Trento a 288 euro, in Emilia Romagna 347 euro e 550 euro in Lombardia. Questo ci porta a una percentuale della spesa che in Friuli Venezia Giulia si attesta all’8,9% contro il 14,3% di Veneto, il 10,9% della Provincia Autonoma di Trento, 24,5% di Lombardia e 13,9% di Emilia Romagna. Ci accusano di privatizzare i servizi a partire dai Pronto soccorso: ricordo che la prima a essere stata costretta a farlo in Italia è stata proprio l’Emilia Romagna. Difficile sostenere, come fa qualcuno, che questo è un modo di tenere aperti i servizi invece che una linea politica di destra”.

“Cimo-Fesmed stima che il 37% dei medici è pronto a lasciare il sistema sanitario nazionale per andare a lavorare nel privato e nelle cooperative. Ridurlo a un problema del Friuli Venezia Giulia non aiuta a trovare soluzioni. Questo ha anche a che fare con elementi di natura retributiva su cui le Regioni non hanno competenza. Noi auspichiamo che il Governo modifichi la norma sulla quota del fondo accessorio che ci consentirebbe di fare una manovra incisiva sulle politiche retributive” ha aggiunto Riccardi.

“Abbiamo lavorato molto – ha aggiunto il vicegovernatore – sulle misure legate al personale nei limiti di quelle che sono le competenze della Regione; il dato organico passa da 20.252 unità del 2018 alla chiusura di 21.078 del 2022. Nel corso di questi 5 anni abbiamo fatto un grande lavoro pure sul fabbisogno formativo per quanto riguarda le professioni sanitarie: l’infermieristica è passata da 270 borse di studio del 2018 a 400 del 2022, fisioterapia da 50 a 100, assistenza sanitaria da zero a 40; le scienze infermieristiche ostetriche da zero a 30; l’educatore professionale da 40 a 80, medicina generale da 20 a 40, solo per fare qualche esempio” ha concluso Riccardi.

Le opposizioni

Cittadini per il presidente
“Ci troviamo all’ultima legge di bilancio di questa Amministrazione regionale e non possiamo non affermare che sono stati cinque anni sicuramente difficili per tutti. Non solo per il macigno che ci è piombato addosso nel 2020, una pandemia che certamente ha condizionato la sanità della regione. Oggi, tuttavia, dobbiamo fare i conti con la situazione attuale, complessa e vissuta in prima persona dai cittadini che hanno bisogno di curarsi e di essere assistiti”.

Lo afferma in una nota la consigliera regionale Simona Liguori (Cittadini), commentando gli articoli della manovra finanziaria riguardanti il comparto della salute.

“L’elenco delle criticità – aggiunge l’esponente civica – è lunghissimo: l’incremento delle liste d’attesa, l’intensificazione del turismo sanitario anche fuori regione, la carenza di personale e le difficoltà nel fare rete tra ospedale e cure domiciliari. Si tratta di una lista di problemi e di questioni aperte alle quali va data ancora risposta”.

“In questi cinque anni – conclude Liguori – abbiamo portato numerose proposte, ma pochissime hanno trovato un’apertura da parte della Giunta. Negli utenti e nei lavoratori che vivono la sanità in prima persona c’è tanta preoccupazione”.

Partito Democratico
“I segnali sperati per la sanità non sono arrivati. Restano, invece, le forti preoccupazioni per la tenuta del sistema di salute pubblica, segnato da fughe di personale, liste d’attesa e impoverimento dei servizi territoriali”.

Lo rimarca in una nota il consigliere regionale Roberto Cosolini (Pd), già relatore di minoranza del disegno di legge 183 (Legge di stabilità 2023).

“Se, da una parte, arriva l’appello dell’assessore Riccardi per una tregua sui temi della sanità, dall’altra arriva dal Centrodestra – prosegue l’esponente dem – l’ennesima totale chiusura rispetto alle proposte delle Opposizioni e dei comitati di cittadini di cui ci eravamo fatti portavoce in aula”.

“Nulla di fatto – aggiunge Cosolini – riguardo la richiesta di destinare 50 milioni in più alle Aziende sanitarie per affrontare una delle questioni chiave: ossia, quella delle risorse umane, oggi in numero insufficiente e in condizioni di lavoro molto difficili, tanto da creare la fuga dall’impiego pubblico per rifugiarsi nel privato. Altro no anche per la proposta di investire sulla specializzazione e la formazione, incrementando il fondo borse di studio per il personale sanitario, ma nulla nemmeno per sostenere i costi per le cure e l’assistenza degli anziani, incrementando le risorse per l’abbattimento rette nelle residenze specializzate”.

“Solo chiusure dal Centrodestra – conclude la nota del Partito democratico – di fronte alle proposte serie e concrete che abbiamo formulato”.

Open Sinistra FVG
“Nel corso della discussione in Aula sulla manovra di bilancio 2023, la Giunta regionale ha dimostrato grande arroganza nel bocciare senza nemmeno un ragionamento gli emendamenti che tutte le Opposizioni avevano firmato sulla sanità, sollecitati dalle decine di migliaia di firme di cittadini della regione tra cui il comitato Coordinamento salute Fvg”. Così si esprime in una nota Furio Honsell, consigliere regionale di Open Sinistra Fvg.

“Erano emendamenti – rimarca l’esponente di Centrosinistra – che avrebbero potuto dare una risposta alle carenze della salute territoriale e in particolare delle guardie mediche, all’equa retribuzione dei lavoratori pubblici della sanità, all’aumento delle liste d’attesa e alla mancanza di aggiornamento delle attrezzature ospedaliere.”

“Come Open Sinistra FVG, riteniamo questo comportamento irrispettoso non solamente nei confronti del Consiglio regionale ma anche dei cittadini, che denunciano un’inadeguata risposta ai loro bisogni di salute. Inoltre – conclude Honsell – non accogliere queste proposte non potrà che aggravare i problemi che si riscontrano nel Sistema sanitario regionale”.

Movimento 5 Stelle
“L’ultimo bilancio di questa legislatura non fa che confermare il fallimento di un centrodestra sulla sanità, fra promesse mancate e una gestione che fa acqua da tutte le parti”. Così il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, dopo l’approvazione dell’articolo della legge di stabilità che riguarda il comparto sanitario.

“Come abbiamo potuto constatare in quasi cinque anni di governo, Giunta e maggioranza confermano la totale inconsistenza e mancanza di coerenza – incalza Ussai -. Anche questa manovra, infatti, si caratterizza per le promesse disattese sulla riattivazione della centrale 118 a Trieste, con la bocciatura del nostro emendamento e il mantenimento del modello dell’emergenza urgenza con la centrale unica, tanto criticato dallo stesso centrodestra nella passata legislatura e in campagna elettorale. Discorso analogo per gli ospedali di Gemona, Cividale, Sacile e Maniago: l’assessore Riccardi e chi lo sostiene a parole avevano bocciato la loro riconversione, salvo poi agire in totale continuità con la Giunta Serracchiani”.

“Nessun cambio di rotta neppure sugli strumenti messi in atto per affrontare la difficile situazione attuale della nostra sanità – aggiunge l’esponente M5S -. Alla luce delle criticità sollevate dal Coordinamento per la difesa della salute pubblica e delle proposte dei sindacati, abbiamo presentato, appoggiati dall’intera opposizione, un emendamento per aumentare l’importo delle risorse aggiuntive regionali, visto che agli operatori sanitari, a cui vengono sistematicamente richiesti turni e ore aggiuntive per garantire i servizi, non sempre vengono pagate tutte le ore in più lavorate. La bocciatura di questa proposta dimostra ancora una volta il disinteresse del centrodestra, così come per la richiesta di prorogare le Unità speciali di continuità assistenziali (USCA) fino al 1° luglio, per fare fronte alla mancanza di medici di medicina generale in molti territori e della guardia medica in tutta la regione, con conseguente pressione sui Pronto soccorso”.

“Riccardi si vanta delle risorse investite in questi anni, scaricando tutta la responsabilità delle criticità attuali sullo Stato – conclude Ussai -. Non c’è che dire, l’assessore è bravo a fare propaganda, ma non può nascondere che la drammatica situazione della sanità regionale, descritta da numerosi report di autorevoli enti che ci pongono agli ultimi posti in Italia, è frutto di una gestione inadeguata da parte della politica e dei manager nominati dalla Giunta. E questa è una responsabilità di questa maggioranza”.

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